Intel NUC 9 Extreme 'Ghost Canyon': Compute Element al centro di un progetto fuori dal comune

Abbiamo avuto la possibilità di mettere le mani sul NUC 9 Extreme "Ghost Canyon" di Intel, un mini PC molto interessante perché si basa Compute Element, una scheda che ospita CPU, RAM e storage, semplificando potenzialmente le procedure di aggiornamento. Un'idea interessante e insolita, da sviluppare e magari applicare ad altri contesti. Nel complesso il mini PC è decisamente potente, ma un po' rumoroso sotto carico e di non facile reperimento sul mercato.
di Manolo De Agostini pubblicato il 10 Agosto 2020 nel canale SistemiIntelNUC
Quando senti parlare di Intel NUC, ti viene subito in mente un PC di dimensioni ridottissime da mettere in salotto, nell'ufficio, in negozio o chioschi di qualche genere. Il NUC 9 Extreme, anche detto Ghost Canyon, non si può dire certo un PC ingombrante, anzi è sufficientemente piccolo da poter stare bene in qualsiasi ambiente, ma è ben più grande dei NUC a cui eravamo abituati.
D'altronde stiamo parlando di un prodotto "Extreme" e di una nuova concezione di design: il cuore pulsante di questo NUC è infatti Compute Element, una scheda PCI Express che sotto un dissipatore ospita un processore Core preinstallato, la RAM e lo storage. Il tutto va posizionato su una motherboard, dotata di un altro slot PCI Express x16 che serve per l'installazione di una scheda video dedicata.
Nel nostro caso abbiamo provato un NUC 9 Extreme Kit completo di processore Intel Core i9-9980HK, 16 GB (2 x 8 GB) di RAM Kingston SODIMM DDR4-3200, scheda video dedicata Asus GeForce RTX 2070 in versione mini e uno storage basato su un modulo Intel Optane 905P da 380 GB e un SSD M.2 Kingston SKC2000 da 1 TB. Esistono anche altre configurazioni pensate per soddisfare diverse necessità, ma nel nostro caso abbiamo molta potenza in formato ridotto.
Intel NUC 9 Extreme visto da fuori
Il sistema di Intel si presenta in dimensioni di 238 x 216 x 96 mm ed è un prodotto piuttosto elegante, se non si tiene conto del logo del teschio posto su entrambe le paratie laterali con fori a nido d'ape. Queste grate servono a far passare l'aria fresca, mentre l'aria calda viene espulsa dall'alto tramite delle feritoie, sotto le quali sono presenti due ventole.
Lo chassis esterno è in plastica nera opaca, mentre il telaio interno è in alluminio. Il pannello frontale ha un tasto di accensione con bordo di led bianchi, affiancato da un lettore di schede SD, due USB 2.0 Type A e un jack da 3,5 mm per le cuffie.
Nella parte posteriore troviamo tutte le porte legate a Intel Compute Element, l'elemento cardine del NUC. Ci sono quattro USB 3.1 Gen 2 Type-A, due Ethernet, una HDMI, una coppia di Thunderbolt 3, l'uscita ottica e uno slot per bloccare in posizione il mini PC. Le altre porte sono legate alla scheda video, un modello GeForce RTX 2070 nel nostro caso, dotata di una DVI-D, una HDMI e una DisplayPort.
Intel NUC 9 Extreme, com'è fatto all'interno
Vista la particolarità del prodotto, abbiamo deciso di aprire il NUC 9 Extreme, scoprendo che non è molto complicato accendere all'interno e smontare l'hardware. Nella parte posteriore ci sono infatti due viti che una volta rimosse permettono di smontare il pannello superiore e le due ventole immediatamente sottostanti, che sono un blocco a slitta che per funzionare sfrutta un sistema di pin a contatto posti nella parte frontale.
Dopodiché abbiamo rimosso, sempre togliendo due semplici viti, una delle barre laterali. Scollegata la scheda video, sia dal connettore di alimentazione che dallo slot, l'abbiamo tolta senza difficoltà. Siamo poi passati a Compute Element, andando a togliere alcuni cavi necessari all'alimentazione della scheda e dei suoi componenti, per poi estrarla dallo slot in cui è alloggiata.
Rimuovere l'intero il dissipatore di questa scheda è questione di cinque viti, una frontale e quattro posteriori. In questo modo avrete accesso a storage e RAM. C'è però anche la possibilità - certamente più comoda - di rimuovere solo parzialmente il dissipatore (la parte centrale) per accedere all'interno senza togliere necessariamente Compute Element dallo slot.
L'idea di Intel è quella di commercializzare Ghost Canyon in forma barebone, cioè con solo Compute Element con il processore installato, lasciando ai clienti il compito di acquistare e inserire RAM e storage. Intel assicura 3 anni di garanzia.
Come potete vedere dalle foto, sotto la scheda principale - oltre allo slot di Compute Element sono presenti uno slot PCIe x16 e un x4 - c'è lo spazio per un alimentatore, in questo caso un FSP da 500 watt con un design Flex ATX. Su Compute Element sono presenti due slot M.2 - uno occupato dall'SSD M.2 - uno per SSD fino a 110 mm di lunghezza e uno solo per unità classiche da 80 mm.
Sulla parte destra ecco i due slot SODIMM che come abbiamo detto sono da 3200 MHz, anche se nel nostro caso Intel li ha configurati a 2666 MHz. E dov'è l'SSD Optane? Sotto Compute Element c'è un heatsink che copre un terzo slot M.2, ed è lì che si trova l'unità di Intel basata su memoria 3D XPoint.
Due parole sul sistema di raffreddamento di Compute Element: c'è una ventola da 80 millimetri dedicata in particolare al processore (posizionato sotto a una placca in rame con annesso radiatore) e vediamo dei pad termici per gli SSD M.2.
Prestazioni
Come si comporta questo mini PC di Intel dal design particolare? Trattandosi di una soluzione basata su una CPU mobile a otto core, abbiamo deciso di capire come si comporta quel processore e per farlo abbiamo svolto alcuni test mettendolo a confronto con le tradizionali CPU desktop. Il Core i9-9980HK ha 8 core / 16 thread che funzionano a 2,4 GHz e possono spingersi con carichi leggeri fino a 5 GHz. Il TDP del processore è di 45W.
Possiamo vedere che si comporta, a seconda del carico, in modo simile ai Ryzen 5 3600 / 3600X / 3600 XT, il che ci può stare considerando che di base ha una frequenza decisamente inferiore alla CPU AMD e la può superare solo con carichi leggeri, che non sono quelli in cui il chip mobile di Intel può spingersi fino ai 5 GHz indicati da Intel.
Accanto alla CPU Intel c'è una scheda video di tutto rispetto, la GeForce RTX 2070, in questo caso nella versione Asus Dual Mini OC. Abbiamo svolto alcuni test per appurare che la GPU si comportasse adeguatamente e possiamo dire che senza dubbio tutto funziona a dovere, con la GPU che staziona stabilmente tra 1700 e 1800 MHz senza superare 73 °C lungo tre sessioni di test di Metro Exodus. La CPU ha invece raggiunto tra 80 e 90°C. Abbiamo inoltre messo sotto carico la CPU sia con Cinebench R20 che con Prime95, registrando un comportamento simile.
Le ventole di sistema si spingono fino a 2100 RPM, mentre quella dedicata alla CPU arriva a toccare 2600 RPM. In virtù di ciò abbiamo rilevato una rumorosità in idle di 37 dB(A) e sotto carico di 45 dB(A). Non è ai livelli del Corsair One a100 che abbiamo recensito qualche tempo fa, ma non è raffreddato a liquido e la rumorosità sotto carico, per quanto si faccia sentire, non è inaccettabile per un prodotto di queste dimensioni e potenza. Sul fronte dei consumi, rilevati sempre in idle e sotto carico, abbiamo toccato rispettivamente 35 watt in idle e tra 250 e 270 watt a seconda del carico (solo Metro Exodus e Metro Exodus con Prime95 in background).
Conclusioni
Il tema principale di questo articolo è chiaramente Compute Element e se questa soluzione avrà un futuro oppure no. L'idea di creare un'unica scheda facilmente intercambiabile con CPU, storage e RAM rende il mini PC aggiornabile a tutto tondo, non solo la GPU, anche ai neofiti. L'idea dietro a Compute Element è interessante, perché permette di creare PC compatti e al tempo stesso facili da rinnovare.
Bisogna però prima di tutto capire a chi si rivolge questo sistema, e certamente non strizza l'occhio al mondo consumer, dove è possibile realizzarsi soluzioni più potenti, anche in formato mini-ITX (più grande del NUC ma non molto) a un prezzo inferiore. Ghost Canyon per ora punta a system integrator e aziende che vogliono un PC pronto all'opera una volta configurato, capace di garantire una buona potenza e un ingombro contenuto.
In attesa che qualcuno lo offra in Italia, potete acquistarlo su SimplyNUC, store del Regno Unito, a partire da 1367 sterline IVA esclusa per la versione Core i9-9980HK con 8GB di memoria DDR4 e SSD SATA M.2 da 128 GB preinstallati, senza sistema operativo. Configurando il sistema si va ampiamente oltre 2200 sterline e come dicevamo, non è una buona scelta se siete un consumatore che ha semplicemente bisogno di un PC con cui lavorare e giocare, che sia fatto "pezzo per pezzo" o acquistato preassemblato.
Intel deve lavorare su diversi aspetti: prezzi, disponibilità dei kit e soprattutto supporto dei partner. Per ora l'azienda ha attratto Razer e Cooler Master, rispettivamente con Tomahawk e NC100, ma anche in questo caso la disponibilità è un punto di domanda. Ci sembra che questo Ghost Canyon sia più un prodotto per mostrare una nuova idea di design che un sistema che Intel desidera spingere concretamente, almeno nell'immediato.
Insomma, starà a Intel decidere il futuro di Compute Element e il suo impatto sull'ecosistema dei PC. Per ora è un concetto allettante, ma con molte incognite. L'azienda ha dichiarato che ha una roadmap di prodotti che copre almeno fino al 2022 e l'obiettivo è guadagnare sempre più supporto anche dai partner, per cui non vediamo l'ora di vedere le future evoluzioni. Staremo a vedere, ma per ora possiamo parlare più di esercizio di stile che prodotto vero e proprio.
11 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoUn i9 dissipato da una striscetta in rame e una ventolina ?
Cosa serve chiamare "i9" una CPU così downcloccata che va quanto un Ryzen 5 ?
Link ad immagine (click per visualizzarla)
senza contare che ad elevate Tamb andrà forse pure in trottling
Ennesimo aborto con hardware top stupidamente ed inutilmente ammassato in spazi miserrimi e raffreddato da ventole in modalità turbo costante.
Il tutto per ovviamente prezzi deliranti.
Ma manco regalato.
Ovviamente andrebbero montate più schede su più server rack, es. 6-8 schede.
Non credo ci sia altro da aggiungere..
scherzi a parte, l'impegno per contenere gli spazi e proporre un prodotto potente con dimensioni ridotte è notevole... ma sopra certe potenze, le dimensioni contano (cit), perchè per quella potenza occorre un corredo adeguato per la dissipazione.
può tornare utile a chi viaggia molto, non vuole un portatile e preferisce una soluzione nuc.
ma al di fuori di tale casistica, come pc classico è fuori budget. come workstation standard, ci sono altre soluzioni (tra le più economiche o più potenti)
per il gaming direi decisamente sprecata
per l'uso da salotto fuori discussione (budget).
insomma, un bel giocattolo, ma che li si ferma.
tanto mi vale spendere qualche ora in più in ricerca e farmi uno xeon itx (ws), o un ryzen a gpu integrata (HE).
si decidessero per qusto campo a lavorare su ARM... un 8 core a 2ghz con le sue dimensioni sarebbe un colpaccio per simili soluzioni.
Ovviamente andrebbero montate più schede su più server rack, es. 6-8 schede.
Non scherziamo. In ambito datacenter su un serverino da 1/2 Unità 19" ne virtualizzi 10 di sti cosi: non avrebbe alcun senso una macchina del genere.
Si, sono validi per virtualizzare consumando poco ed essendo abbastanza compatibili out of the box con esxi ma questo, soprattutto a questo prezzo, non ha un senso logico.
Per un homelab basta e avanza un hp microserver, per giocare un desktop compatto ci esce con meno della meta della spesa, una WS casalinga idem a parita di prezzo ce ne esce una fatta meglio con un sistema di dissipazione degno di questo nome.
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