Aorus CO49DQ, la declinazione Gigabyte dei monitor OLED ultrawide

Aorus CO49DQ, la declinazione Gigabyte dei monitor OLED ultrawide

Uno schermo di elevata qualità, che può essere utilizzato non solo per sessioni videoludiche coinvolgenti, ma anche per attività di produzione creativa. Ci ricorda una vecchia conoscenza, e in effetti...

di , pubblicato il nel canale Periferiche
monitor
 

Gigabyte Aorus CO49DQ è un monitor con caratteristiche che abbiamo già incontrato in un altro prodotto analizzato di recente: il pannello QD-OLED da 49 pollici in formato ultrawide 32:9, il raggio di curvatura 1800R e la frequenza di aggiornamento di 144Hz sono i medesimi connotati della soluzione ASUS ROG Swift PG49WCD che abbiamo avuto modo di recensire qualche mese fa. Tuttavia il monitor proposto da Gigabyte si trova in commercio ad un prezzo inferiore rispetto alla proposta ASUS: nella recensione cercheremo di scoprire dove sono le differenze di due prodotti che ad un primo sguardo possono apparire identici.

Il pannello di Gigabyte Aorus CO49DQ è lo stesso presente su ASUS ROG Swift PG49WCD, ovvero un'unità QD-OLED prodotta da Samsung, con risoluzione nativa di 5120x1440 pixel. Come già abbiamo accennato sopra, le caratteristiche tecniche sono le medesime: frequenza di aggiornamento di 144Hz, tempo di risposta GtG di 0,003ms (tipico dei pannelli OLED), e certificazioni VESA DisplayHDR True Black 400 e ClearMR 8000. Troviamo però una prima, importante, differenza: Gigabyte Aorus CO49DQ non monta alcun sistema di dissipazione del calore per il pannello, caratteristica che andrà a condizionare direttamente il picco di luminanza esprimibile.

Come sempre, un pannello da 49 pollici dà vita ad un monitor di dimensioni piuttosto generose, che richiedono un'attenta valutazione dello spazio designato per la sua collocazione: il corpo del monitor ha un ingombro di 119,48 x 37,22 x 16,5 cm (prendendo in considerazione anche lo sviluppo in profondità della curvatura). Il piedistallo porta l'ingombro complessivo a 55,8 centimetri in altezza, e la base d'appoggio aggiunge ulteriori 10 centimetri allo sviluppo in profondità dell'intera struttura.

Corpo del monitor e supporto sono uniti tramite un aggancio snodabile, che consente di orientare il monitor in un raggio d'azione di 25 gradi di inclinazione verticale e 30 gradi di rotazione laterale. Per chi dovesse preferisce un'installazione alternativa, il monitor è compatibile con supporti VESA 100x100mm che gli consentono di essere montato a parete. Il pannello pesa 8,33 kg, mentre il monitor completo ha un peso complessivo di 11,28 chilogrammi. In generale l'ingombro complessivo di Gigabyte Aorus CO49DQ e di ASUS ROG Swift PG49WCD è pressoché identico.

In termini di connettività, il Gigabyte Aorus CO49DQ offre una DisplayPort 1.4, due porte HDMI 2.1, una USB-C (che supporta Alternate Mode e con Power Delivery da 18W) e un mini-jack audio. L'hub USB 3.0 integrato include due porte. Rispetto alla soluzione ASUS troviamo una porta HMDI in più, ma una significativa minor potenza della porta USB-C (90W sull'ASUS ROG Swift PG49WCD).

Il pulsante di accensione è collocato centralmente, sotto il profilo inferiore del monitor, e funge anche da jog di controllo per l'OSD, che viene comandato unicamente da esso: non esistono infatti altri pulsanti di selezione, conferma o accesso rapido alle impostazioni. L'OSD è strutturato a menù gerarchici per essere navigabile quindi con un singolo comando: le operazioni sono sufficientemente intuitive, anche se talvolta si incorre in qualche selezione errata. In generale l'OSD pecca leggermente in reattività, ma offre un'ampia varietà di parametri impostabili tra cui, assolutamente apprezzabile, anche la possibilità di regolare i colori primari e complementari per tinta e saturazione.

Bilanciamento RGB

Gigabyte Aorus CO49DQ - Nativo SDR
Misure effettuate con Calman di Portrait Displays

Curva di Gamma SDR

Gigabyte Aorus CO49DQ - Nativo SDR
. Luminanza misurata
. Gamma standard 2.2
Rapporto di contrasto: ∞ : 1
Misure effettuate con Calman di Portrait Displays

Spazio Colore CIE 1931 - Coordinate cromatiche Yxy

Gigabyte Aorus CO49DQ - Nativo SDR
. Gamut misuratoCoperturaRapporto
. REC BT.709100.00%154.72%
. DCI P3 D6599.82%114.06%
. Adobe RGB96.23%114.70%
. BT.202081.83%81.83%
Misure effettuate con Calman di Portrait Displays

DeltaE - Macbeth Color Checker

Gigabyte Aorus CO49DQ - Nativo SDR
Misure effettuate con Calman di Portrait Displays

Le analisi strumentali in SDR mostrano un gran bel carattere per questo Gigabyte Aorus CO49DQ: il dominio cromatico è ottimo, e riproduce pressoché tutti i colori dello spazio DCI P3 e arriva molto vicino (96%) allo spazio colore AdobeRGB, testimoniando una vocazione non esclusivamente gaming per questo monitor. La progressione tonale è corretta, con una luminanza massima al profilo preimpostato di fabbrica di circa 230 candele su metro quadro. C'è qualche lieve deviazione nella neutralità della scala dei grigi, che è tuttavia di poco conto e comunque tranquillamente rettificabile con una regolazione dei parametri RGB dello schermo. Di base la fedeltà cromatica risulta essere piuttosto buona, ricordando appunto che si tratta del profilo "out of the box". Con un piccolo lavoro di calibrazione è possibile portare il DeltaE medio dei colori tranquillamente ben al di sotto del valore 2. 

Curva di Gamma HDR

Gigabyte Aorus CO49DQ - HDR
. Luminanza misurata
. Gamma SMPTE2084 HDR
Rapporto di contrasto: ∞ : 1
Misure effettuate con Calman di Portrait Displays

Per quanto riguarda la modalità HDR, Gigabyte Aorus CO49DQ offre 5 profili preimpostati, due dei quali sono di fatto non personalizzabili (HDR e HDR HLG) e i restanti tre per i quali l'utente può apportare alcune regolazioni e modifiche alla luminanza massima e alla gestione delle basse luci. Abbiamo misurato il primo profilo HDR "standard", che mostra un picco di luminanza di oltre 460 candele su metro quadro. Abbiamo ricercato tra gli altri profili e tra le varie impostazioni quale sia il modo di "spremere" il più possibile il pannello in termini di luminanza: il profilo HDR Vivid, con l'impostazione di luminosità al massimo, ci ha consentito di raggiungere 880 candele su metro quadro, con area del campione al di sotto del 3% della superficie dello schermo. Sono circa 200 nit in meno rispetto ad ASUS ROG Swift PG49WCD, che tuttavia vengono raggiunti con una progressione tonale non particolarmente fedele a quello che dovrebbe essere l'andamento dei toni secondo la curva HDR canonica e che mette maggiormente in risalto i toni medi, probabilmente per privilegiare una maggior leggibilità dello schermo in situazioni d'uso non strettamente "da HDR".

Il test della latenza, che abbiamo realizzato come sempre con lo strumento NVIDIA LDAT, conferma ancora una volta la vicinanza del pannello Aorus CO49DQ al ROG Swift PG49WCD di ASUS precedentemente testato. Come da previsioni, si tratta di una latenza leggermente superiore rispetto ai pannelli più veloci che abbiamo recensito nel recente periodo, trattandosi di una frequenza di aggiornamento di 144 Hz. Non abbiamo, invece, potuto realizzare il test sul tempo di risposta, perché il pannello presenta un eccessivo fenomeno di VRR Gamma Flickering, rendendo impossibile l'esecuzione delle misure. Questo comportamento è evidente quasi esclusivamente osservando una schermata statica con un colore grigio. Osservando bene, e per qualche secondo, si può infatti notare in queste condizioni uno sfarfallio, che tuttavia diventa impercettibile in normali situazioni di gioco.

Ad ogni modo, l'esperienza di gioco rimane brillante, e i vantaggi del pannello OLED, e del suo basso tempo di risposta, sono evidenti con immagini stabili e nitide, oltre che godibili sul piano cromatico. Più grave l'assenza di un qualsiasi tipo di tecnologia di contenimento del Motion Blur: quest'ultimo, per questo motivo, è dunque ben più evidente rispetto a quasi tutti gli altri pannelli provati negli ultimi mesi.

Connettere il monitor al sistema con un cavo USB upstream, inoltre, permette di controllare le impostazioni del pannello tramite il software Gigabyte Control Center fornito tramite i canali ufficiali del produttore. Quest'ultimo, tra le altre cose, permette di modificare ogni parametro per tutti i profili messi a disposizione dal monitor, così come configurare gli aspetti di gioco come il mirino o la visualizzazione del frame rate in tempo reale. Così come l'OSD di Aorus CO49DQ, tuttavia, sia ha la sensazione di una carenza di opzioni: per esempio, il software non permette di interagire con le tecnologie di OLED Care.

Quanto a queste ultime, Gigabyte mette a disposizione tecnologie come Pixel Clean e Pixel Shift, che fondamentalmente muovono i pixel o ne cambiano il valore di luminosità, in modo da evitare che alcuni tipi di persistenze producano il burn-in, ovvero quelle circostanze per cui immagini statiche o elementi visibili sullo schermo per lunghi periodi di tempo possono causare un deterioramento permanente dei pixel dell'OLED, creando un'immagine fantasma o una persistenza visibile delle immagini precedenti. Come abbiamo detto per altri pannelli OLED che abbiamo testato, tuttavia, durando solamente due o tre settimane la prova non può giungere a una conclusione netta sull'efficacia di queste tecnologie. In così poco tempo, infatti, è quasi certo che nessun problema di tipo burn-in possano insorgere.

Una tecnologia interessante per i giocatori è poi quella che Gigabyte definisce Black Equalizer che permette di schiarire le aree scure mantenendo la corretta luminanza di quelle chiare, così da venire in soccorso dei giocatori di titoli FPS che possono in questo modo rilevare la presenza di eventuali nemici che tentano di nascondersi in zone buie dello scenario di gioco.

Per un monitor come Gigabyte Aorus CO49DQ valgono le medesime considerazioni espresse con la soluzione ROG Swift PG49WCD di ASUS: un monitor con queste caratteristiche, specialmente lo sviluppo orizzontale e il raggio di curvatura, si presta molto bene a tutte quelle situazioni in cui si ricerca un'esperienza particolarmente coinvolgente come ad esempio i giochi di simulazione di volo e di guida. In questi titoli, la visuale panoramica offerta dallo schermo aiuta l'immaginazione del giocatore nell'immedesimarsi all'interno della cabina di pilotaggio, a tutto vantaggio del realismo e dell'immersione nell'ambiente virtuale. Ma un monitor con queste caratteristiche può aiutare i giocatori anche ad avere un vantaggio competitivo, magari nei titoli FPS o RTS, con la possibilità di avere sott'occhio una visione più completa di quanto sta accadendo in-game.

Inoltre l'ampio spazio di lavoro messo a disposizione dal monitor può essere sfruttato in maniera efficente, ad esempio suddividendo lo schermo per visualizzare simultaneamente il gioco e informazioni aggiuntive, quali mappe estese o finestre di chat. Questa flessibilità è particolarmente apprezzata da streamer e creator: per questi ultimi abbiamo visto che Gigabyte Aorus CO49DQ non trascura, anzi, l'aspetto della qualità e della fedeltà d'immagine. Non si tratta chiaramente di un monitor professionale propriamente inteso, ma può tranquillamente essere utilizzato per impieghi creativi anche di particolare esigenza.

Gigabyte Aorus CO49DQ si trova sul mercato ad uno street price compreso in una forbice tra 1070 euro e 1160 euro circa, mentre invece il miglior prezzo street di ASUS ROG Swift PG49WCD è di 1199 euro, anche se più frequentemente è reperibile in un intorno di 1350 euro circa. Se il prezzo d'acquisto dei due prodotti è simile, ASUS ROG Swift PG49WCD offre una maggior completezza, ma in realtà a Gigabyte Aorus CO49DQ non si possono imputare particolari mancanze rispetto al concorrente: le uniche differenze sensibili sono una porta USB-C con PD a 18W invece di 90W e un picco di luminanza leggermente inferiore. Dalla sua, però, ha due porte HDMI che offrono indubbiamente maggior flessibilità d'impiego.

6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info
*Pegasus-DVD*24 Luglio 2024, 18:05 #1
mioooooooooooooooooooooooo
sidewinder25 Luglio 2024, 10:35 #2
Il monitor perfetto per i simulatori....

Lo dico per esperienza avendo già un ultrawide 21:9 da 7 anni...
Est®emo26 Luglio 2024, 09:18 #3
Sebbene questi monitor siano fuori da un po’, davvero non capisco perché non si siano spinti oltre la 5120x1440 come risoluzione, che su un 49” sembrano pochini.
emanuele8326 Luglio 2024, 09:29 #4
Bello, ma per la durata sugli OLED come siamo messi? I miei suoceri hanno preso un Televisore sony esagerato (roba da 65" 5 anni fa) OLED. adesso i bad pixel sono veramente tanti e tutti si margini (surriscaldamento laterale?) essendo cosí grossa e loro (ed io ) ciecati non ?e un grosso problema ma cosí tanti dark spots dopo 5 anni con una spesa di 3k euro mi sembrano proprio sotto aspettative...

Il mio monitor LCD ha ormai 10 anni (già un ultrawide LG 29UM65) e non ha problemi...
Zappz26 Luglio 2024, 18:40 #5
Originariamente inviato da: Est®
Sebbene questi monitor siano fuori da un po’, davvero non capisco perché non si siano spinti oltre la 5120x1440 come risoluzione, che su un 49” sembrano pochini.


Non è come un 49" normale, ma su un 32:9 praticamente la verticale è quella di un 27",perciò ci sta come risoluzione.
giovanni6927 Luglio 2024, 11:02 #6
Esistono scheda semi-passive o comunque con dB(A) dichiarati in grado di pilotare 5120x1440?

Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".

La discussione è consultabile anche qui, sul forum.
 
^