Intel Compute Card: un PC grande come una carta di credito

Con le soluzioni Compute Card Intel offre un nuovo approccio ai personal computer: processore, memoria e storage sono integrati in una scheda grande come una carta di credito e spesa pochi millimetri da avere sempre in tasca, inserita in una docking station esterna quando la si vuole utilizzare
di Paolo Corsini pubblicato il 09 Aprile 2018 nel canale SistemiIntelCorePentiumCeleron
Un personal computer grande come una carta di credito, spesso qualche millimetro e che quindi si può sempre avere a disposizione. E' questo quello che Intel promette e offre con Compute Card, un concetto innovativo che spinge il termine personal computer agli estremi.
Compute card è, come il nome del resto dice chiaramente, una piccola scheda che integra al proprio interno tutti i componenti di un tradizionale PC: troviamo processore, memoria di sistema e memoria di storage. In uno spazio così piccolo è possibile integrare il cuore di elaborazione, ma non di certo le porte di collegamento con le periferiche di input-output e con lo schermo. Intel ha quindi studiato una vera e propria docking station esterna, che nel proprio reference design ha le dimensioni di un lettore ottico esterno ed offre una ampia flessibilità di collegamento.
Troviamo un connettore USB frontale, mentre nella parte posteriore sono posizionate altre due prese USB 3.0, un connettore ethernet per la rete via cavo, una uscita HDMI e una Display Port per schermi. L'alimentazione è esterna, con un piccolo alimentatore in dotazione poco più voluminoso di quello di un cellulare, mentre la connettività WiFi è integrata all'interno della Compute Card stessa: questa caratteristica del resto è facilmente deducibile osservando il profilo di plastica della parte frontale della scheda, che permette alle antenne di percepire il segnale WiFi.
La scheda abbina un contenuto tecnologico di livello molto elevato ad una forma esterna improntata alla massima semplicità: se non fosse per il logo Intel sulla parte superiore e per i connettori posteriori si potrebbe pensare a tutto tranne che ad un piccolo PC tascabile. Intel ne propone differenti versioni, tutte caratterizzate dallo stesso ingombro e quindi dallo stesso tipo di docking di collegamento:
- Core i5-7Y57 vPro: 8 Gbytes di memoria di sistema, 128 Gbytes di storage via SSD
- Core m3-7Y30: 4 Gbytes di memoria di sistema, 128 Gbytes di storage via SSD
- Pentium N4200: 4 Gbytes di memoria di sistema, 64 Gbytes di storage via eMMC
- Celeron N3450: 4 Gbytes di memoria di sistema, 64 Gbytes di storage via eMMC
Le specifiche tecniche sono speculari a quelle di sistemi notebook ultra compatti
Le specifiche tecniche sono speculari a quelle di sistemi notebook ultra compatti: del resto un volume così contenuto implica l'utilizzo di versioni di processore di tipo Ultra Low Voltage, con un consumo che deve essere il più basso possibile. La docking esterna è chiamata ad assicurare il raffreddamento della scheda e per questo motivo è dotata al proprio interno di una ventola, che interviene a seconda della temperatura della CPU e quindi del carico di lavoro istantaneo. Il principio di funzionamento è intuitivo: meno potente la scheda Compute Card utilizzata, inferiore il tempo di intervento della ventola e quindi il rumore da essa generato.
Il comportamento della compute card, nell'utilizzo quotidiano, è ovviamente dipendente dal tipo di versione adottata. Abbiamo avuto modo di provare una scheda con processore Intel Core m3 ottenendo una buona risposta complessiva, equiparabile a quella di un notebook ultrasottile. Per la proposta Core i5 vPro la potenza aumenta, ma anche il consumo e quindi l'incidenza della ventola di raffreddamento che si fa sentire più di frequente: entrambe le proposte della famiglia Core sono abbinate ad un SSD da 128 Gbytes, in grado di assicurare valide prestazioni complessive.
Discorso differente vale per le due card basate su processori Intel Celeron e Pentium: in questo caso la potenza è più contenuta e lo storage da 64 Gbytes via eMMC ben meno performante dell'SSD. Tutto questo però viene ottenuto ad un costo più contenuto, seguendo in questo le stesse dinamiche che possiamo trovare nei notebook di più ridotte dimensioni basati su componenti simili a quelli delle Compute Card.
processore Intel Core m3-7Y30
Vi sono scenari di utilizzo molto particolari nei quali una Compute Card rappresenta un approccio alternativo a quanto sino ad oggi disponibile e sicuramente molto efficace
Un PC dalle dimensioni di una carta di credito, che richiede però una docking esterna per operare. A chi può essere utile una soluzione di questo tipo? Analizzando con attenzione il prodotto si scoprono scenari di utilizzo molto particolari nei quali una Compute Card rappresenta un approccio alternativo a quanto sino ad oggi disponibile e sicuramente molto efficace. Acquistando due docking station è ad esempio possibile configurare due postazioni in ambienti diversi, che verranno utilizzate alternativamente dall'utente con la propria Compute Card che verrà tolta da uno e inserita dell'altro permettendo di continuare il lavoro così come lo si è lasciato.
Per chi lavora in ufficio alla scrivania e ha una seconda scrivania alla quale lavora al PC, ad esempio a casa, l'utilizzo di una Compute Card permette di configurare un setup con mouse e tastiera tradizionali, abbinati ad un massimo di due schermi, senza dover portare con se un personal computer portatile o dover gestire la sincronizzazione dei dati tra due PC diversi. Terminato di lavorare in un ambiente si estrae la Compute Card, che potrà venir riattivata nella seconda postazione in pochi secondi riprendendo con il sistema operativo esattamente al punto al quale si era lasciato.
Se pensiamo ad un ospedale attrezzato con delle docking in ogni sala, i dottori dotati di Compute Card personale possono spostarsi da una sala all'altra per i colloqui con i pazienti avendo accesso al proprio PC e non dovendo utilizzare un sistema con dati condivisi. Dinamica simile si può presentare in ambienti aziendali dove un operatore debba interagire su differenti stazioni: avere il proprio PC sempre a disposizione tra le mani permette di lavorare con il proprio ambiente semplicemente spostandosi fisicamente.
Si può obiettare che questa modalità di utilizzo può venir facilmente replicata con un notebook, e questo è tanto più vero quanto maggiore è la mobilità dell'utente. D'altro canto i notebook sono ben più ingombranti e perdono parte della flessibilità di configurazione che una Compute Card abbinata alla propria docking permette di offrire. La potenza di calcolo di una Compute Card è poi limitata dalle dimensioni complessive: più che valida per un utilizzo tradizionale del PC con applicazioni di produttività personale e nella navigazione web, non è di certo un'alternativa per chi necessita della potenza di calcolo offerta da una workstation.
buona velocità dall'SSD integrato
Intel ha standardizzato le dimensioni delle proprie Compute Card, con l'obiettivo di non modificarle in futuro ma di mantenere l'aggiornabilità con future versioni: questo è quindi un ecosistema per il quale l'azienda vuole investire in futuro, sfruttando l'evoluzione tecnologica per fornire versioni più potenti e con maggiore capacità di memoria a parità di ingombri e consumi. Per la docking che accompagna la Compute Card quanto proposto da Intel è solo un reference design: i partner produttori di componenti hardware possono sviluppare le proprie proposte, adattandosi ad esigenze differenti in termini di dimensioni e funzionalità. Un esempio pratico sono design di schermi che integrano nella parte posteriore un lettore per Compute Card, grazie ai quali estremizzare il concetto di integrazione e la riduzione dello spazio complessivo.
La docking station Intel per Compute Card viene proposta IVA inclusa a circa 130,00€; il prezzo delle Compute Card varia sensibilmente a seconda della configurazione hardware, partendo dai circa 160,00€ IVA inclusa della versione con processore Intel Celeron N3450, passando ai 199€ del modello con CPU Intel Pentium N4200, salendo sino ai 370,00€ del modello con processore Intel Core m3-7Y30 sino ai quasi 600€ IVA inclusa della scheda con processore Intel Core i5-7Y57. Ragionando sulle differenti modalità di utilizzo rispetto a quelle di un notebook, e includendo nel budget almeno una seconda docking, ne emerge un costo che è allineato a quanto richiesto da proposte notebook dalle simili caratteristiche tecniche. Un prodotto molto particolare, non adatto a risolvere tutte le esigenze di elaborazione ma che apre spazi di utilizzo molto diversi in ambienti per i quali i tradizionali PC possono non rappresentare la scelta migliore.
33 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSe comunque sia devi avere un dock tantovale mettere li dentoro cose come ram e cpu e lasciare sulla card solo lo storage col sistema operativo.
Ogni utente ficca la sua card e ha il suo sistema coi suoi files.
Altrimenti potrebbe avere senso così come è se immaginiamo ad esempio schermi o TV dotati di quell'apposito slot.. inserisco la card per avere molto più di una comune smart tv.. poi un domani lo schermo resta buono e io prendo una card più potente.
Il punto fisso per far arrivare al successo questa idea è che lo slot e la modalità di connessione devono essere messi a disposizione di tutti in modo che tutti possano mettere quello slot sui loro prodotti.
Se non si parte da questo resta solo l'ennesima stamberia che nasce e muore nel giro di una giornata.
[I]"i partner produttori di componenti hardware possono sviluppare le proprie proposte, adattandosi ad esigenze differenti in termini di dimensioni e funzionalità. Un esempio pratico sono design di schermi che integrano nella parte posteriore un lettore per Compute Card"[/I]
Il punto è se i produttori di tv inizieranno a crederci......e se noi acquirenti saremo disposti all'acquisto di questo "coso"...
[I]"i partner produttori di componenti hardware possono sviluppare le proprie proposte, adattandosi ad esigenze differenti in termini di dimensioni e funzionalità. Un esempio pratico sono design di schermi che integrano nella parte posteriore un lettore per Compute Card"[/I]
Il punto è se i produttori di tv inizieranno a crederci......e se noi acquirenti saremo disposti all'acquisto di questo "coso"...
Ah, ops.. mi era scappata la frase.
Ok, allora l'idea ha il suo perchè.. ma resta tassativo ed imprescindibile che per invogliare un produttore a mettere questo slot devi reagalarglielo. Altrimenti saluti.
Se invece, ogni 12-16 mesi, Intel decide di cambiare slot e tu per aggiornare il sistema devi buttar nel cassonetto monitor, laptop, dock e compagnia cantando allora la cosa non ha senso.
Se invece, ogni 12-16 mesi, Intel decide di cambiare slot e tu per aggiornare il sistema devi buttar nel cassonetto monitor, laptop, dock e compagnia cantando allora la cosa non ha senso.
nell'articolo dicono che intel dovrebbe puntare a mantenere lo slot così come è, ma continuo a non vedere grossi vantaggi. Anche gli scenari ipotizzati mi sembrano comunque stupidi, specialmente in ottica aziendale, i dati non devono sicuramente risiedere su una carta, ma essere su un server centrale o sistema cloud
Può essere sensato per chi lavora in più luoghi, ma è un esperimento già provato in passato da almeno 15 anni, sempre fallito.
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