Oppo Reno: display senza notch e che ottimizzazione! Ma manca ancora qualcosa. La recensione

La nuova serie Reno di Oppo arriva in Italia e lo fa prima con il più parco smartphone della serie ossia quello senza il sensore a periscopio. Una versione meno prestante sull’hardware anche se praticamente identico esteticamente al fratello maggiore. Cosa ci ha convinto e cosa no di questo nuovo Oppo Reno. Ecco la nostra recensione.
di Bruno Mucciarelli pubblicato il 31 Maggio 2019 nel canale TelefoniaOppo
Oppo è ormai entrata nel mercato europeo con grandi pretese ossia quelle di conquistare un’importante fetta di mercato a discapito delle più importanti aziende produttrici di smartphone. L’azienda cinese è sempre stata all’avanguardia nello sperimentare, ma anche nel rendere reali alcune novità tecnologiche che altre aziende hanno poi portato nei loro device. Parliamo della fotocamera anteriore a scomparsa che Oppo aveva per la prima volta inserito nel suo device N1 ma anche successivamente nel nuovo Oppo Find X. Due “genitori” dell’attuale nuova serie Reno che si propone in due diverse varianti, una con un sensore al posteriore triplo con periscopio annesso, ed una, quella da noi provata, meno performante a causa di un processore inferiore, “solo” doppia cam al posteriore ma comunque con un design identico e affascinante.
Come si è comportato Oppo Reno alla gogna dei nostri test? Ve lo diciamo subito qui su Hardware Upgrade.
DESIGN: spesso ma che bello senza "scalini"
Partiamo subito dal design perché effettivamente quello che colpisce nell’immediato del nuovo Oppo Reno è il suo aspetto estetico sia nella parte anteriore che in quella posteriore. Da una parte abbiamo un display completamente borderless che non presenta alcun tipo di notch, lunetta o qualsiasi altra “protuberanza” particolare a schermo. Il pannello mostra solo delle cornici ridottissime in tutti i lati e il suo record riguarda proprio il rapporto tra display e corpo che con Oppo Reno riesce addirittura a raggiungere il 93.1% e questo significa solo una cosa: avere tanto di quello spazio per osservare video o contenuti multimediali che pochi altri permettono ad oggi.
Come detto anche il retro e la cornice permettono di rendersi immediatamente conto che Oppo ha deciso di dare un che di premium alla linea Reno. Al posteriore abbiamo un corpo unibody in alluminio satinato che nella colorazione Ocean Green garantisce un’originalità nell’aspetto del device oltre ad eleganza e bellezza. Oppo definisce il design dei nuovi Reno semplice ma geniale ed effettivamente quello che si propone al posteriore è qualcosa di minimale con il doppio sensore posto al centro in direzione verticale ma perfettamente integrato con la scocca senza alcun scalino di alcun genere. La superficie dell’Oppo Reno è completamente liscia ad eccezione di quel particolare “puntino” verde denominato “O-Dot” che permette di proteggere la fotocamera da urti e graffi mantenendo sempre quel tocco di eleganza.
Il resto è un telefono importante nelle dimensioni e nel peso. Da una parte abbiamo un’altezza di 156.6 mm per una larghezza di 74,3 mm con uno spessore importante di 9 millimetri che, come detto, permette di avere a filo i sensori delle fotocamere non rendendo comunque “tozzo” il device, grazie anche alla presenza di un profilo posteriore tondeggiante. Il peso premium è invece di 185 grammi a causa dell’utilizzo di alluminio e vetro. A livello di pulsanti troviamo i classici dell’accensione e spegnimento sul lato destro mentre sul lato opposto quelli del volume.
Niente di anomalo poi da segnalare visto che nella parte inferiore lo smartphone possiede una feritoia per nascondere l’altoparlante di sistema quindi il foro per il jack delle cuffie classico da 3,5mm e, al centro, la porta USB Type-C per la ricarica veloce. Nella parte invece superiore viene posizionata la “pinna di squalo” ossia la cornice che appare e scompare a comando e dove Oppo ha deciso di posizionare il sensore anteriore senza dunque avere poi problematiche con il display. Il meccanismo è completamente nuovo rispetto a quello visto con Oppo non solo per design, visto che esce a triangolo o a “pinna di squalo” come detto dall’azienda, ma anche per funzionamento visto che il movimento è praticamente impercettibile sia a livello di rumore che anche di velocità.
Oltretutto Oppo certifica il meccanismo di apertura e chiusura della fotocamera anteriore per oltre 200.000 volte e questo significa che per almeno qualche anno gli utenti non dovrebbero avere alcun tipo di problema. Il meccanismo risulta più reattivo e molto meno delicato rispetto a quello del Find X. Oltretutto grazie ai sensori di movimento in caso di accidentale caduta, lo smartphone percepisce il problema e prima della caduta stessa tende a richiudere in automatico la fotocamera per preservarla.
DISPLAY: quanta luminosità!
Il display è senza dubbio una delle componenti che maggiormente colpisce del nuovo Oppo Reno sia per la qualità del pannello ma anche e soprattutto per quella libertà che solo un display senza notch e fori permette di realizzare. Il nuovo modo di utilizzare lo smartphone per la visione di contenuti multimediali non fa che richiedere sempre più superficie utilizzabile chiaramente non esagerando nelle dimensioni del corpo. Oppo in questo ha raggiunto un ottimo compromesso visto che ha deciso di posizionare in questa versione un pannello da 6,4 pollici con form factor 19.5:9 e, come detto in apertura, con un rapporto tra display e corpo pari addirittura al 93,1%.
Il pannello è a matrice AMOLED e non si può che affermare la bontà dello stesso con risultati elevati di luminosità come anche di qualità. Un pannello con un valore di luminosità elevato, una fedeltà cromatica buona e soprattutto saturazione dei colori al top con una tendenza solo leggera alla colorazione blu. Oltretutto Oppo permette tramite la sua ColorOS di calibrare e dunque personalizzare il pannello e qui l’utente può permettersi di porre la temperatura più fredda oppure più calda variando tramite il menu specifico. Peccato non poter modificare con dei preset specifici che spesso rendono più facile all’utente la modifica in base agli utilizzi.
Presente un sensore per il riconoscimento delle impronte digitali al di sotto del display. Il suo funzionamento è quello classico con la registrazione dell’impronta del proprietario tramite procedura guidata. Lo sblocco viene eseguito sempre in modo preciso e veloce e non è mai capitato che si dovesse usare la sequenza o il pin a causa di un erroneo riconoscimento dell’impronta. Ben fatta la feritoia per il posizionamento della capsula auricolare che praticamente va a nascondersi nella cornice del pannello anteriore e quella del device. Da non dimenticare anche la presenza di un sistema “Always On” capace di far apparire a schermo spento delle informazioni come orario, data, percentuale della batteria senza però incidere sulla batteria e senza dunque dover continuamente accendere e spegnere il display.
HARDWARE: tutto nella norma, senza intoppi
Oppo Reno in questa prima versione da noi provata non possiede il più prestigioso Snapdragon 855. Qui abbiamo invece il suo fratellino minore ossia lo Snapdragon 710 che risulta un SOC già più volte incontrato grazie ad altri device concorrenti che lo utilizzano. A livello tecnico il processore di Qualcomm risulta di fascia medio alta con otto processori Kryo 360, di cui due a 2.2 GHz e i restanti sei a 1.7 GHz. A livello grafico presente il nuovo Adreno 616 e soprattutto per Oppo Reno vi è la collaborazione di 6GB di RAM che garantiscono una buona fluidità, una elevata reattività ma anche delle ottime performance in rapporto al consumo energetico che non è per nulla eccessivo.
Sulla carta dunque un prodotto con un chipset di buon livello e sulla pratica tutto questo viene in qualche modo confermato visto che i risultati dei benchmark sono nella media con la concorrenza. Ma tralasciando i valori dei test si può osservare la fluidità che Oppo Reno possiede praticamente in quasi tutte le situazioni anche sotto stress. Buona la dissipazione del calore che permette di non avere praticamente mai un device surriscaldato in mano ma soprattutto non si hanno rallentamenti durante giochi pesanti o sessioni lavorative o di intrattenimento di un certo livello. Il lavoro di ottimizzazione da parte dell’azienda cinese è davvero puntiglioso ed ottimale e in questo dobbiamo rendere merito ad Oppo per il cambiamento che la ColorOS ha subito da questo punto di vista rispetto al passato.
OPPO Reno | |
OS (al lancio) | Android 9.0 Pie con ColorOS 6 |
Processore | Qualcomm Snapdragon 710 Octa-Core a 2.2GHz |
RAM | 6 GB |
Display | AMOLED 6.4" Full HD+ (19.5:9) |
Risoluzione | 2340x1080 px (402 PPI) |
Storage (al lancio) | 256 GB |
Fotocamera Posteriore | Dual Camera: |
Fotocamera Anteriore | 16MP (f/2.0) |
Extra |
4G LTE |
Porte | USB Type-C + jack da 3.5mm |
Batteria | 3.765 mAh + Ricarica rapida |
Dimensioni | 156.6 x 74.3 x 9.0 mm |
Peso | 185 gr |
Il resto della scheda tecnica parla di componenti di ultima generazione che vanno dalla presenza di un modem 4G VoLTE di Cat. 15, WiFi Dual Band ma anche Bluetooth 5.0 e GPS a doppia frequenza per la più veloce localizzazione.
INTERFACCIA GRAFICA: ancora non ci siamo
Sull’interfaccia, Oppo, ha lavorato davvero molto ma vi preannuncio che purtroppo ancora è il suo punto debole soprattutto in Europa. Stando ai numeri parliamo della ColorOS 6 ossia la sesta generazione che si basa sul nuovo Android 9.0 Pie. Come detto qualcosa di importante è cambiando e non solo graficamente ma anche e soprattutto “mentalmente”. La nuova ColorOS 6.0 porta con sé nuove soluzioni rispetto alla precedente versione che avevamo visto con R15 ma anche successivamente con Find X. Tante le personalizzazioni che l’interfaccia dell’azienda propone agli utenti anche se rispetto al passato la volontà di non distanziarsi troppo da Android “stock” è presente.
Per nulla belli, almeno soggettivamente parlando, i Quick Settings che appaiono in dimensioni enormi non appena si realizza uno swipe dall’alto verso il basso. Sono davvero tanto colorati, sono di dimensioni anomale e soprattutto non fanno che togliere spazio alle notifiche che si annidano nella parte bassa dello schermo ma che purtroppo partono dalla metà e dunque per l’utente è facile trovarsi a dover scorrere il menu per visionarle tutte.
Anche il menu è sì facilmente accessibile e ben visibile ma di fatto non bello da vedere con i suoi pulsanti di accensione e spegnimento delle funzionalità che rendono la ColorOS poco professionale rispetto al valore della stessa e dello smartphone. Oppo deve ancora lavorare da questo punto di vista soprattutto per il mercato europeo.
Presente la modalità classica o quella a “cassetto”: nella prima tutte le applicazioni vengono visualizzate nella schermata principale senza un vero app drawer che invece si può avere scegliendo la seconda modalità che permette di visualizzarle facendo uno swipe dal basso verso l’alto nella Home.
Possibile anche modificare la navigazione e soprattutto i pulsanti a schermo: qui si possono visualizzare, scegliendo la loro posizione, oppure si possono eliminare del tutto lavorando direttamente con gli swipe e quindi con le varie modalità a scorrimento. Insomma piccole lacune che potranno essere limate ma che al momento non permettono di godere al 100% dello smartphone come siamo ormai abituati ad avere con gli altri concorrenti.
FOTOCAMERA: ''solo'' doppia ma buona
A livello di fotocamere, il nuovo Oppo Reno, non è senza dubbio il top di gamma. A fare la differenza qui vi è la mancanza del terzo sensore a periscopio che invece l’azienda cinese propone come carta vincente nella versione più prestigiosa. In compenso qui, come detto, sono presenti due fotocamere al posteriore con sensore principale da 48MP ad apertura focale da f/1.7 e capace di lavorare sia alla massima risoluzione, anche se senza lo zoom 2x digitale, oppure andando a “croppare” ossia a ridurre l’immagine a 12MP interpolando quattro pixel in uno solo in modo da poter raccogliere più dati possibili. Accanto a questa principale presente invece un sensore secondario da 5MP con apertura da f/2.4 che lavora esclusivamente sulla profondità e dunque garantisce in parte ulteriori dettagli per la principale e in parte, in caso di ritratto, appunto l’effetto bokeh classico con sfocatura al posteriore del soggetto.
Lasciando da parte i numeri, Oppo Reno, realizza dei buoni scatti. I colori risultano molto reali e quello che si nota subito è una buona messa a fuoco veloce e precisa capace di regolare anche in modo altrettanto precisa la luminosità. Gamma dinamica ampia senza sovraesposizioni, senza artefatti e con una riduzione quasi totale del rumore. Interessanti dunque gli scatti in pieno giorno e soprattutto con una buona luminosità naturale dove Oppo Reno sfoggia la bontà del sensore Sony IMX586 che ormai viene usato dalla concorrenza Android.
Nelle occasioni in cui invece era presente meno luce artificiale, l’utente, potrà utilizzare la Modalità Notturna che chiaramente esalta lo scatto riuscendo ad aumentare la luminosità dove nella realtà non era presente. Gli scatti sono buoni, chiaramente aumentano gli artefatti come anche il rumore ma interessante notare il buon lavoro di Oppo in questa modalità che permette spesso di realizzare foto di un certo rilievo.
Come per altri device della concorrenza, Oppo Reno, permette all’utente tante modalità di scatto: dalla automatica alla Pro con la possibilità di settare tutti i parametri per una migliore foto. Quindi le solite panorama ma anche possibilità di realizzare Time Lapse o anche video in SlowMotion.
Buona la fotocamera anteriore da 16 Megapixel con apertura focale da f/2.0: veloce la sua messa a fuoco, come buono l’effetto di sfocatura raggiungibile semplicemente con un punta e scatta. Quello che rende effettivamente immediato lo scatto è anche il ben fatto meccanismo di apertura e chiusura posto nella parte alta dello smartphone che permette velocità di utilizzo.
Basta davvero tappare sull’icona della fotocamera anteriore per permettere la comparsa del sensore nella sua “pinna di squalo” davvero originale e riconoscitiva dell’Oppo Reno. In generale, un comparto fotografico dunque promosso che conferma l’ottimo approccio dell’azienda cinese in quest’ambito.
Per i video troviamo solo qualche piccola lacuna che essenzialmente riguarda l’assenza di un sistema di stabilizzazione ottica dell’immagine. La risoluzione infatti non tange l’utente che può realizzare video fino al 4K Ultra HD a 60fps ma di fatto nelle riprese con maggiore movimento si possono osservare alcuni sobbalzi che per la qualità del device non dovrebbero esserci. Buona invece la messa a fuoco che permette di realizzare pan veloci da un soggetto ad un altro e soprattutto interessante lo Slow Motion in Full HD a 240fps.
AUTONOMIA: porta a sera senza problemi
Convincente sicuramente la batteria che seppure da 3765 mAh, permette di arrivare a fine giornata senza troppe restrizioni e dunque senza dover ricorrere a risparmi energetici che comunque Oppo permette con la ColorOS. Chiaramente se lo si stressa fortemente la batteria scende velocemente ma di fatto lo standby del sistema operativo come anche situazioni di rete debole non decurtano fortemente la batteria.
Inevitabile non parlare della ricarica rapida che sappiamo essere un punto nevralgico della strategia di Oppo. Bastano davvero pochi minuti di ricarica con l’alimentatore in dotazione e il cavo USB Type-C per avere ragione di ore ed ore di autonomia. In questo possiamo confermare la forte bontà dell’azienda che si mantiene sempre in testa in questo campo ed integra su Reno il suo proprietario sistema Vooc 3.0 con caricabatterie da 40W.
CONCLUSIONI
Ci vogliono 499€ per portarsi a casa questo nuovo Oppo Reno. Un prezzo sicuramente importante che lo pone forse indietro a tanta concorrenza agguerrita la quale riesce a proporsi con prezzi un po’ più concorrenziali. Le caratteristiche tecniche lo fanno scontrare con il Mi 9 SE di Xiaomi ma anche con altri device come Honor 20 Lite e Huawei P30 Lite, i quali però propongono qualcosa in più a livello di fotocamere e processori ma ad un prezzo inferiore.
A favore di Oppo vi è senza dubbio una costruzione davvero esemplare del device grazie anche all’utilizzo di materiali premium come l’alluminio. Originale la finitura opaca al posteriore con uno spessore sì maggiore rispetto alla concorrenza ma che permette di avere le fotocamere a filo della scocca garantendo un vantaggio nell’osservare lo smartphone a livello di design. Un dispositivo ideale per chi vuole qualcosa di diverso.
Oppo con Reno aumenta ancora la qualità dei propri prodotti introducendo novità tecnologiche come la fotocamera a pop up dall’aspetto originale ben funzionante. Il fratello maggiore potrà fare sicuramente meglio e il sensore a periscopio farà gola a molti che vogliono un comparto fotografico di primo livello.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info(...) Le caratteristiche tecniche lo fanno scontrare con il Mi 9 SE di Xiaomi (...)
Scusate, la frase quotata sopra è un estratto dell'articolo originale.
Il link porta al sito di TomsHW.
Possibile?
Il link porta al sito di TomsHW.
Possibile?
muciaccia sabota dall'interno il sito
Effetto ottico?
Scusa ma solo a me il bosco verticale appare molto pendente verso destra?Devi effettuare il login per poter commentare
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