Xiaomi Mi 6 recensione: bello, fluido e costa poco

Xiaomi si conferma fra i produttori più temibili anche in questa generazione, con Mi 6 che rappresenta una fra le proposte al top del produttore. Non ha caratteristiche esclusive che fanno gridare al miracolo, né cornici striminzite, tuttavia è bello, ben fatto, ha ottimi materiali ed è anche dannatamente fluido e reattivo. Nella pagina trovate la nostra recensione completa.
di Nino Grasso pubblicato il 04 Luglio 2017 nel canale TelefoniaXiaomi
Recensione Xiaomi Mi 6
Escludere Xiaomi Mi 6 nella scelta dello smartphone da acquistare in questi mesi solo perché cinese sarebbe puro razzismo. Certo è che la situazione sul fronte della garanzia non è la stessa rispetto al servizio offerto da colossi ormai celeberrimi nei nostri mercati ufficiali, tuttavia Xiaomi ha dimostrato di saperci fare e di saper contrastare nomi blasonati quali Samsung ed LG senza alcuna paura, il tutto nonostante le mancanze storiche dei modelli al top della gamma. Non che sia una colpa di Xiaomi la mancanza della Banda 20 (800MHz) sui propri terminali della famiglia "Mi", visto che non sono venduti ufficialmente in Europa, tuttavia per chi ha scelto operatori telefonici che non usano quelle frequenze Xiaomi rappresenta di fatto un brand da considerare.
È totale conferma di questa affermazione il nuovo Xiaomi Mi 6, uno fra i primi smartphone in assoluto ad adottare Qualcomm Snapdragon 835, la Mobile Platform americana a 10-nm, e uno fra i dispositivi mobile dal migliore rapporto qualità-prezzo oggi disponibili sul mercato. Abbiamo avuto modo di provarlo diffusamente e in queste pagine vi riportiamo le nostre conclusioni basate su aspetti oggettivi e soggettivi. Ma andiamo con ordine e prima parliamo di numeri. Come detto poco sopra Xiaomi Mi 6 adotta SD835, piattaforma basata su una CPU che contiene 8-core con architettura Kryo custom (niente Cortex di ARM) di cui quattro a 2,45GHz e gli altri quattro a 1,90 GHz. Il SoC viene supportato da ben 6 GB di RAM (più di 4 liberi all'avvio) e 64/128 GB di storage, mentre lato display troviamo un pannello LCD IPS da 5,15 pollici a risoluzione Full HD.
Abbiamo recuperato il Mi 6 sul portale di e-commerce Gearbest (qui il link), e non abbiamo voluto effettuare modifiche al software nonostante ci fosse la presenza di una ROM "Global" modificata dal venditore per includere la lingua italiana. In questo modo possiamo riportare le nostre impressioni sullo smartphone nel modo in cui viene ricevuto dall'utente acquistandolo dallo store, senza aver necessità di compiere operazioni sullo stesso. La ROM custom introduce la suite delle applicazioni Google (fra cui Google Play Store) e pochissimo altro software, senza risultare invasiva con bloatware inutile o, peggio, adware. Proprio per questo abbiamo deciso di non installare la ROM Global ufficiale.
Xiaomi Mi 6 | ||
OS | Android 7.1 MIUI 8 (Custom) | |
Processore | Qualcomm Snapdragon 835 4 x Kryo 280 @ 2,45 GHz 4 x Kryo 280 @ 1,90 GHz |
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RAM | 6 GB | |
Display | LCD IPS 5,15" | |
Risoluzione | 1920 x 1080 (428 PPI) | |
Storage | 64 GB | |
Fotocamere | Retro | 12 MP f/1.8 27 mm + 12 MP f/2.6 52 mm Flash Dual-LED - OIS - PDAF Video 4K@30fps |
Fronte | 8 MP | |
Connettività | 4G LTE-A - No Banda 20 Wi-Fi 802.11ac dual-band Bluetooth 5.0 GPS / A-GPS / GLONASS NFC Sensore d'impronte frontale |
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Porte | USB Type-C No audio da 3,5mm |
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Batteria | Li-Ion 3.350 mAh non rimovibile Ricarica rapida |
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Dimensioni | 145,2 x 70,5 x 7,5 mm | |
Peso | 168 g |
Caratteristica peculiare dello smartphone è la sua fotocamera posteriore, che si basa su un approccio che abbiamo già visto con altri produttori: i moduli posteriori sono due, uno con obiettivo con lunghezza focale da 27 millimetri e l'altro con lunghezza focale da 52 mm per consegnare all'utente uno zoom 2X di tipo ottico. Entrambi utilizzano un sensore da 12 megapixel, ma ovviamente l'apertura di diaframma è più ampia sul modulo standard (f/1.8), inferiore sul modulo tele (f/2.6). La fotocamera posteriore viene abbinata ad un flash a doppio LED, può registrare video alla risoluzione 4K e mette a fuoco attraverso la tecnica a rilevamento di fase, utilizzata da diversi top di gamma delle ultime generazioni.
Lo smartphone utilizza inoltre un sensore di impronte situato nella parte frontale del dispositivo e per la ricarica (rapida con l'adattatore in dotazione) fa affidamento ad un connettore USB Type-C. Questa è l'unica porta lungo la scocca, dal momento che - come fatto da Apple e altri brand - manca il jack audio da 3,5 millimetri per auricolari e cuffie. In dotazione nella scatola originale troviamo un adattatore da USB Type-C a porta da 3,5 millimetri, ma ovviamente chi vuole ascoltare l'audio in cuffia e nel frattempo caricare il proprio smartphone non può farlo con quanto presente in dotazione con il Mi 6. La batteria è da 3.350 mAh e non può essere sostituita in maniera rapida.
Il tutto ad un prezzo che oggi non si discosta molto dalle 400 Euro.
Ergonomia, design
Esteticamente Xiaomi Mi 6 è uno smartphone ben riuscito e riconoscibile, che non si confonde con la concorrenza nonostante il logo Mi non sia impresso lungo la superficie frontale. Da spento è molto difficile distinguere il confine del display e quello delle cornici, con lo smartphohne che si presenta in maniera impeccabile e che può tranquillamente essere messo a confronto con i top di gamma di altri produttori. Lungo la parte frontale troviamo solo tre elementi riconoscibili alla vista: in alto la fotocamera frontale da 8 megapixel e la capsula telefonica, in basso il tasto Home in posizione ribassata con uno scalino che lo rende facilmente individuabile anche senza guardare il terminale.
Rispetto a Xiaomi Mi 5 il nuovo modello guadagna il vetro 2.5D con angoli arrotondati anche lungo la parte frontale, ed è di vetro anche la scocca posteriore (la versione da 128GB utilizza una scocca addirittura in ceramica, leggermente più pesante), i cui lati sono evidentemente smussati per favorire l'ergonomia. Lo smartphone risulta un po' scivoloso durante l'uso, e il vetro lucido dietro trattiene inevitabilmente le impronte di chi lo usa. Per smorzare queste due caratteristiche Xiaomi offre una custodia morbida nella dotazione originale, che peggiora sia il bell'aspetto esteriore del dispositivo che la sua ergonomia. La parte posteriore dello smartphone è estremamente essenziale: in alto a sinistra troviamo flash a doppio LED e i due moduli fotografici, in basso al centro il logo Mi.
I dettagli del frame in metallo sono realizzati con dovizia, o dovremmo dire da dispositivo premium. Anche la parte di metallo è lucida e non troppo distinguibile dalle due superfici in vetro, e contiene: in basso le due griglie per altoparlante e microfono con al centro la porta USB Type-C, da una parte tasto d'accensione e selettori del volume, dall'altra l'alloggiamento per le due SIM. La dotazione è abbastanza scarna, ma poco importa visto il prezzo di listino: mancano ad esempio gli auricolari, carenza che si fa sentire soprattutto per la mancanza di una porta "audio combo" da 3,5 millimetri. Avremmo sicuramente preferito un paio di cuffie USB Type-C in dotazione.
Non ci è piaciuto particolarmente il feedback aptico del motorino per la vibrazione: se quello di Galaxy S8 può essere decisamente vellutato (ad esempio digitando i tasti della tastiera virtuale) e potente (nelle notifiche), quello di Xiaomi Mi 6 è sempre troppo forte, caratteristica tipica degli smartphone più economici. Sì, lo sappiamo... siamo troppo pignoli.
Display
Il display di Xiaomi Mi 6 è piuttosto tradizionale. Non è né SuperAMOLED, né supporta risoluzioni native esagerate. Del resto anche Samsung, che su Galaxy S8 ha scelto una risoluzione Quad HD+, ha poi ripiegato lato software renderizzando di default un numero notevolmente inferiore di pixel. Per l'uso quotidiano la risoluzione nativa del pannello LCD IPS di Xiaomi Mi 6, la Full HD standard, non rappresenta assolutamente un problema e non fa rimpiangere le più elevate risoluzioni supportate dalla concorrenza. Non abbiamo nemmeno rimpianto troppo i display edge-less di Galaxy S8 o G6, belli sì ma ne possiamo anche fare a meno senza soffrirne troppo la mancanza.
Sulla base dei test che abbiamo effettuato utilizzando un colorimetro professionale, possiamo dire che il pannello usato da Xiaomi nel suo Mi 6 è di buona fattura: i colori vengono riprodotti tutti fedelmente, con il triangolo di gamut di riferimento che viene coperto nella sua interezza. Abbiamo riscontrato una leggera sovrasaturazione in praticamente tutte le tonalità, con il bilanciamento del bianco che è molto vicino al riferimento. Quasi impeccabile. L'unico difetto evidente del display di Xiaomi Mi 6 è con gli angoli di visione, che sono ottimi per quanto riguarda la riproduzione dei colori, ma ad angoli elevati il nero tende a schiarirsi visibilmente.
Il display dello smartphone è infine estremamente luminoso, con una luminanza massima che sfiora le 500 cd/m² con un rapporto di contrasto molto elevato, pari a circa 820:1. Questo significa che Xiaomi Mi 6 è fra i cellulari che si utilizzano meglio in ambienti esterni, anche sotto la luce diretta del sole. Di contro Xiaomi Mi 6 utilizza un pannello piuttosto pigro, capace di mostrare lievi scie con le animazioni più repentine senza comunque pregiudicare la qualità delle immagini. Di seguito tutti i grafici dei nostri test.
Software ed esperienza d'uso
Il software è l'aspetto che più minaccia il successo di Xiaomi, e non per le qualità intrinseche dello stesso. Indendiamoci, la MIUI 8 è probabilmente una fra le migliori personalizzazioni Android esistenti sul mercato, non tanto per l'aspetto esteriore - che è un aspetto puramente soggettivo - quanto per le prestazioni offerte. Anche grazie allo Snapdragon 835, ma non solo, Xiaomi Mi 6 è uno smartphone estremamente fluido, reattivo ed affidabile, sia nella navigazione web con il browser nativo, che nell'esecuzione delle app, native e di terze parti. Xiaomi ha svolto un egregio lavoro di ottimizzazione software che perdura ormai da anni, ottenendo grandi risultati sia sul fronte delle performance che su quello dell'efficienza energetica. Qual è l'intoppo, quindi?
Il problema di Xiaomi Mi 6 lato software, e probabilmente il problema più evidente di tutto lo smartphone, sta nella situazione delle ROM Custom in Europa. Xiaomi non vende ufficialmente nei mercati occidentali e, spesso, al rilascio dei dispositivi non è presente una ROM internazionale. Questo dà spazio ai vari venditori online di fare il bello e il cattivo tempo con le ROM dei dispositivi Xiaomi, installando versioni custom particolarmente intrise di bloatware e adware che compromettono - anche se non in maniera drastica - la piacevole esperienza d'uso dei terminali.
Nel nostro caso siamo stati fortunati: la ROM Global che abbiamo trovato sul nostro Mi 6 non era pesantemente modificata, e durante l'esperienza d'uso dello smartphone non abbiamo riscontrato problematiche evidenti né sul lato prestazionale né dal punto di vista dell'autonomia operativa. Non abbiamo riscontrato, quindi, né battery drain, né inspiegabili cali nella carica residua della batteria. Lato grafico la MIUI offre un'interpretazione di Android piuttosto minimalista e "giocosa", ma anche altamente personalizzabile con un negozio di temi proprietario che offre tantissime soluzioni, tutte molto personali, con set di icone a tema e personalizzazioni di varia natura.
Le app presenti nella nostra ROM Global custom sono parecchie, tutte essenziali: troviamo le tipiche di Google insieme a Google Play Store (nella International ufficiale non ci sono, e vanno caricate a parte), e diverse app di Xiaomi di ottima fattura per Meteo, Galleria, Temi, strumenti di vario tipo, un Gestore di file, il Calendario, e un Telecomando per sfruttare il sensore IR integrato. Il launcher nativo è alla iPhone, quindi senza una schermata separata per le app installate sul dispositivo: tutto quello che è presente al suo interno viene riversato, insomma, sulla Home.
Prestazioni e autonomia
Xiaomi Mi 6 adotta uno dei SoC migliori disponibili su piazza, lo Snapdragon 835 di Qualcomm stampato con tecnologie Samsung 10LPE a 10-nm. Si tratta di un SoC, o meglio una Mobile Platform come intende chiamarla Qualcomm, di ultima generazione basata esclusivamente su tecnologie proprietarie, come l'architettura Kryo per i core della CPU. Sono 8 in totale i core, quattro Kryo 280 Performance con frequenza operativa di 2,45 GHz e quattro Kryo Efficiency con frequenza operativa da 1,90 GHz. La GPU integrata nel SoC è anch'essa di fattura proprietaria, ed è il modello Adreno 540, mentre su Mi 6 la CPU è affiancata da un totale di ben 6 GB di memoria RAM. Ma diamo la parola ai nostri benchmark.
Inutile dire che lato prestazioni Xiaomi Mi 6 non pone limiti, consentendo all'utente di utilizzare qualsiasi software e qualsiasi videogioco presente su Google Play senza alcun problema. L'interfaccia del terminale scorre fluida in ogni circostanza, e anche le app native e di terze parti sono una gioia per gli occhi. Xiaomi ha compiuto un mezzo miracolo, rendendo i suoi smartphone Android fluidi quasi agli stessi livelli di un iPhone, che comunque ha un ecosistema proprietario e un'impostazione più chiusa.
Sul fronte dell'autonomia abbiamo effettuato i nostri consueti test affiancati all'uso quotidiano di tutti i giorni. Xiaomi Mi 6 si è comportato bene nei test sintetici, consentendo di raggiungere un'ottima autonomia operativa su singola carica soprattutto in navigazione Wi-Fi. La batteria integrata è da 3.350 mAh, numero interessante se consideriamo che il display è da "soli" 5,15 pollici e "solo" Full HD. Il tutto viene abbinato con il supporto della Quick Charge 3.0, che consente di recuperare una buona carica collegando il dispositivo alla presa di corrente per pochi minuti.
Per effettuare i nostri test abbiamo impostato la luminosità del display al valore di 200 cd/m² e, nel caso del test in navigazione Wi-Fi, utilizzato uno script automatizzato che simula l'interazione dell'utente con le pagine web, usando il browser nativo. Di seguito il risultato.
Come anticipato il risultato è ottimo in navigazione Wi-Fi, paragonabile a quello di Redmi 4 Pro (che monta una batteria da 4.100 mAh ma SoC a 14-nm) e di poco inferiore rispetto ai mostri con batteria da circa 5.000 mAh. Il test in riproduzione video Full HD è stato compromesso dal fatto che abbiamo utilizzato il software VLC, e non i software nativi che abbiamo utilizzato con gli altri terminali. Questo ha probabilmente influito negativamente sul risultato finale, insieme al pannello LCD IPS che in questo ambito è meno efficiente rispetto ai SuperAMOLED.
Nella nostra prova d'uso sul campo, durata alcuni giorni con il dispositivo come nostro unico smartphone, abbiamo riscontrato risultati tutto sommato positivi. Se si includono i tempi in idle non si arriva all'eccellenza fatta registrare in navigazione web, tuttavia lo smartphone con un uso normale ci ha permesso di arrivare quasi alle 23 con ancora il 40% di carica residua. Xiaomi Mi 6 è uno smartphone che va caricato ogni notte, e che se usato senza troppa moderazione può condurci al massimo all'ora di cena. Un'autonomia quindi standard, e solo leggermente superiore rispetto a quella di altri top di gamma.
Fotocamera
Il comparto fotografico di Xiaomi Mi 6 è piuttosto ricercato, e utilizza una soluzione a doppio modulo molto simile per approccio a quella di iPhone 7 Plus. Il sensore principale è un Sony IMX386 Exmor RS da 0,24" e 12 MP con pixel da 1,23 micrometri, supportato da un obiettivo f/1.8 luminoso con lunghezza di focale equivalente a 27 millimetri. Il secondo sensore è sempre RGB e da 12 MP, ma viene abbinato ad un obiettivo da 52 millimetri equivalenti con apertura di diaframma f/2.6. Entrambi i moduli possono sfruttare un flash a doppio LED. A cosa serve una soluzione così complessa? Le funzionalità permesse sono piuttosto simili a quelle di iPhone 7 Plus. Il secondo modulo può essere utilizzato per avvicinare l'inquadratura di scatto, come se fosse un tele, oppure per realizzare ritratti con soggetti a circa 2 metri di distanza. L'app Fotocamera integrata implementa anche una modalità Manuale che consente di selezionare singolarmente le impostazioni di scatto.
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Modulo standard
Modulo zoom
Modulo standard
Modulo zoom
Modulo standard
Modulo standard
Modulo zoom
In queste prime due foto notiamo un comportamento abbastanza tipico in questo tipo di moduli per smartphone con zoom ottico: il software stabilisce quale sensore utilizzare in base alla luminosità ambientale. Impostando lo zoom 2X di giorno Mi 6 utilizza il sensore secondario con obiettivo con lunghezza focale di 52 millimetri. In questo caso la luminosità inferiore dell'obiettivo tele non rappresenta un problema, e nella nostra foto di esempio possiamo scorgere un dettaglio maggiore con le persiane della finestra raffigurate in maniera ottimale. Non è così nella foto scattata al buio alla nostra ape, in cui il sistema ha continuato ad utilizzare il modulo principale impostando uno zoom di tipo digitale, quindi senza nessun guadagno dal punto di vista del dettaglio. Perché? In queste condizioni il tele sarebbe stato troppo poco luminoso e avrebbe costretto ad aumentare la sensibilità ISO e i tempi di esposizione proponendo un'immagine probabilmente peggiore rispetto a quella ottenuta con lo zoom digitale.
Sul fronte qualitativo, la fotocamera di Xiaomi Mi 6 è di ottima qualità, sia alla luce del sole che al buio grazie alla stabilizzazione ottica a 4-assi, paragonabile a quella dei diversi top di gamma sia come livello di dettaglio percepito che per quanto riguarda la fedeltà e la naturalezza dei colori. La fotocamera supporta inoltre una sorta di modalità ritratto, chiamata Stereo, che unisce i dati dei due sensori posteriori per realizzare un effetto sfocato fittizio dietro al soggetto. Il risultato è gradevole, soprattutto per foto da condividere sui social senza troppe pretese, ma come avviene con altri dispositivi non aspettatevi una resa professionale!
Sul fronte dei video lo smartphone può registrare sia in Full HD che alla risoluzione Ultra HD 4K, tuttavia il software originale non permette di selezionare modalità di registrazione a 60 fotogrammi al secondo, neanche in Full HD, nonostante sia supportata la modalità Slow-Motion. Il risultato è molto buono, sia come dettaglio che come gamma dinamica, ma la stabilizzazione nei video non è paragonabile a quella di iPhone e Galaxy S di attuale generazione.
Conclusioni
Xiaomi Mi 6 è un gran bel telefono, uno smartphone di fascia alta che non ha niente da temere dai dispositivi più blasonati del settore. Lo abbiamo provato con una ROM personalizzata dal venditore di riferimento, in questo caso GearBest, e non abbiamo riscontrato problemi di alcun tipo, con il dispositivo che si è rivelato estremamente efficace sia in termini di prestazioni che di autonomia operativa. Abbiamo riscontrato qualche sporadico crash nelle configurazioni iniziali dello smartphone, ma durante l'uso quotidiano Xiaomi Mi 6 si è rivelato fluido, reattivo ed affidabile. Il merito è anche della piattaforma utilizzata, Qualcomm Snapdragon 835, ovvero fra i SoC migliori fra quelli disponibili su piazza in questo momento. Sia nella produttività spicciola che per le sessioni di gaming, Mi 6 può essere un ottimo compagno di viaggi.
Il display è molto luminoso, con una buona fedeltà cromatica e un eccellente rapporto di contrasto, tuttavia soffre di un po' di pigrizia nella gestione delle animazioni più rapide e le immagini diventano meno contrastate (soprattutto sui neri) ad elevati angoli di visione. Sensore di impronte e fotocamere sono invece ad elevatissimi livelli: il primo fulmineo ed affidabile a sbloccare il terminale, con il dito che viene aiutato dal gradino sotto il quale si trova il sensore di impronte, le fotocamere invece offrono immagini di buona qualità in tutte le circostanze. Sicuramente un plus la presenza di un doppio modulo che serve sia per scattare foto ravvicinate (ma solo sotto la luce del sole) grazie allo zoom ottico 2X, che per inserire effetti in post-produzione all'interno delle fotografie. Di buona qualità anche la fotocamera frontale da 8 MP.
Non c'è la banda B20, e questo pesa principalmente se il vostro operatore è Wind. Durante le nostre prove con TIM non abbiamo riscontrato problematiche nella ricezione del segnale, con Xiaomi Mi 6 che si è rivelato discretamente affidabile nelle nostre chiamate, nella connettività ad internet e nello scambio di messaggi (altri top di gamma fanno meglio in ambito ricezione). Non guasta il fatto che lo smartphone sia estremamente curato sul fronte estetico, con dettagli realizzati ad arte e materiali ricercati (vetro anche dietro, frame in metallo). Si tratta di uno smartphone che va pulito spesso perché attrae le impronte digitali come tutti i colleghi che usano il vetro per la scocca, e da segnalare c'è la mancanza del connettore audio da 3,5 millimetri. In cambio, il dispositivo guadagna la resistenza agli schizzi d'acqua.
In definitiva Xiaomi Mi 6 è un ottimo terminale in via assoluta, e non solo se consideriamo il prezzo di listino particolarmente invitante. Non ha quell'elemento in più della concorrenza (ad esempio il display edge-less) che spinge all'acquisto compulsivo, ma di contro Mi 6 può rappresentare un acquisto meditato soprattutto per chi non vuole buttar via i propri soldi. Il prezzo oscilla fra i 365 e i 500 Euro su GearBest (per le versioni da 64 e 128 GB di storage) e, se vi capita l'occasione giusta, Xiaomi Mi 6 può diventare un vero e proprio best-buy per tutte le tipologie di utenti. E non è poi così indispensabile nemmeno saper pasticciare con le ROM custom.
PRO
- Fluidissimo e reattivo
- Display luminoso
- Ottimo hardware
- Con la ROM ufficiale è costantemente aggiornato
CONTRO
- Situazione ROM poco chiara
- Display lento, neri non impeccabili ad angoli elevati
- Suscettibile alle impronte sul retro, scivola
- Niente connettore da 3,5mm, niente B20
38 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQuali sarebbero gli operatori italiani che non usano la banda 20? Attualmente, con la fusione Wind+H3G, che io sappia nessuno.
La banda 20 ha un utilizzo specifico: arriva dove le altre non riescono, ovvero nei posti sperduti o all'interno degli edifici. Non è una caratteristica di un operatore piuttosto che di un altro.
La banda 20 in Europa è utile sempre e in ogni caso. Xiaomi sa dove finiscono i suoi terminali, quindi la "colpa" se non è sua di chi è?
È davvero una scelta stranissima.
Non mi risulta che il MI6 sia espandiibile tramite microSD, mi sa che nella scheda tecnica c'è un errore.
Se solo avesse avuto lo slot MicroSD e il jack 3,5mm sarebbe stato molto interessante, ma uno smartphone senza questi 2 elementi non lo prendo nemmeno in considerazione.
La banda 20 ha un utilizzo specifico: arriva dove le altre non riescono, ovvero nei posti sperduti o all'interno degli edifici. Non è una caratteristica di un operatore piuttosto che di un altro.
La banda 20 in Europa è utile sempre e in ogni caso. Xiaomi sa dove finiscono i suoi terminali, quindi la "colpa" se non è sua di chi è?
È davvero una scelta stranissima.
parlo da possessore di mi max prima e mi max 2 ora (e prima dei max avevo un mi note pro): è vero che la banda 20 è utile, ma non indispensabile. ad esempio, con vodafone in 3g all'interno viaggio sui 10-12 mega, del 4g onestamente non saprei cosa farmene, anche se a dire il vero son dovuto passare a vodafone da wind perchè il 3g di wind (e anche di tim) nella mia zona fa schifo. a meno di necessità sta tutto nel trovare il giusto compromesso
P.S: xiaomi è un'azienda cinese che produce per il mercato cinese, e visto che in cina non si usa (almeno per il momento) la 800mhz a loro va bene così. cmq produce anche terminali con banda 20 per chi importa dalla cina e non vuole rinunciarci, ma non di tutti i modelli
- Xiaomi di fatto vende in Cina e anche all'estero
- nel mercato estero la banda 20 è importante
- nel mercato cinese lo sarà prima che il Mi6 sia obsoleto
= la banda 20 andava inserita senza 'se' e senza 'ma', in tutti i modelli.
Io vado spesso in una zona tra le montagne in cui arriva poco segnale. Ho dovuto prendere un cell qualche mese fa, e volevo fortemente il Mi5 per diverse ragioni (tra cui il peso contenuto) ma non potevo rischiare di ritrovarmi senza banda e ho dovuto rinunciarci, optando per un banale S7.
- Xiaomi di fatto vende in Cina e anche all'estero
- nel mercato estero la banda 20 è importante
- nel mercato cinese lo sarà prima che il Mi6 sia obsoleto
= la banda 20 andava inserita senza 'se' e senza 'ma', in tutti i modelli.
Io vado spesso in una zona tra le montagne in cui arriva poco segnale. Ho dovuto prendere un cell qualche mese fa, e volevo fortemente il Mi5 per diverse ragioni (tra cui il peso contenuto) ma non potevo rischiare di ritrovarmi senza banda e ho dovuto rinunciarci, optando per un banale S7.
no xiaomi non vende all'estero, sono i negozi cinesi che esportano. se devono fare uno smartphone europeo allora col cavolo che costerebbe così poco, e diventerebbe una samsung qualsiasi. la banda 20 è un plus a cui facciamo caso noi europei (italiani?), e vista la quantità di smartphone che vende xiaomi si può dire che hanno ragione loro
Io ho preso un mi5 e dopo alcuni aggiornamenti mi ha cominciato a dare delle rogne, tipo una pessima compatibilità con Google now, lentezza assurda nel trovare un segnale GPS, compatibilità cuffie, etc. Tutte cose trovate sui forum MIUI. All'inizio ho pensato che fosse stata la solita sfiga ed invece ho trovato parecchi utenti con gli stessi problemi. Gli do la possibilità fino alla MIUI 9, altrimenti si cambia device.
L'unica cosa che mi viene da aggiungere e che sono in attesa di vedere cosa dirà gd350 sulla mancanza del jack dopo tutta la merda spalata su Apple per questo.... patatine e birra fresca già pronti
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