Schermi Multi-Touch: storia e introduzione allo sviluppo web

Ecco una breve storia degli schermi multi-touch, che hanno radici molto più lontane di quanto si possa pensare; oltre a questo faremo un accenno allo sviluppo di codice per il web in riferimento a questa tipologia di schermo, che sembra ormai proiettato verso un futuro roseo
di Antonio Barba pubblicato il 12 Agosto 2013 nel canale WebAlle radici (lontane) del touch
Basta passeggiare in qualunque centro commerciale o negozio di elettronica di consumo, guardarsi un po’ intorno per vedere quali sono gli ultimi trend del momento: touchscreen nei telefoni, nei portatili, nei tablet, nei PC All-In-One, nel frigorifero, nell’autoradio, alla cassa, ovunque! Al di là dei gusti e delle preferenze personali degli utenti un po’ più stagionati (come il sottoscritto), probabilmente abituati ad usare mouse e tastiera da vent’anni o più, lo sviluppatore deve prendere atto della trasformazione dell’utenza consumer verso un paradigma di utilizzo più semplificato, orientato all’immediatezza, all’uso in mobilità e adattare le proprie creazioni, applicazioni o siti web che siano, per l’interazione tramite schermi multitouch.
Sebbene sia diventata la moda del momento, la tecnologia multitouch ha radici un po’ più antiche di quelle che la maggior parte degli utenti immagina. Il 2007 è stato l’anno in cui questa tecnologia è stata sdoganata al grande pubblico per mano di Microsoft (Surface) e di Apple (iPhone).
Tuttavia non furono le prime aziende a lavorare sulla tecnologia multitouch. La stessa Apple, infatti, aveva acquisito due anni prima, nel 2005, la società americana Fingerworks, che fin dal 1999 produceva apparecchi multitouch usati in campo medico. Microsoft, più o meno nello stesso periodo (2001), aveva iniziato a lavorare su quello che allora si chiamava Surface, oggi PixelSense, un prodotto multitouch per la presentazione e fruizione di contenuti su di un piano di lavoro, apparecchio che ha trovato terreno fertile in alcuni campi di nicchia, ad esempio presso studi televisivi o in campo medico.
Ma anche queste invenzioni fanno riferimento a scoperte precedenti. Ad esempio i sistemi multi-touch di Fingerworks si basavano sulle ricerche di Bent Stumpe, un ingegnere danese che progettò il primo sistema touch capacitivo a griglia x-y nel 1977, riprendendo a sua volta il display capacitivo a zone, ideato nella seconda metà degli anni ’60 da E. A. Johnson. Il suo dispositivo venne usato al CERN come sistema di input per l’acceleratore di particelle SPS (Super Proton Synchrotron).
Fig. 1 Prototipo del sensore Touch-Screen capacitivo di Bent Stumpe
(1977)
Il progetto di Surface / PixelSense, invece, riprende una tecnica più moderna, ideata negli anni ’80 da alcuni ricercatori dell’Università di Toronto, e fa uso di videocamere e di tecniche di computer vision. Un sistema di videocamere, spesso coadiuvato da un dispositivo di illuminazione a infrarossi, osserva la superficie dello schermo e registra le zone “toccate” analizzando le immagini tramite un software.
Il principio di funzionamento è stato poi esteso e raffinato, fino a diventare quello che oggi è il Kinect. Uno di questi ricercatori, Bill Buxton, è diventato poi parte del team Microsoft Research. Rispetto ai display capacitivi, questo meccanismo ha bisogno di più potenza di calcolo, ma al contempo non è vincolato dalle proprietà dielettriche delle dita dell’utente, o da altri parametri fisici che contribuiscono all’effetto capacitivo del dispositivo di rilevamento.
Fig. 2 Samsung SUR40 con Microsoft PixelSense
Come possiamo vedere da questo excursus storico, la tecnologia degli schermi multitouch non è sbucata fuori dal nulla all’improvviso, ma ha subito una graduale evoluzione durante l’ultimo mezzo secolo. Non deve quindi stupire la sua progressiva comparsa dentro le case dell’utenza consumer. Quello che stupisce, invece, è il ritardo con cui le interfacce software si sono evolute nel tempo, non curandosi, se non addirittura “snobbando”, questo strumento di input che non è poi tanto più giovane del mouse (inizio anni ’60).