dantes76
14-11-2009, 12:47
Chi è Impregilo ? Stampa
Scritto da Neva
Venerdì 13 Novembre 2009 21:57
Impregilo è il colosso italiano delle costruzioni nato dalla fusione delle grandi aziende di riferimento del gruppo Fiat-Agnelli (Cogefar, Impresit e Lodigiani). Dalla Colombia al Guatemala, dalla Nigeria al Kurdistan, dal Lesotho all’Islanda, la società ha firmato megaopere devastanti dal punto di vista ambientale e sociale [7] .
Su Impregilo pesano le ombre dell’inchiesta giudiziaria aperta a Monza per falso in bilancio, false comunicazioni sociali ed aggiotaggio. Tra gli indagati l’ex presidente di Impregilo Paolo Savona e l’ex amministratore delegato Piergiorgio Romiti. Nell’indagine è stato coinvolto pure un revisore dei conti della Ernst&Young, nei confronti del quale è stato ipotizzato il reato di falso in revisione [8].
Impregilo, nonostante la gara per il Ponte sullo Stretto, i megappalti per l’ammodernamento dell’autostrada Salerno - Reggio Calabria, il Passante di Mestre e il sistema Mose a Venezia, attraversa una forte crisi e risulta fortemente indebitata con alcuni dei maggiori gruppi bancari (1,3 miliardi di euro secondo Finanza&Mercati), i quali, per il tortuoso sistema tutto italiano degli incroci azionari, si trovano a detenere rilevanti quote della società di cui sono creditrici. Prima fra tutti Capitalia che sino allo scorso anno esercitava il controllo sul 3,3% del capitale Impregilo e oggi vanta crediti per un centinaio di milioni di euro.
Nel febbraio 2005, alla vigilia della gara per il General Contractor del Ponte, una cordata (la IGLI) composta dai gruppi finanziari Argofin, Techint-Sirti, Efibanca ed Autostrade, ha fatto ingresso nel capitale sociale di Impregilo.
Argofin è la finanziaria dell’imprenditore Marcellino Gavio, attivissimo nelle concessioni autostradali e nei grandi lavori ferroviari. Ad Argofin risale il controllo di due delle maggiori imprese di costruzioni italiane, Itinera e Grassetto.
La holding di Marcellino Gavio è inoltre proprietaria del 56,52% della società Autostrada Torino-Milano, del 90% dell’Autostrada Torino-Piacenza, di pacchetti azionari delle autostrade Ventimiglia-Savona e Roma-L’Aquila-Teramo e di una quota del 6,25% delle Ferrovie Nord [9].
Techint è la holding dei Rocca (al terzo posto tra i gruppi familiari più ricchi d’Italia dopo i Berlusconi e i Benetton), da sempre fedeli alleati degli Agnelli. Fu fondata in Lombardia nel 1945 dopo il secondo conflitto mondiale. L’anno successivo il capostipite della famiglia Rocca, l’ingegnere Agostino, “padre” della siderurgia italiana, emigrò in Argentina per sottrarsi all’accusa di “collaborazionismo” con il fascismo. A Buenos Aires venne creata la Techint Compañía Técnica Internacional SA. divenuta presto il principale gruppo industriale e finanziario argentino, uscendo indenne dai capovolgimenti politici e militari che hanno attraversato il paese, fino ad acquisire le maggiori imprese statali privatizzate dai governi “democratici” di Carlos Menem, Raoul Alfonsín e Fernando de La Rua. Di questi ex presidenti e dell’ex ministro dell’economia Domingo Cavallo, la famiglia Rocca è stata amica e consulente nell’implementazione dei dissennati programmi neoliberisti che hanno condotto l’Argentina al collasso finanziario e all’instabilità sociale [10].
È il settore siderurgico il cuore pulsante del gruppo Rocca: Techint controlla le principali società italiane dello storico gruppo Dalmine e importanti acciaierie in America latina, Stati Uniti, Tailandia, Giappone e Cina. Alla produzione dell’acciaio sono affiancate altre redditizie attività, principalmente la realizzazione di grandi infrastrutture stradali e ferroviarie e la gestione dei servizi (acqua e sanità).
Sirti S.p.A. è il gruppo leader in Italia nel settore dell’impiantistica e telefonia fissa e cellulare, attivo anche nel settore dell’Alta velocità ferroviaria e dei sistemi militari avanzati (impianti di telecomunicazione e radio, ecc.). A seguito dell’Opa conclusasi il 23 febbraio 2005, il 69,8% del capitale azionario Sirti è controllato da Sistemi Tecnologici S.p.A.., con cui è in corso un processo di fusione. Tra i maggiori azionisti di Sistemi Tecnologici-Sirti, nuovamente la famiglia Rocca, i Bonomi (noti finanzieri di Milano) e i Benetton di Treviso.
Tra le new entry in Impregilo, il Gruppo Autostrade S.p.A., a capo di buona parte del sistema autostradale italiano, il più grande d’Europa. A seguito del processo di privatizzazione, Autostrade è divenuta la roccaforte della famiglia Benetton. Amministratore delegato del gruppo è Vito Alfonso Gamberale, già general manager del gruppo ENI, poi Amministratore delegato di SIP, Telecom Italia e TIM.
Un determinante appoggio alle famiglie Gavio - Rocca - Benetton nella scalata al colosso delle costruzioni in gara per la realizzazione del Ponte è stato fornito da Efibanca e dalla Società Italiana per Condotte d’Acqua [11].
Efibanca è la merchant bank di BPI - Banca Popolare Italiana (ex Banca di Lodi), al centro delle cronache finanziarie (e giudiziarie) per l’assalto alla Banca Antonveneta. BPI è contestualmente uno dei principali gruppi bancari italiani che hanno espresso la disponibilità a finanziare la faraonica opera di collegamento tra Calabria e Sicilia.
Nel corso del 2005 Impregilo è stata oggetto di ulteriori scambi azionari. In autunno, ad esempio, con un’inattesa operazione finanziaria, il colosso statunitense Hbk Investments è entrato nel capitale della società con una quota del 2,29% [12].
La Consob ha poi rilevato la scalata al capitale azionario di Impregilo, da parte della Banca Popolare di Milano (BPM), che ha prima portato la sua partecipazione nella società di costruzione dal 3,08% al 4,72%, per poi scendere nel marzo 2006 al di sotto del 2%.
In Impregilo c’è poi uno dei gruppi finanziari più potenti a livello internazionale, a capo del complesso militare-industrale-petrolifero e bancario degli Stati Uniti, la Morgan Stanley, che secondo indiscrezioni stampa controllerebbe dal settembre 2005 l’8% del capitale azionario della società “italiana” [13].
L’odierno assetto di Impregilo vede in ordine IGLI con il 16,89%, Gemina (11,83%), Morgan Stanley (8,12%), Hbk Investments (2,29%), Newman Ragazzi & Co. (2,28%), Assicurazioni Generali (2,14%) e Lazard (2,01%).
Le cose però dovrebbero mutare nuovamente nei prossimi mesi, dato che il consorzio IGLI potrà esercitare l’opzione per rilevare le quote di Gemina-Romiti e che Efibanca ha deciso di cedere il 50% delle proprie azioni in Impregilo alla Immobiliare Lombarda di Salvatore Ligresti, il costruttore originario di Paternò a capo del gruppo assicurativo Fondiaria-Sai.
Resta comunque ancora la finanziaria Gemina il cuore pulsante del colosso delle costruzioni. Sarà utile menzionare i soci di rilievo. Innanzitutto Spafid S.p.A. (21,8%), controllata da Miotir (la cassaforte della famiglia Romiti) e nominalmente dallo stesso Cesare Romiti; Mediobanca (12,5%) “salotto buono” della finanza italiana e per decenni feudo incontrastato del siciliano Cuccia; Epifarind-Italmobiliare-Italcementi (5,1%); Premafin-Sai-Fondiaria (3%) di Ligresti; Assicurazioni Generali (2,3%); Capitalia (2,1%) e infine il Credit Suisse First Boston (2%).
È però la holding Italmobiliare (famiglia Pesenti) a ricoprire un ruolo da protagonista nella cosiddetta “lobby dei Signori del Ponte”. Società operante nel settore del finanziamento immobiliare, attraverso la controllata Italcementi, è a capo delle maggiori aziende produttrici nel mondo di materiali da costruzione (cemento, calcestruzzo e inerti).
Italmobiliare è contestualmente uno dei maggiori azionisti di Rcs MediaGroup, gruppo leader nel settore dell’informazione italiana. Nelle mani della famiglia Pesenti c’è poi un cospicuo pacchetto azionario della SES, la società editrice della Gazzetta del Sud, il quotidiano più venduto a Messina e in Calabria, diretto da oltre 40 anni da Nino Calarco. Calarco è Presidente onorario della Società Stretto di Messina e Presidente del Cda della Fondazione Bonino-Pulejo, azionista di maggioranza della stessa SES.
Le quote della famiglia Pesenti nell’organo di stampa distintosi come il maggiore sostenitore della realizzazione del Ponte, è cresciuto negli ultimi anni dal 19 al 33% [14].
Da qualche mese, Italmobiliare – Italcementi fa anche parte del patto di sindacato di Capitalia, principale creditore di Impregilo e azionista di rilievo di Gemina. Nel gruppo bancario, con i Pesenti, hanno fatto ingresso la Fininvest dell’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi, il gruppo farmaceutico Angelini e la Fineldo degli industriali Merloni [15].
Nel consiglio di amministrazione di Italmobiliare siede Giorgio Bonomi, autorevole rappresentante della famiglia azionista di Sirti S.p.A. (e dunque di Impregilo) e titolare di Investindustrial-Permasteelisa, holding finanziaria e leader mondiale nella produzione e installazione di componenti architettoniche.
http://www.terrelibere.org/doc/254/ChiImpregilo.html#2_
http://www.evis-sicilia.com/index.php?option=com_content&view=article&id=91:chi-e-impregilo-&catid=1:ultime&Itemid=50
Scritto da Neva
Venerdì 13 Novembre 2009 21:57
Impregilo è il colosso italiano delle costruzioni nato dalla fusione delle grandi aziende di riferimento del gruppo Fiat-Agnelli (Cogefar, Impresit e Lodigiani). Dalla Colombia al Guatemala, dalla Nigeria al Kurdistan, dal Lesotho all’Islanda, la società ha firmato megaopere devastanti dal punto di vista ambientale e sociale [7] .
Su Impregilo pesano le ombre dell’inchiesta giudiziaria aperta a Monza per falso in bilancio, false comunicazioni sociali ed aggiotaggio. Tra gli indagati l’ex presidente di Impregilo Paolo Savona e l’ex amministratore delegato Piergiorgio Romiti. Nell’indagine è stato coinvolto pure un revisore dei conti della Ernst&Young, nei confronti del quale è stato ipotizzato il reato di falso in revisione [8].
Impregilo, nonostante la gara per il Ponte sullo Stretto, i megappalti per l’ammodernamento dell’autostrada Salerno - Reggio Calabria, il Passante di Mestre e il sistema Mose a Venezia, attraversa una forte crisi e risulta fortemente indebitata con alcuni dei maggiori gruppi bancari (1,3 miliardi di euro secondo Finanza&Mercati), i quali, per il tortuoso sistema tutto italiano degli incroci azionari, si trovano a detenere rilevanti quote della società di cui sono creditrici. Prima fra tutti Capitalia che sino allo scorso anno esercitava il controllo sul 3,3% del capitale Impregilo e oggi vanta crediti per un centinaio di milioni di euro.
Nel febbraio 2005, alla vigilia della gara per il General Contractor del Ponte, una cordata (la IGLI) composta dai gruppi finanziari Argofin, Techint-Sirti, Efibanca ed Autostrade, ha fatto ingresso nel capitale sociale di Impregilo.
Argofin è la finanziaria dell’imprenditore Marcellino Gavio, attivissimo nelle concessioni autostradali e nei grandi lavori ferroviari. Ad Argofin risale il controllo di due delle maggiori imprese di costruzioni italiane, Itinera e Grassetto.
La holding di Marcellino Gavio è inoltre proprietaria del 56,52% della società Autostrada Torino-Milano, del 90% dell’Autostrada Torino-Piacenza, di pacchetti azionari delle autostrade Ventimiglia-Savona e Roma-L’Aquila-Teramo e di una quota del 6,25% delle Ferrovie Nord [9].
Techint è la holding dei Rocca (al terzo posto tra i gruppi familiari più ricchi d’Italia dopo i Berlusconi e i Benetton), da sempre fedeli alleati degli Agnelli. Fu fondata in Lombardia nel 1945 dopo il secondo conflitto mondiale. L’anno successivo il capostipite della famiglia Rocca, l’ingegnere Agostino, “padre” della siderurgia italiana, emigrò in Argentina per sottrarsi all’accusa di “collaborazionismo” con il fascismo. A Buenos Aires venne creata la Techint Compañía Técnica Internacional SA. divenuta presto il principale gruppo industriale e finanziario argentino, uscendo indenne dai capovolgimenti politici e militari che hanno attraversato il paese, fino ad acquisire le maggiori imprese statali privatizzate dai governi “democratici” di Carlos Menem, Raoul Alfonsín e Fernando de La Rua. Di questi ex presidenti e dell’ex ministro dell’economia Domingo Cavallo, la famiglia Rocca è stata amica e consulente nell’implementazione dei dissennati programmi neoliberisti che hanno condotto l’Argentina al collasso finanziario e all’instabilità sociale [10].
È il settore siderurgico il cuore pulsante del gruppo Rocca: Techint controlla le principali società italiane dello storico gruppo Dalmine e importanti acciaierie in America latina, Stati Uniti, Tailandia, Giappone e Cina. Alla produzione dell’acciaio sono affiancate altre redditizie attività, principalmente la realizzazione di grandi infrastrutture stradali e ferroviarie e la gestione dei servizi (acqua e sanità).
Sirti S.p.A. è il gruppo leader in Italia nel settore dell’impiantistica e telefonia fissa e cellulare, attivo anche nel settore dell’Alta velocità ferroviaria e dei sistemi militari avanzati (impianti di telecomunicazione e radio, ecc.). A seguito dell’Opa conclusasi il 23 febbraio 2005, il 69,8% del capitale azionario Sirti è controllato da Sistemi Tecnologici S.p.A.., con cui è in corso un processo di fusione. Tra i maggiori azionisti di Sistemi Tecnologici-Sirti, nuovamente la famiglia Rocca, i Bonomi (noti finanzieri di Milano) e i Benetton di Treviso.
Tra le new entry in Impregilo, il Gruppo Autostrade S.p.A., a capo di buona parte del sistema autostradale italiano, il più grande d’Europa. A seguito del processo di privatizzazione, Autostrade è divenuta la roccaforte della famiglia Benetton. Amministratore delegato del gruppo è Vito Alfonso Gamberale, già general manager del gruppo ENI, poi Amministratore delegato di SIP, Telecom Italia e TIM.
Un determinante appoggio alle famiglie Gavio - Rocca - Benetton nella scalata al colosso delle costruzioni in gara per la realizzazione del Ponte è stato fornito da Efibanca e dalla Società Italiana per Condotte d’Acqua [11].
Efibanca è la merchant bank di BPI - Banca Popolare Italiana (ex Banca di Lodi), al centro delle cronache finanziarie (e giudiziarie) per l’assalto alla Banca Antonveneta. BPI è contestualmente uno dei principali gruppi bancari italiani che hanno espresso la disponibilità a finanziare la faraonica opera di collegamento tra Calabria e Sicilia.
Nel corso del 2005 Impregilo è stata oggetto di ulteriori scambi azionari. In autunno, ad esempio, con un’inattesa operazione finanziaria, il colosso statunitense Hbk Investments è entrato nel capitale della società con una quota del 2,29% [12].
La Consob ha poi rilevato la scalata al capitale azionario di Impregilo, da parte della Banca Popolare di Milano (BPM), che ha prima portato la sua partecipazione nella società di costruzione dal 3,08% al 4,72%, per poi scendere nel marzo 2006 al di sotto del 2%.
In Impregilo c’è poi uno dei gruppi finanziari più potenti a livello internazionale, a capo del complesso militare-industrale-petrolifero e bancario degli Stati Uniti, la Morgan Stanley, che secondo indiscrezioni stampa controllerebbe dal settembre 2005 l’8% del capitale azionario della società “italiana” [13].
L’odierno assetto di Impregilo vede in ordine IGLI con il 16,89%, Gemina (11,83%), Morgan Stanley (8,12%), Hbk Investments (2,29%), Newman Ragazzi & Co. (2,28%), Assicurazioni Generali (2,14%) e Lazard (2,01%).
Le cose però dovrebbero mutare nuovamente nei prossimi mesi, dato che il consorzio IGLI potrà esercitare l’opzione per rilevare le quote di Gemina-Romiti e che Efibanca ha deciso di cedere il 50% delle proprie azioni in Impregilo alla Immobiliare Lombarda di Salvatore Ligresti, il costruttore originario di Paternò a capo del gruppo assicurativo Fondiaria-Sai.
Resta comunque ancora la finanziaria Gemina il cuore pulsante del colosso delle costruzioni. Sarà utile menzionare i soci di rilievo. Innanzitutto Spafid S.p.A. (21,8%), controllata da Miotir (la cassaforte della famiglia Romiti) e nominalmente dallo stesso Cesare Romiti; Mediobanca (12,5%) “salotto buono” della finanza italiana e per decenni feudo incontrastato del siciliano Cuccia; Epifarind-Italmobiliare-Italcementi (5,1%); Premafin-Sai-Fondiaria (3%) di Ligresti; Assicurazioni Generali (2,3%); Capitalia (2,1%) e infine il Credit Suisse First Boston (2%).
È però la holding Italmobiliare (famiglia Pesenti) a ricoprire un ruolo da protagonista nella cosiddetta “lobby dei Signori del Ponte”. Società operante nel settore del finanziamento immobiliare, attraverso la controllata Italcementi, è a capo delle maggiori aziende produttrici nel mondo di materiali da costruzione (cemento, calcestruzzo e inerti).
Italmobiliare è contestualmente uno dei maggiori azionisti di Rcs MediaGroup, gruppo leader nel settore dell’informazione italiana. Nelle mani della famiglia Pesenti c’è poi un cospicuo pacchetto azionario della SES, la società editrice della Gazzetta del Sud, il quotidiano più venduto a Messina e in Calabria, diretto da oltre 40 anni da Nino Calarco. Calarco è Presidente onorario della Società Stretto di Messina e Presidente del Cda della Fondazione Bonino-Pulejo, azionista di maggioranza della stessa SES.
Le quote della famiglia Pesenti nell’organo di stampa distintosi come il maggiore sostenitore della realizzazione del Ponte, è cresciuto negli ultimi anni dal 19 al 33% [14].
Da qualche mese, Italmobiliare – Italcementi fa anche parte del patto di sindacato di Capitalia, principale creditore di Impregilo e azionista di rilievo di Gemina. Nel gruppo bancario, con i Pesenti, hanno fatto ingresso la Fininvest dell’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi, il gruppo farmaceutico Angelini e la Fineldo degli industriali Merloni [15].
Nel consiglio di amministrazione di Italmobiliare siede Giorgio Bonomi, autorevole rappresentante della famiglia azionista di Sirti S.p.A. (e dunque di Impregilo) e titolare di Investindustrial-Permasteelisa, holding finanziaria e leader mondiale nella produzione e installazione di componenti architettoniche.
http://www.terrelibere.org/doc/254/ChiImpregilo.html#2_
http://www.evis-sicilia.com/index.php?option=com_content&view=article&id=91:chi-e-impregilo-&catid=1:ultime&Itemid=50