Due mesi con il Razer Viper V3 Hyperspeed: sottovalutarlo è un grosso errore!

Il Razer Viper V3 è un mouse peculiare: sulla carta molto distante da quelle che sono le mie preferenze, ma una volta provato è stata una scoperta. Così, ho deciso di fare una recensione diversa dal solito: trascorrere due mesi senza utilizzare nessun altro mouse. Il risultato è stato inaspettato: per quanto volessi tornare al mio fedele mouse, non riuscivo a fare a meno del confort del Razer Viper V3 Hyperspeed.
di Vittorio Rienzo pubblicato il 30 Novembre 2023 nel canale PerifericheRazergaming hardware
Ho avuto la possibilità di provare il Razer Viper V3 Hyperspeed, ultima proposta della casa americana che si presenta come una variante dedicata ai giocatori competitivi professionisti. Ho trascorso due mesi in compagnia del mouse, utilizzandolo praticamente in ogni circostanza, dalla produttività al gaming.
Devo ammetterlo, l'ho provato con un po' di scetticismo. Alla vista potrebbe sembrare una versione più semplice e limitata del Viper V2 Pro: niente di più falso. Il Razer Viper V3 Hyperspeed ha una sua identità ed è riuscito a sorprendermi, nonostante tenda a preferire mouse più consistenti rispetto alle proposte ultraleggere.
Le forme della comodità
Come si può notare dalle immagini, il Razer V3 Hyperspeed ha un design ben diverso dal Viper V2 Pro, più semplice e lineare con una "gobba" meno accentuata. Naturalmente, si tratta di un mouse ambidestro, seppur la presenza dei tasti laterali sulla sola parte sinistra strizza l'occhio ai destrimani.
In ogni caso la forma è completamente simmetrica, per cui qualsiasi sia la vostra mano di preferenza non avrete alcuna difficoltà a utilizzarlo. Io stesso l'ho provato con la mano sinistra e in effetti alternare anulare e mignolo per i tasti laterali non è risultato poi così scomodo, nonostante la mano piuttosto piccola.
Al di là di questo, però, c'è una cosa che ho particolarmente apprezzato: il confort. Dopo sessioni davvero lunghe tra lavoro e gaming non ho mai accusato alcun tipo di affaticamento, il che mi ha sorpreso dato che, pur utilizzando prevalentemente mouse ergonomici per la mano destra, qualche fastidio l'ho sempre riscontrato.
Il Razer V3 Hyperspeed, peraltro, ha un peso di soli 82 grammi che se a primo impatto mi sono sembrati pochi, in realtà sono risultati un equilibro perfetto. Il mouse non è ultraleggero al punto da non sentirlo sotto la mano, ma lo è abbastanza da consentirmi movimenti rapidi e precisi senza alcuna difficoltà. Certo, non ho ottenuto punteggi da professionista, ma in generale le mie prestazioni in gioco hanno subito un miglioramento.
La connettività Hyperspeed in tutta la sua potenza
Sulla connettività Hyperspeed probabilmente c'è poco da dire: la latenza è praticamente assente e la stabilità impeccabile. Non ci è mai capitato di riscontrare ritardi o disconnessioni. Tuttavia, una caratteristica interessante di questo mouse, seppur non abbiamo potuto appurarne i vantaggi, è il supporto al polling rate di 8 KHz completamente wireless.
Così come i top di gamma dell'azienda, il Viper V3 Hyperspeed supporta il Razer HyperPolling Wireless Dongle che consente di raggiungere una frequenza di aggiornamento 8 volte superiore ai tradizionali mouse da gaming, ma senza rinunciare alla comodità e praticità della connessione senza fili.
È chiaro che si tratta di una funzionalità rivolta per lo più ai giocatori professionisti per i quali anche pochi millisecondi di latenza possono determinare l'esito di un'azione. Nel caso di chi gioca online, probabilmente sarà piuttosto complesso notare la differenza tra un refresh rate estremo e quello – già di per sé piuttosto alto – di 1000 Hz.
Solo ciò che serve per vincere
Il mouse appare piuttosto essenziale: una rotella cliccabile, tasti destro e sinistro, due pulsanti laterali, un pulsante per il cambio DPI. È tutto ciò che serve per determinare l'esito di una partita. Chiaramente i pulsanti sono completamente personalizzabili attraverso Razer Synapse 3.0 – di cui parleremo dopo.
All'inizio di questa esperienza con il Viper V3 Hyperspeed ero convinto di sentire la mancanza dei miei numerosi tasti rimappati su mouse come il Logitech G903 o l'ASUS ROG Chakram. In effetti, qualche pulsante ha fatto sentire la sua assenza, ma molto meno di quello che mi sarei aspettato. Tutto merito di Razer Hypershift (vedi paragrafo Synapse 3).
Durante la produttività è stata una rivelazione, mentre durante le partite (condotte per la maggiore su FPS), difficilmente mi sono reso conto dei pulsanti in meno. Razer attribuisce questo mouse al segmento eSport e, in effetti, la configurazione dei tasti è quella ideale per lo scopo. D'altronde non è l'unica a proporre una soluzione del genere, basti pensare al G Pro Superlight di Logitech.
Tutto questo, si sposa alla perfezione con un sensore che è davvero sorprendente. Personalmente ho cambiato tantissimi mouse che paventavano sensori rivoluzionari, senza parlare della corsa ai DPI – competizione da cui neanche il Razer in questione si astiene. Tuttavia, a parità di superficie e risoluzione, il Razer Viper V3 Hyperspeed mi è sembrato effettivamente più preciso di altri. Il puntatore si fermava esattamente dove l'occhio voleva.
Insomma, peso e confort svolgono senza dubbio un ruolo di rilievo, ma il Focus Pro 30K di Razer con un'accelerazione massima di 70G ha davvero qualcosa di diverso rispetto ai tradizionali sensori da 60G. Al vertice di una tecnologia solida e rodata, frutto anche di anni di esperienza nel settore eSport, ci sono gli interruttori.
Per quanto riguarda i clic destro e sinistro, consistenza e reattività la fanno da padrone indiscusse. Il feedback è chiaramente studiato per garantire la massima precisione ai giocatori professionisti. Ciò che però mi ha davvero colpito è stato il feedback della rotella.
Innanzitutto, ho apprezzato la texture della gomma che garantisce un grip solido anche con le dita sudate, un aspetto che il ROG Chakram mi ha insegnato a non sottovalutare (scivola come olio). Ancora più soddisfacente, però, è stata la precisione degli scatti: evidenti e solidi, un feedback praticamente perfetto, pur rimanendo quasi del tutto silenzioso.
In conclusione, sul fronte delle prestazioni, il Razer V3 Hyperspeed da filo da torcere a molte periferiche di fascia superiore, senza luci RGB (escludendo il piccolo indicatore DPI) o altri fronzoli. È un mouse pensato per chi punta a ottenere il massimo durante ogni partita, ma non al di fuori.
Una stilo al posto di una batteria ricaricabile? Ottima idea!
Può sembrare quasi un paradosso non aver integrato una batteria ricaricabile in un mouse ad alte prestazioni nel 2023. Eppure, a mio avviso, è una scelta apprezzabile: si tratta di un mouse pensato per gli eSport, di conseguenza l'affidabilità è fondamentale. Naturalmente, non possiamo esprimerci sulla durabilità dei componenti, ma la scelta di una batteria sostituibile è quasi una garanzia per l'autonomia.
Laddove una batteria ricaricabile, che sia al litio o nichel-cadmio, tende a degradarsi con inevitabili conseguenze sulla durata, la sostituzione della batteria garantisce un'autonomia costante per tutta la vita utile del dispositivo. Razer dichiara fino a 280 ore di autonomia con una batteria (chiaramente nella modalità a 1000 Hz).
Con quella inclusa in confezione abbiamo totalizzato un monte ore di poco inferiore a quel dato (di circa 30 ore), ma considerando che in commercio vengono proposte alcaline molto più performanti, ci chiediamo se l'autonomia non possa perfino superare i dati forniti da Razer.
Razer Synapse 3: pesa, ma offre tanto
Naturalmente, non ci siamo trattenuti dal provare Razer Synapse 3, il software che consente di personalizzare ogni funzionalità del mouse. Il download è piuttosto consistente per un software dedicato alla gestione delle periferiche (quasi 500 MB) e anche in esecuzione risulta leggermente più esigente delle alternative concorrenti.
D'altra parte, però, dobbiamo anche riconoscere che si tratta probabilmente del software più completo e ricco in circolazione. A questo, si aggiunge un'interfaccia intuitiva e minimale, senza un coacervo di schede e sottomenù che probabilmente non utilizzeremo mai. Una volta selezionata la periferica dalla Home, avrete a disposizione tutti gli strumenti per personalizzarla senza fronzoli.
Una delle funzionalità più interessanti integrate da Razer è Hypershift, uno strumento che consente di configurare due mappature dei tasti per un singolo profilo. Come Funziona: molto semplicemente abbiamo una mappatura primaria personalizzabile indicata come "Standard", ovvero quella che verrà adottata di default.
Cliccando sull'apposito pulsante si aprirà invece la mappatura Hypershift che consente di assegnare una seconda funzione ad ogni singolo pulsante, incluso il clic sinistro. Basta sceglierne uno da assegnare a Hypershift (uno dei pulsanti laterali, ad esempio) e tenendolo premuto verrà attivata la modalità in seconda funzione, esattamente come avviene con il tasto FN della tastiera.
L'ho particolarmente apprezzato perché consente di avere un numero di funzionalità piuttosto ampio, pur in presenza di un mouse con un numero limitato di pulsanti. Probabilmente, non si tratta di una soluzione ideale per il gaming, ma nella produttività si è rivelato un game changer.
Altra funzionalità da non trascurare riguarda la batteria. Se di base l'utilizzo di una stilo non mi è dispiaciuto, Razer non ha trascurato alcun dettaglio. Nella schermata "Alimentazione" è possibile selezionare quale tipo di chimica sfrutta la batteria tra Alcalina, Litio e Nichel-Cadmio. Questo consente di ottenere una stima della carica più precisa. Inoltre, è possibile scegliere dopo quanti minuti di inattività mandare il mouse in standby e a che percentuale di ricarica passare alla modalità a basso consumo (probabilmente riducendo al minimo il polling rate).
Per il resto non c'è poi molto da dire, esclusa l'illuminazione RGB, ritroviamo la suite completa di funzionalità disponibile sui mouse di fascia alta della casa, inclusa la calibrazione del sensore per ottenere la massima precisione in base alla superficie in utilizzo.
In sintesi, Synapse 3 offre tutto ciò che serve per adattare il mouse alle proprie esigenze, qualsiasi esse siano. Dal punto di vista funzionale, è sicuramente ai vertici del mercato e la modalità Hypershift consente al mouse di piegarsi a qualsiasi scopo, a prescindere dal numero di pulsanti. Da questo punto di vista, non possiamo che fare i complimenti a Razer.
Conclusioni
Il Razer Viper V3 Hyperspeed è senza dubbio un mouse che mi ha sorpreso in positivo. Non si tratta di una proposta di fascia alta, non offre una pletora incommensurabile di pulsanti, e mantiene un'estetica sobria senza illuminazione RGB. Eppure, è un mouse di grande valore che fa tutto ciò che serve per un professionista dei videogiochi – ma non solo – e, cosa più importante, lo fa incredibilmente bene.
Il confort è senza dubbio uno dei suoi punti di forza, unito a un peso che probabilmente riesce a mettere d'accordo tutti, dagli amanti dei mouse ultraleggeri a quelli che prediligono periferiche con una massa considerevole. È evidente che la proposta di Razer è frutto di un know-how acquisito in anni di esperienza.
Il prezzo di 80 euro per un mouse "a pile" potrebbe far storcere il naso a qualcuno. In effetti, non si può dire che si tratti di un mouse economico, ma a fronte della qualità e delle funzionalità offerte – in primis la connettività wireless a 8000 Hz – ritengo che sia forse il mouse più equilibrato della gamma Razer.
Molte delle sue parti sono ereditate dai top di gamma della casa, che ne determinano solidità e affidabilità alla pari dei modelli più costosi. Al contempo, Razer ha ripulito il mouse da tutto il superfluo realizzando una periferica bella da vedere, comoda e prestazionalmente al vertice.
Se siete alla ricerca di un mouse gaming sobrio, ma che non abbia nulla da invidiare alle migliori e più costose proposte attualmente sul mercato, il Razer Viper V3 Hyperspeed è sicuramente la scelta giusta.
1 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoGobba a parte...
Grazie per la recensione.Tuttavia il recensore avrebbe dovuto dichiarare le dimensioni della propria mano, tipicamente la misurazione dalla base del polso alla punta del dito medio.
E' un parametro antropomorfa utile per valutare di cosa di sta parlando.
Inoltre è presente il peso del mouse ma non le tre dimensioni.
In generale, tali dettagli sarebbero utili per inquadrare un'esperienza d'uso che potrebbe non essere altrettanto ideale con una dimensione della mano (e tipo di impugnatura) sostanzialmente diversa da quella del lettore.
Personalmente cerco mouse grandi, in grado di riempire completamente il palmo do una mano grande e di non costringere a tenere la mano rattrappita, contratta perchè altrimenti la punta delle falange finisce fuori dal mouse per fare click.... E non è per niente facile trovarli.
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