Pirateria informatica, un fattore culturale?

La pirateria informatica è un argomento sempre d'attualità che ritorna, ciclicamente, alla ribalta. Attraverso un'analisi del BSA andiamo allora ad osservare quanto la pirateria informatica vada ad impattare sull'economia mondiale, facendo qualche considerazione in merito
di Gabriele Burgazzi pubblicato il 03 Agosto 2011 nel canale Programmi
165 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl discorso vale ancora di più per il sig. Gucci o chi per esso...li l'esempio è ancora più lampante e triste perchè il guadagno è del singolo a discapito di molti. Sul sw è tutt'altra questione come ho detto sopra. Questa è ovviamente la mia personale opinione.
Chissà come sono incazzati alla Twinings, con tutti gli Earl Grey che Picard si è replicato!
Scherzi a parte, anch'io la penso come tutti, che i prodotti costano cari, che le major ci lucrano, ecc. D'accordissimo. Tuttavia rimango dell'idea che per sviluppare qualcosa, delle persone hanno impiegato il loro tempo e hanno, secondo me, il diritto di essere pagati per il tempo che hanno lavorato.
Ognuno di noi ha il diritto, poi, di lasciare il prodotto sullo scaffale, se non lo apprezza.
Di scegliere Linux al posto di Windows, tanto per fare un esempio tra milioni.
Rimango anche dell'idea che sarebbe bello, nel mondo dell'informatica, avere tutto in formato "try & buy". Lo provi, ti piace, lo compri.
L'esempio classico che mi tocca da vicino, sono i videogiochi per console: se esce una demo su PSN di qualcosa che mi stuzzica, la provo sempre per vedere se l'idea che mi ero fatto corrisponde alla verità.
Mi scoccia molto, sopratutto per giochi che si trovano solo in DLC, non avere una demo, un filmato o nemmeno uno straccio di screenshot. Quelli, per me, stanno li sullo scaffale (virtuale).
Per i prodotti "concreti" c'è il diritto di recesso. Se non ti piace l'acquisto, puoi riportarlo entro una settimana.
Non riesco a trovare esempi concreti (a parte il replicatore di Stark Trek, ma purtroppo questa è ancora fantascienza) in cui qualcuno di noi si approprierebbe di un oggetto adducendo le stesse motivazioni che ha nei confronti del software (imperialismo economico, prezzi gonfiati, ecc.). E le cinture dei marocchini, secondo me, non valgono come esempio. Sono falsi, non prodotti di un replicatore.
informazione cultura e istruzione
Scusatemi se allargo il discorso al mondo dell'istruzione (rischiando l'OT)......E' mai possibile che una nota università italiana (ma temo tutte) adotti software proprietario pagandolo una cifra ridotta?
Allora mi viene da dire impersonando l'università.....
Io devo fare cultura educazione etc etc.... e 'insegno' ai miei studenti ad usare i TUOI prodotti..... ergo o TU mi paghi profumatamente (eticamente discutibile) oppure ARIA.........
E' chiaro che più diffusione hanno altri sistemi (concorrenti open etc) meno ne hai TU!!
Beh mi spiegate cosa sarebbe successo se uno di noi avesse il brevetto della scrittura?
Scusate l'OT
PS: USA e Gran Bretagna non scaricano nemmeno un gioco porno da quel grafico. Tutti santi gli inglesi. Ah, ma Techradar è un sito madrepatria britannico. Ora tutto ha più senso.
Se chiedi agli Inglesi, loro non hanno mai avuto pirati. Erano tutti corsari.
la possibilità di non pagare , la crisi, e ci aggiungerei anche l' iniquo compenso.
E cmq ha ragione chi faceva l' esempio di win, che si è diffuso così grazie alla pirateria. La prova che ciò è vero, ce la diede Ballmer in persona, quando disse che era meglio se gli utenti scaricassero win piuttosto che cambiare s.o. . Se lo dice lui, ci si può fidare.
premesso che nn ho capito come si fanno ha fare stime "in cifre" sul valore e le quantita della roba scaricata ,quando non c'è un controllo certo del traffico e poi cmq restano sempre i 'passamano".
secondo voi chi scarica 1000euro di contenuti alla settimana tra musica giochi film libri sw eccecc se nn esisteva il p2p li avrebbe acquistati regolarmente??
si certamente qualche decina di euro il contenuti multimediali li avrebbe investiti , ma quelle cifre sono falsate di brutto.
cmq imho i blocchi isp servono soltanto ad indirizzare gli utonti ad altri siti.
l'unica soluzione IMHO è mettere delle sanzioni applicabili ( nn carcere o 1000mila euri)
tipo 50 euro a volta che ti beccano .
come per i divieti di sosta.
multe applicabili che fanno da deterrente.
ma col governo instabile una cosa del genere la vedo molto impopolare e quindi impossibile
EDIT per aggiunta: diverso è il discorso per i programmatori indipendenti che creano sw per conto loro e su quelli ci devono vivere...ma in quei casi le cifre di acquisto sono ridicole o addirittura il più delle volte richiedono donazioni volontare. Ma dato che qui si parla di sw commerciali questi programmatori freelance non rientrano in graduatoria.
...Questa relazione viene ben evidenziata da una ricerca IDC, disponibile a questo indirizzo, che mostra quale sarebbe lo scenario se, nell'arco di 4 anni, si riuscisse a ridurre il tasso di pirateria software di 10 punti percentuali. Un numero spunta tra tutti, quello di oltre 600.000 nuovi posti di lavoro nel mondo dell'IT, di cui circa 7500 solo in Italia...
Click sul link per visualizzare l'articolo.
ma che discorso è? è come dire se gli italiani invece di prendersi il caffè a casa loro si prendessero 3 caffè al giorno al bar, allora si creerebbero 10000 bar in più in tutta italia per un totale di 30000 posti di lavoro in più.
sono discorsi da bambini sù,se scarico un gioco è perchè non ho 70€ da spendere. quei 70€ li potrei avere, si è vero, ma devo rinunciare a quelle 2 partite di calcetto mensili, a 1/2 ingressi al cinema e svariati aperitivi al bar.
Centro perfetto.
Le cifre sulle presunte perdite da pirateria sono decisamente gonfiate. Molti "pirati" utilizzano certo materiale solo perche' l'hanno a disposizione gratuitamente, non sono clienti mancati. Vengono addebitate alla pirateria quote che sono invece dovute a limiti del mercato.
Con questo non voglio dire che chi non comprerebbe mai un prodotto e' per questo autorizzato a rubarlo; ci mancherebbe. Ma, per fare un paragone, la vittima di un pestaggio e' la vittima di un pestaggio, non di un omicidio, e deve lamentarsi (peraltro giustamente) solo del pestaggio.
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