Google Pixel 6 Pro: grande, migliore e intelligente! La recensione

Google finalmente torna in Italia con i suoi Pixel 6 e 6 Pro. Qui abbiamo messo sotto torchio la versione più potente con hardware made in Mountain View, nuovi sensori fotografici con periscopio e ancora il nuovissimo Android 12. Ecco come si è comportato.
di Bruno Mucciarelli pubblicato il 03 Febbraio 2022 nel canale TelefoniaGooglePixelsmartphone 5g
Google è ufficialmente tornata. L’azienda di Mountain View ha ufficialmente presentato anche in Italia i suoi nuovi Google Pixel 6 e 6 Pro. Nuovi nel design, molto più avanti dei suoi predecessori in termini di hardware, software e con un nuovissimo set di sensori della fotocamera. E poi ancora tante nuove funzionalità software con Android 12 che sfruttano il chip Tensor personalizzato di Google. Il tutto racchiuso in un nuovo hardware elegante che fa dei nuovi Pixel 6 e 6 Pro due smartphone decisamente originali e fortemente riconoscibili. Qui abbiamo approfondito il Google Pixel 6 Pro che è secondo Google la "migliore espressione di Android".
Google Pixel 6 Pro è stato completamente ridisegnato rispetto al passato e presenta finiture in vetro bicolore con un importante array di fotocamere posizionato in una lunga barra presente nella parte posteriore del telefono. C’è ora uno scanner per lo sblocco con le dita direttamente al di sotto del display (come vuole la moda degli Android top di gamma) e il display LTPO AMOLED a 120 Hz è il più grande (e il più fluido) di qualsiasi smartphone Pixel.
Google ha voluto seguire la strada di Apple e considerando non più sufficienti i processori messi in campo da altre aziende ha realizzato un chipset in casa e lo ha posto per la prima volta proprio su questi nuovi Google Pixel 6 e 6 Pro. Questo passaggio è senza dubbio il culmine di anni di ricerca e sviluppo che hanno portato al primo chipset Tensor personalizzato di Google (prodotto da Samsung), che va di pari passo con l'integrazione di funzionalità software avanzate e il miglioramento delle prestazioni della fotocamera in tutto e per tutto. Il nuovo processore, come vedremo, consente un'elaborazione del linguaggio sul dispositivo più rapida ed efficiente e consente alla fotografia computazionale di Google di funzionare più velocemente di prima.
Google 6 Pro ha nuovi sensori sulla fotocamera e sono tutti più grandi rispetto ai precedenti. La fotocamera principale è una Samsung ISOCELL GN1 da 50 MP che secondo Google può catturare 2,5 volte più luce rispetto al sensore principale da 12,2 MP del Pixel 5. C'è un teleobiettivo a periscopio da 48 MP in grado di zoom ottico 4X e una fotocamera ultrawide aggiornata con un nuovo sensore da 12 MP. La fotocamera frontale ora è da 11.1 MP ed è in grado di registrare video 4K. Google ha soprattutto migliorato il riconoscimento facciale della fotocamera e ha introdotto Real Tone: una serie di modifiche e miglioramenti alla fotocamera per catturare con precisione persone di tutte le tonalità della pelle.
Secondo quanto detto da Google ci dobbiamo aspettare prestazioni della CPU maggiori dell'80% e prestazioni della GPU più veloci del 370% rispetto allo Snapdragon 765G che girava nel Pixel 5. Tensor consentirà nuove funzionalità di elaborazione del linguaggio che Google ha pubblicizzato durante la sua presentazione. Ha anche integrato l'ISP e Context Core all'interno di Tensor per rendere l'elaborazione delle immagini e le attività in background più efficienti dal punto di vista energetico.
Siamo curiosi di mostrarvi questo Google Pixel 6 Pro per farvi vedere i miglioramenti nella fotografia come anche nella videografia, ma anche i miglioramenti previsti sull’autonomia data la presenza di una batteria da ben 5.000 mAh. E poi ancora gli enormi cambiamenti grafici e funzionali di Android 12, che coincidono perfettamente con la nuova identità di design di Google.
Google Pixel 6 Pro: Prezzo e Promo lancio
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Google Pixel 6 Pro
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12 GB + 128 GB: 899 € - Colore Nero Tempesta
Indice - Google Pixel 6 Pro
- UNBOXING
- DESIGN: unico nel suo genere
- DISPLAY: ottimo con i 120Hz per la prima volta
- HARDWARE: Tensor è il primo chip ''made in Google''
- INTERFACCIA GRAFICA: Android 12 è davvero smart
- FOTOCAMERA: finalmente 3 sensori da top di gamma
- AUTONOMIA: si può fare di meglio
- Conclusioni
UNBOXING
Il Google Pixel 6 Pro arriva in una scatola più compatta rispetto al passato e questo sostanzialmente perché, come altri brand, anche Google non inserisce più il caricabatterie. Sotto il telefono nella confezione però sono presenti ancora: un cavo di ricarica da USB-C a USB-C, uno strumento di espulsione della SIM, la documentazione e un "adattatore di trasferimento rapido". Ciò consentirà di collegare un cavo USB-A al Pixel per trasferire i dati da un altro dispositivo Android o iOS.
DESIGN: unico nel suo genere
Google ha affermato che l'ispirazione per il design e l'estetica del nuovo Google Pixel 6 Pro deriva dalle "finiture di alta qualità di gioielli e orologi". Ed effettivamente il suo design è veramente unico oltre che premium. Il design bicolore sul retro è sottile ma sorprendente. In questo caso, in Italia, arriverà solo questa versione che abbiamo provato (almeno per il momento) ossia con colorazione Nero Tempesta che possiede un pannello posteriore bicolore in grafite scura che va a schiarirsi nella fascia superiore alla barra delle fotocamere, che invece risulta completamente nera. Google Pixel 6 Pro è il primo telefono Pixel con tre fotocamere principali: la principale da 50 MP, una ultrawide da 12 MP aggiornata e la fotocamera periscopio da 48 MP con zoom ottico (è quella con l'apertura rettangolare nella barra della fotocamera). Ed esteticamente parlando proprio questa barra della fotocamera ricorda i giorni del Nexus 6P, realizzato in collaborazione con HUAWEI, e che aveva conquistato non poco il cuore dei nerd fedeli a Google.
Entrambi i pannelli di vetro sul retro utilizzano vetro 3D in Gorilla Glass Victus, ossia il pannello più resistente mai realizzato da Corning, e si curvano uniformemente sui bordi del telaio del Pixel 6 Pro. Il pannello frontale è anch’esso protetto da Gorilla Glass Victus, permettendo una resistenza ai graffi fino a 2 volte maggiore rispetto al Gorilla Glass 3 di Pixel 4a 5G.
A livello dimensionale il nuovo Google Pixel 6 Pro misura 163,9 x 75,9 x 8,9 mm (compresa la gobba della fotocamera) e pesa 210 grammi con l’ottima notizia di poter resistere fino a 1,5 m di profondità d'acqua per un massimo di 30 minuti con il suo grado di resistenza alla polvere e all'acqua certificato IP68. Il telefono tende a rimanere stabile e comodo in mano grazie alla presenza delle curve che si adattano bene al palmo della mano senza che alcun bordo duro si insinui nel palmo. Non si può negare che Pixel 6 Pro sia decisamente grande con il suo display edge-to-edge da 6,71" ma comunque in linea praticamente con altri top di gamma della concorrenza che vedono più o meno le medesime dimensioni. Gli angoli arrotondati del display sono un po' più squadrati per un aspetto più audace rispetto ad altri e rispetto anche agli angoli più arrotondati della gamma Pixel 5. Nella parte superiore del display c'è un foro centrale che ospita la fotocamera da 11,1 MP e c'è anche una sottile fessura sul bordo superiore del vetro dove è alloggiato l'altoparlante e la capsula auricolare. Siamo lieti di vedere Google ha revocato la sua decisione di utilizzare un altoparlante sotto il display come fatto su Pixel 5.
La cornice che avvolge il telefono è realizzata in alluminio lucido “riciclato” mentre il bordo superiore del telaio è ricoperto di plastica per una questione di antenne anche se ammettiamo che il tutto si sposa bene con l’alluminio. Sul lato inferiore del telefono sono presenti una porta USB-C, i fori per il microfono e l’altoparlante. Fin dai tempi del Google Pixel 2, l’azienda di Mountain View ha sempre "accentuato" il tasto di accensione con colori sgargianti, come un punto fermo del marchio Pixel. Con il Pixel 6 e 6 Pro invece questa cosa è scomparsa e chissà che la volontà di Google sia stata quella di porre una certa eleganza ai device. Di certo un po’ manca e l'aggiunta di colori accesi avrebbe dato quel qualcosa in più anche come fattore di riconoscimento del device. I tasti sono comunque sempre molto rigidi ed emettono un suono soddisfacente e scattante quando vengono premuti. Infine sul lato sinistro non ci sono pulsanti ma è qui che si trova il vassoio della nanoSIM.
Google Pixel 6 Pro ha una tipica configurazione a doppio altoparlante: un altoparlante è in basso e l'altro funge anche da altoparlante durante la chiamata. Il Pixel 5 aveva l'altoparlante di chiamata incorporato dietro il display e questa scelta era stata un po’ criticata. Con il 6 Pro, l'audio è invece ora molto forte e suona benissimo al massimo volume. Non c'è distorsione ai massimi volumi, ma i medi e gli alti possono suonare metallici durante la riproduzione di musica.
DISPLAY: ottimo con i 120Hz per la prima volta
Google Pixel 6 Pro è dotato di un display AMOLED LTPO di fascia alta. Il pannello possiede una diagonale da 6,71" ma soprattutto si propone con una frequenza di aggiornamento adattiva fino a 120 Hz tale da potersi ridurre automaticamente fino a 10 Hz per risparmiare energia e quindi batteria nel caso di contenuto graficamente poco incisivo.
Per Google ci sono un paio di novità con questo schermo: il display è il primo Pixel a supportare una frequenza di aggiornamento a 120 Hz ed è anche il primo Pixel che presenta un display con bordi curvi. Qui possiede una risoluzione QHD+ di 1440 x 3120 px con una densità di pixel pari a 512ppi e un aspect ratio pari a 19,5:9. Un display che supporta anche contenuti HDR10 e profondità di colore a 24 bit.
Ci sono tre modalità colore preimpostate su Pixel 6 Pro. La modalità colore predefinita è "Adattivi" basata sullo spazio colore DCI-P3, c'è poi una modalità colore "Naturali" basata sulla precisione dello standard sRGB e infine una modalità "Migliorati" che è una versione leggermente più satura del profilo Naturale. Non esiste una regolazione avanzata delle modalità colore e non è possibile modificare la modalità di risoluzione del display. Ciò semplifica le cose per l'utente, ma se si desiderasse regolare la temperatura del colore o passare dalle risoluzioni Full HD e QHD, il display del Pixel 6 Pro non potrà farlo.
Il sensore delle impronte digitali è posto al di sotto del display. In molti, almeno inizialmente alla sua uscita in USA, si sono lamentati della lentezza con la quale avviene lo sblocco dello smartphone. Diciamo che in tal senso non abbiamo avuto problemi ossia il Pixel 6 Pro si sblocca velocemente anche se non è tra gli smartphone più veloci sul mercato. Qualche tentennamento ogni tanto nel riconoscimento c’è ma diciamo che non abbiamo avuto problemi nello sbloccare il device durante la nostra prova.
Analisi Tecnica Display - Google Pixel 6 Pro
Gamut
Bilanciamento del bianco
Curva di gamma
Fedeltà cromatica (DCI-P3)
L'analisi al colorimetro conferma un ottimo lavoro svolto da Big G in fase di calibrazione del display, con la modalità "Colori naturali" che si offre come la più precisa in termini di saturazione massima e a valori intermedi. Le modalità "Colori migliorati" e "Colori adattivi", comunque, sono anch'esse molto precise, andando a modificare la saturazione dei vari colori primari e complementari sono a valori intermedi, senza esaltare troppo l'estensione del triangolo di gamut secondo il riferimento DCI-P3.
Si tratta di un comportamento diverso rispetto a molti altri top di gamma Android, che invece estendono la saturazione massima dei colori spingendosi oltre lo standard. Tutte le modalità sono adatte all'elaborazione di foto e video, anche se - come già detto - è la modalità Colori naturali ad essere la preferibile in tal senso: nei grafici che abbiamo riportato poco sopra possiamo notare un buon bilanciamento del bianco lungo tutta la progressione tonale (anche se è presente una leggerissima dominante verde), e una precisa curva di gamma secondo lo standard 2.2 con solo un lieve scostamento che risulta impercettibile ad occhio nudo. Buono anche il DeltaE secondo i colori del Macbeth Color Checker, test che usiamo per valutare la fedeltà cromatica utilizzando 18 campioni di colore con livello di saturazione intermedia, pari a 2,4.
Riproduzione HDR
Gamut
Gamma
Per quanto riguarda i contenuti in HDR, Google Pixel 6 Pro propone una qualità d'immagine eccellente, fra le migliori mai viste su smartphone con una luminanza massima pari a 850 nit, raggiungendo il clipping con il bianco al 95% (la curva inizia però ad essere smorzata, discostandosi dalle intenzioni del regista, a partire dal 70%). La riproduzione di contenuti in HDR segue il riferimento DCI-P3 in quanto a saturazione massima dei colori, proponendo un'estensione cromatica in linea con quanto dettato dallo standard.
In definitiva un pannello di ottima qualità, che conferma la tendenza dei modelli di ultima generazione a voler offrire una fedeltà cromatica di livello semi-professionale, adatta anche all'editing fotografico avanzato. Il tutto abbinato a una luminanza massima ben superiore ai 1000 nit, che consente di utilizzare lo smartphone praticamente ovunque, anche in ambienti esterni con forte luce ambientale.
HARDWARE: Tensor è il primo chip ''made in Google''
Una delle novità più importanti di questo nuovo Google Pixel 6 Pro riguarda l’hardware. Lo smartphone infatti possiede il nuovissimo e proprietario chipset Tensor di prima generazione di Google. Sviluppato e prodotto in collaborazione con Samsung, prospetta sulla CPU un aumento delle prestazioni dell’80% più veloci e prestazioni della GPU del 370% più veloci rispetto al Qualcomm Snapdragon 765G che si aveva con il passato Google Pixel 5.
Dal 2017, Google ha lavorato in gran segreto alla creazione di un chipset personalizzato per i Google Pixel che lo collocherebbe davanti alla concorrenza in termini di ciò che potrebbe essere ottenuto utilizzando l'apprendimento automatico di Google e i progressi nella fotografia computazionale. Google ha adottato un approccio diverso con il chipset Tensor, integrando diverse unità di elaborazione pronte a gestire istruzioni dal software in modo armonioso. Ad esempio, l'app Google Lens deve inviare istruzioni a CPU, GPU, ISP e TPU (Tensor Processing Unit) per restituire un risultato.
L'approccio di Google a questo chipset è diverso dagli altri. Sappiate infatti che possiede una conformazione 2+2+4 core. Tensor è infatti composto da due potenti core Cortex-X1 con un clock massimo di 2,8 GHz, una coppia di core Cortex-A76 a 2,25 Ghz e un cluster quad-core a bassa potenza di Cortex-A55 con clock a 1,8 GHz. Tensor di Google ha ottimizzato i doppi core X1 per gestire le attività di livello medio utilizzando una parte del carico di lavoro in modo più efficiente piuttosto che massimizzare i core medi. Per la grafica, c'è invece una Mali G78 MP20 a 20 core. Questa TPU all'interno del chip Tensor ha un motore di apprendimento automatico. Questo componente del chip Tensor gestisce le nuove funzionalità della fotocamera, tra cui il nuovo algoritmo HDRnet per le riprese video e un modello linguistico aggiornato utilizzato dall'Assistente Google che consente una migliore velocità e precisione di traduzione. Non solo perché il chip Tensor è in grado di funzionare con altre parti del chipset come l'ISP o la CPU per eseguire attività utilizzando meno energia. C'è anche un "Hub contestuale" che gestisce attività in background o "esperienze ambientali" come il display sempre attivo e le funzionalità Now Playing senza prosciugare la potenza.
L'obiettivo di Google con il chip Tensor è che tutti i componenti all'interno funzionino insieme in modo efficiente anziché ottimizzare la velocità di picco. Il chip Tensor di Google è progettato per prestazioni più efficienti delle attività simultanee delle app, della trascrizione della lingua e della traduzione. Ciò migliora la velocità dei risultati vocali con l'Assistente Google ed elabora le informazioni da e verso Google in modo più efficiente.
Google Pixel 6 Pro | Google Pixel 6 | ||
OS (al lancio) | Android 12 |
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Processore | Google Tensor (5nm) 2 x Cortex-X1@ 2.80 GHz 2 x Cortex-A76 @ 2.25 GHz 4 x Cortex-A55 @ 1.80 GHz |
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RAM | 12 GB | 8 GB | |
Display | LTPO AMOLED 6,71" (19.5:9, 512 PPI) | AMOLED 6,4" (20:9, 411 PPI) | |
Risoluzione | 3120 x 1044 - (120Hz) | 2400 x 1080 - (90Hz) | |
Storage | 128 GB UFS 3.1 | 128 GB UFS 3.1 | |
Fotocamere | Retro: Fronte: |
Retro: Fronte: |
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Extra | 5G |
5G |
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Porte | USB 3.1 Type-C |
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Batteria | 5.000 mAh Ricarica rapida |
4.614 mAh Ricarica rapida |
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Dimensioni | 163,9 x 75,9 x 8,9 mm | 158,6 x 74,8 x 8,9 mm | |
Peso | 210 gr | 207 gr |
Sebbene Google Tensor sia un chipset avanzato per gli standard odierni, ciò non significa che infrangerà le classifiche dei benchmark. Effettivamente mettendolo alla prova lato benchmark abbiamo visto che a partire da Geekbench 5, Pixel 6 Pro è andato bene nel test single-core, mostrando punteggi tra i dispositivi che utilizzano Snapdragon 870 e Snapdragon 888. I punteggi multi-core hanno posizionato Tensor proprio attorno allo Snapdragon 778G. Altrimenti, ha ottenuto un punteggio dietro altri dispositivi con Snapdragon 865, Snapdragon 870 e Snapdragon 888. Stessa cosa con Antutu 9 dove si è classificato dietro lo Snapdragon 888.
Benchmark - Google Pixel 6 Pro
I numeri grezzi delle prestazioni di Google Tensor mostrano che non è il migliore nelle attività della CPU, ma se la cava molto bene in situazioni ad alta intensità grafica grazie alla sua GPU a 20 core. Proverbialmente, non dovremmo prendere a cuore questi numeri. Con Google Tensor abbiamo riscontrato prestazioni quotidiane eccellenti da vero top di gamma.
Sul gaming la situazione non cambia, con un Pixel 6 Pro che se la cava egregiamente. Come altri della concorrenza sappiate che con giochi esosi in termini di grafica lo smartphone reggerà senza problemi ma palesemente tenderà a scaldarsi molto. Forse manca un pochino di dissipazione termica soprattutto con giochi importanti e proprio in queste condizioni non possiamo che veder scendere la percentuale della batteria rapidamente, in linea comunque con quello che accade anche con altri device. Certamente, un carico all-core ossia di punta estrema non è davvero uno scenario praticabile nel mondo reale, ma mostra chiaramente che il Pixel e il suo sistema di raffreddamento potrebbero fare di meglio soprattutto contando che si parla di un chip realizzato ad hoc per i Google Pixel.
Per il resto però nell'uso quotidiano il Google Pixel 6 Pro si è comportato molto bene. Il telefono si è riscaldato a malapena anche dopo una sessione di editing video o anche nel girare video alla massima risoluzione. Il telefono può gestire facilmente le attività quotidiane senza alcun problema spingendosi anche oltre nei limiti, come abbiamo visto.
INTERFACCIA GRAFICA: Android 12 è davvero smart
Android 12 e Material You: sono questi i due ingredienti software che compongono l’interfaccia utente di Google Pixel 6 Pro. Un’interfaccia che cambia ancora una volta e che diventa ora ancora più concorrente delle più blasonate One UI di Samsung o ColorOS di OPPO. La sensazione è che Google non voglia più dimostrare come funzioni Android o indicare la strada che gli altri brand devono seguire, quasi più offrire una valida e concreta alternativa a ciò che c’è sul mercato. Android 12 è pieno di funzionalità, di novità grafiche, di widget rivisti completamente e di sicurezza a livelli estremi.
Per la prima volta, Google propone su Android un proprio theme engine ossia un supporto completo alla personalizzazione dei temi classici che si discosta da quanto visto su altre interfacce personalizzate. L'idea di Google è quella di partire dallo sfondo, sia predefinito o una qualsiasi altra immagine, e da lì il sistema proporrà una serie di 4 palette di colori che si abbineranno bene con quello sfondo. Questi colori saranno poi applicati a tutti gli elementi del sistema operativo, dai quick toggle, agli sfondi delle schermate e qualsiasi altra cosa anche all'interno delle varie applicazioni.
Graficamente gli elementi grafici del sistema sono stati ritoccati, stondati, spaziati e le animazioni sono più consistenti, fluide e belle. C’è senza dubbio una maggiore attenzione al dettaglio che si era vista meno su di una versione di Android. Tutto è davvero "a misura di dita", e questo non può che rendere ancora più piacevole l’uso quotidiano del sistema. Graficamente cambia anche il pannello dei quick settings con i toggle più grandi proprio come anche le notifiche nuovamente ridisegnate.
Tirando giù la tendina abbiamo un primo livello con 4 toggle e le notifiche subito sotto se poi si decide di abbassare ancora di più il menu a tendina ecco che i toggle diventano otto a cui si aggiunge anche la barra della luminosità. Qui le notifiche spariscono ma compaiono tre tasti: uno per modificare numero e posizione dei toggle, uno per spegnere il dispositivo ed uno per entrare nelle impostazioni. Se i toggle sono ancora più grandi e più facili da usare ecco che anche le notifiche risultano ancora più leggibili con le classiche frecce per espanderle ed eventuali pulsanti in basso per interagire con la notifica stessa.
I miglioramenti di Android 12 sono apparsi anche sulla Privacy. Qui Google ha ben pensato di creare una vera e propria Dashboard ossia una sezione dedicata che permette di avere una visione precisa di quali applicazioni richiedono la posizione, la fotocamera, il microfono e altri elementi che possono venire gestiti direttamente dall’utente con i permessi. Come fatto da Apple, anche Google, propone ora la comparsa in alti nella barra di alcuni indicatori che permettono di visualizzare se l’app sta utilizzando il microfono o la videocamera o entrambi.
Comoda la ricerca approfondita che possiamo ottenere dal menu delle applicazioni. In questo caso basterà digitare qualsiasi cosa sulla barra di ricerca in alto e non solo il Google Pixel 6 Pro permetterà di visualizzare le applicazioni ma andrà anche a cercare riferimenti inerenti i contatti, i messaggi, le azioni dell’assistente vocale e molto altro ancora.
Sappiamo bene come Google ci metta del suo a livello di Intelligenza artificiale. Con Android 12 e soprattutto con il nuovo Pixel 6 Pro tutto questo è all’ennesima potenza. Si parte con le traduzioni dove Google propone una novità importante ossia una trascrizione molto più rapida e affidabile della voce in testo, accelerando così i tempi di risposta dell'Assistente Google con i vocali. Anche la traduzione viene aggiunta a questo: migliora la modalità Traduttore di Google quando si ha bisogno di aiuto per parlare con qualcuno nella sua lingua madre o se si sta utilizzando un'app di messaggistica supportata.
La Traduzione simultanea funziona davvero bene ad eccezione di qualche errore più che comprensibile. In questo caso la funzionalità è nascosta nelle Impostazioni di sistema ed è necessario scaricare manualmente la lingua da cui si vuole tradurre. Comodo scrivere, venire tradotti e poter inviare un messaggio o ancora riceverlo e avere la traduzione dello stesso. E non solo perché la Traduzione Live funzionerà anche per tradurre un determinato contenuto vocale, a condizione che sia in inglese, francese, tedesco, italiano o giapponese (Beta). Il suono proveniente da una sorgente video o audio verrà trascritto e tradotto in tempo reale. Funziona? Sì effettivamente funziona anche se chiaramente la funzione non è ancora ottimale con le parole che vengono aggiunte non in modo immediato. Ma di fatto è veramente un passo in avanti incredibile e Google in questo è anni luce avanti a tutti.
FOTOCAMERA: finalmente 3 sensori da top di gamma
Google Pixel 6 Pro offre un hardware della fotocamera completamente rinnovato, atteso da tempo e molto apprezzato. Tutte e quattro le fotocamere (tre principali + una selfie) sono dotate di sensori aggiornati e più grandi rispetto al passato, mentre il chip Google Tensor sfrutta il nuovo hardware della fotocamera e le modalità di scatto.
A livello tecnico ecco che la fotocamera principale vede un sensore Samsung ISOCELL GN1 1/1.31" da 50 MP con autofocus dual-pixel e stabilizzazione ottica dell'immagine dietro un obiettivo f/1.85 e pixel di dimensioni pari a 1.2µm. Questo sensore può raccogliere 2,5 volte più luce rispetto al precedente sensore da 12,2 MP. C'è anche un modulo di messa a fuoco automatica assistito da un laser e da un gradito ritorno quello del sensore Spectral/Flicker. Nonostante il sensore principale da 50 MP, le immagini vengono realizzate a 12,5 MP come spesso accade anche con altri brand.
C’è poi una fotocamera con sensore a periscopio da 48 MP con zoom ottico 4X. Questo sensore da 1/2" ha pixel da 0,8 µm e si trova dietro un gruppo obiettivo con apertura f/3,5 e dispone anche di PDAF e OIS. Utilizzando una combinazione di zoom Super Res e questo zoom ottico 4X, Pixel 6 Pro può raggiungere fino a zoom 20X.
La terza fotocamera è la ultrawide aggiornata con un sensore da 12 MP con pixel da 1,25 µm e un obiettivo con apertura f/2,2. Infine la fotocamera frontale da 11,1 MP aggiornata con un ampio 20 mm rispetto all'obiettivo da 24 mm del Pixel 5. I pixel qui sono leggermente più grandi a 1,22 µm rispetto a 1,12 µm del Pixel 5. Sul Pro, la registrazione video 4K è possibile con la fotocamera frontale, anche se solo a 30 fps.
A livello funzionale l'app della fotocamera è una novità per gli utenti grazie ad Android 12. Nella schermata principale è presente un ingranaggio per le Impostazioni nell'angolo in alto a sinistra e un'opzione di salvataggio nell'angolo in alto a destra. Passare da una modalità di scatto all’altra è quanto mai semplice visto che basterà uno swipe sul menu posto in basso.
Si potrà quindi avere modalità "Fotocamera" per impostazione predefinita per le foto quindi da sinistra a destra, le modalità di scatto: Foto Notturna, Movimento (Panning o Esposizione lunga), Ritratto, Fotocamera, Video e Modalità che consente di accedere alle diverse altre funzionalità quali Panorama, Photo Sphere e Google Lens. Google aggiunge un nuovo misuratore per regolare il bilanciamento del bianco direttamente nel mirino, insieme ai cursori già visti per Ombra e Luce. C'è anche un'opzione per scattare immagini RAW, ma è necessario prima abilitare il tutto nelle impostazioni.
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Principale
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Sensore Samsung ISOCELL GN1 da 50 MP
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Obiettivo grandangolare con apertura f/1.9
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Pixel Size - 1.2 µm
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OIS - Dual Pixel PDAF - Laser AF
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Ultra - Grandangolare
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Sensore da 12 MP
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Obiettivo 114° di visione con apertura f/2.2
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Pixel Size - 1.25 µm
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Telephoto Periscopio Camera
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Sensore da 48 MP
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Obiettivo con apertura f/3.5 - 104 mm
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OIS - PDAF - zoom 4x ottico
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Pixel Size - 0.8 µm
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Dual flash LED
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Video 4K @ 30/60 fps - 1080p. @ 30/60/120/240 fps
Come scatta il nuovo Google Pixel 6 Pro?
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Foto di giorno: nelle foto di giorno lo smartphone ci piace molto. Le immagini hanno una resa notevole con elevati dettagli, un'eccezionale gamma dinamica, colori vivaci e contrasto elevato. Notiamo anche che il bilanciamento del bianco di Google è leggermente freddo come è consuetudine con le fotocamere Pixel. Le foto sono molto chiare, a volte anche troppo. Non succede sempre e questo dipenderà dalla situazione. Buona anche la percezione della profondità negli scatti anche se in generale Google potrà notevolmente migliorare gli scatti soprattutto agendo sulla morbidezza e sulle ombre che non garantiscono sempre la migliore percezione della scena.
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Foto al buio: nelle condizioni di luminosità più difficili i risultati raggiungono anche qui livelli elevati risultando ben bilanciati con dettagli altrettanto contrastati. Ci sono solo alcuni rumori che sfuggono al software ma che riguardano davvero zone molto scure perché per il resto il lavoro realizzato dalla principale è notevole anche senza attivare la modalità Notturna. In questi scatti, le scene sono rappresentate accuratamente e il bilanciamento del bianco è abbastanza coerente e preciso, anche quando c'è più di una sorgente luminosa. Il sensore periscopio agisce bene e permette di avere risultati nella norma soprattutto con l’uso della modalità Notturna che permette realmente di vedere al buio la scena. La fotocamera ultrawide non deve essere utilizzata di notte senza la Night Shift abilitata. C’è sicuramente più rumore rispetto agli altri sensori ma il risultato in generale è buono.
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Modulo ultra-wide: la fotocamera ultrawide del Pixel 6 Pro è in grado di catturare più luce grazie ai suoi pixel più grandi. La gamma dinamica è il miglioramento più evidente, seguito dalla maggiore vivacità dei colori. Anche la soppressione del rumore è migliore rispetto al passato. Peccato per l’assenza della messa a fuoco automatica su questa fotocamera ultrawide che dunque non permette di realizzare foto macro. I risultati sono comunque buoni per qualità dei colori, del contrasto o anche del bilanciamento del colore. L’algoritmo e la lente lavorano bene nella correzione dell’effetto a barilotto che raggiunge un elevato livello riuscendo a scattare foto con ampiezza a 114 gradi.
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Zoom: direttamente nell’app della fotocamera è presente una preimpostazione per lo zoom 2X, che ritaglia un'immagine dallo scatto con la fotocamera principale. C'è una morbidezza molto sottile in queste foto che solo un occhio esperto potrebbe notare, mentre a livello visivo lo scatto è bello e anche molto elaborato. La fotocamera periscopica supporta come detto lo zoom ottico 4X e le immagini riprese sono buone con un aspetto forse differente da quanto visto con le riprese con la cam principale ma che di fatto non possono che accontentare gli utenti. Anche qui c’è tanta elaborazione da parte dell’algoritmo di Google che rende il tutto comunque molto accurato e molto naturale soprattutto rispetto agli scatti a 2x. La gamma dinamica è eccellente e i colori sono fedeli. Utilizzando il 10X Super Res Zoom si scopre che gli scatti sono puliti, i dettagli presenti e ancora poca rumorosità segno di un ottima post produzione.
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Selfie e Ritratti: le foto di ritratto hanno le modalità 1X e 2X che sembrano basate su lunghezze focali di 50 mm e 70 mm. Come sempre i ritratti sono fantastici con Google e non potevano essere da meno nemmeno questi con il Pixel 6 Pro. La separazione dei soggetti è ottima. Qui a differenza del passato Google agisce con la fotocamera principale con alcuni dettagli a volte tralasciati. Stessa cosa per i selfie che sono comunque ottimi, con buoni colori e con una buona dose di dettaglio.
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Video: sfruttando Tensor, Google Pixel 6 Pro può registrare video fino a 4K a 60 fps con HDRnet che consente sostanzialmente l'elaborazione della mappatura dei toni e una correzione HDR applicata a ogni fotogramma del video. I frame video vengono parzialmente elaborati direttamente sull'ISP e sappiate che sono addirittura 498 milioni, il numero di pixel al secondo che Tensor può elaborare per secondo di registrazione video. Il video 4K dalla fotocamera principale è fantastico. Non c'è quasi alcun rumore e la gamma dinamica è accurata con colori vivaci.
Da sottolineare infine la presenza di una funzionalità che ha fatto gridare al miracolo quando Google l’ha esternata in fase di presentazione. Parliamo della Gomma Magica ossia la possibilità da parte dell’algoritmo di Google di riconoscere oggetti o soggetti in una foto e di cancellarli in modo del tutto automatico con un semplice tap. Una feature che funziona sul serio, anche se non sempre, e che permette di scattare una qualsiasi foto e di modificarla poi a posteriori andando ad agire proprio con un dito sugli oggetti o sui soggetti che si vuole eliminare dalla scena e che Google stessa ha evidenziato.
AUTONOMIA: si può fare di meglio
Google Pixel 6 Pro ha una potente batteria da 5.000 mAh con supporto per la ricarica a 30 W anche se quest'anno Google ha deciso di non includere più i caricabatteria nella confezione. L’azienda ha rilasciato comunque un nuovo adattatore da 30W che sarà disponibile sul Google Store per chi non lo possiede o vorrà comprarlo, anche se sappiate che qualsiasi carica batterie da 30W permetterà di ricaricare lo smartphone. Oltretutto c'è anche il supporto fino a 23W tramite ricarica wireless ma solo con la nuova versione del Google Pixel Stand. Non è ancora disponibile da Google, sebbene Pixel 6 Pro supporti la ricarica wireless Qi e la ricarica wireless inversa.
Pixel 6 Pro di Google è pubblicizzato per durare almeno 24 ore con un utilizzo classico e addirittura 48 ore con il risparmio energetico estremo che può essere attivato manualmente o sotto programmazione in base all’orario o alla percentuale di carica residua ed è pronto a disattivare molte funzionalità come il Wi-Fi, l’hotspot ma anche attività in background o l’assistente vocale di Google.
Diciamo che le prove sul campo non sono proprio quelle dichiarate da Google ma di fatto non possiamo lamentarci. Solitamente siamo arrivati sempre a sera con un residuo di carica intorno al 10%: questo significa che l’autonomia risulta nella media con altri device. Certamente con un processore creato in casa da Google e l’ottimizzazione massima che si poteva ottenere con esso tramite software, ci si poteva attendere di più. I miglioramenti però ci sono stati nel corso di questi primi mesi di vita dello smartphone, che sappiamo è stato rilasciato ad ottobre 2021 in USA, segno che l’azienda sta lavorando per ottimizzare al meglio il device.
CONCLUSIONI
Quando Google ha dichiarato che uno smartphone della serie Pixel top di gamma sarebbe tornato sul mercato di certo ha lasciato di stucco un po’ tutti dopo che la stessa azienda aveva commercializzato solo device di fascia media e non in tutti i mercati. Vedi Google Pixel 5 che in Italia non ha mai visto vita.
Di certo i problemi di approvvigionamenti dei componenti non hanno permesso a Google di lanciare i nuovi Pixel 6 e 6 Pro con la stessa forza con la quale avrebbe voluto in principio. I device sono stati venduti dapprima negli USA e in altri mercati selezionati con quelli della Francia, Germania e Gran Bretagna. L’italia arriva solo oggi ma di fatto c’è e per fortuna. Sì, perché il nuovo Google Pixel 6 Pro è un telefono capace di dare soddisfazioni agli utenti che lo sceglieranno.
È un device dall’aspetto decisamente moderno, originale e sicuramente premium. A livello hardware le fotocamere sono state finalmente aggiornate e Android è un sistema operativo maturo, sicuro e capace di promettere almeno 5 anni di supporto software, inclusi tre anni di aggiornamenti del sistema operativo e 5 anni di patch di sicurezza. Le fotocamere sono estremamente capaci con colori profondi e dettagli ben definiti, anche se sicuramente c’è margine di miglioramento da parte di Google lato software. Ci piace molto la funzionalità gomma magica ma ci piacciono anche i video molto ben stabilizzati e di qualità.
Google Pixel 6 Pro è davvero una meravigliosa versione di Android che molti stavano aspettando. Un device completo con un display a 120Hz di refresh rate, con un processore, Google Tensor, creato appositamente in casa per la massima ottimizzazione e ancora un comparto fotografico con sensore a periscopio per gli scatti in lontananza. E poi c’è il prezzo: 899€ per avere l’unica versione da 12GB di RAM e 128GB di memoria interna non espandibile. È un prezzo fortemente ragionato da Google che si pone ben al di sotto dell’asticella dei 1000€ e ben al di sotto anche di quelli che sono i prezzi dei top di gamma della concorrenza.
Ed è forse questa la vera chiave per capire questo Google Pixel 6 Pro. Un telefono che anche nel prezzo sembra riportare Google ai vecchi Nexus capaci di riscuotere un grande successo tra gli utenti più puntigliosi. Google ha continuato a innovare nelle funzionalità del software e ha persino fatto di tutto per personalizzare il chipset per sfruttare più funzionalità esclusive nel suo Pixel, spingendo al contempo i propri limiti con la fotografia. Non è ancora tutto fatto al meglio ma ci piace la strada oggi intrapresa da Google.
25 Commenti
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A me sta cosa mi fa impazzire. Scrivere se PD o quickcharge pare brutto?
Uno non può impazzire per i caricabatteria.
pixel 5
FAN-TAS-TI-CO
E non ha mai avuto un solo problema di quelli che tanto hanno agitato i vari forum
che in italia non esiste..
FAN-TAS-TI-CO
E non ha mai avuto un solo problema di quelli che tanto hanno agitato i vari forum
quoto. ho abbandonato un forum in alta definizione proprio perchè la gente parlava nella migliore delle ipotesi senza nemmeno averlo tra le mani.
miglior telefono overall che abbia mai avuto rapportato al prezzo, mio dal day 1 con forwarder dalla germania. le ultime due patch hanno poi sistemato definitivamente alcuni aspetti del software
idem!
Assurdo quel forum, totalmente fuorviante, oltre che inutile.
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