MakerBot Replicator Mini: stampa 3D alla portata di tutti

Sono principalmente gli ostacoli per entrare nel mondo della stampa 3D: il costo degli apparecchi e le conoscenze tecniche richieste. MakerBot con la sua entry level Replicator Mini punta ad abbattere la seconda di queste barriere
di Andrea Bai , Roberto Colombo pubblicato il 12 Gennaio 2015 nel canale PerifericheMakerBot
Dopo l'installazione, l'uso: non è tutto oro quel che luccica
Dopo le prime stampe fatte affidandosi ad occhi chiusi agli automatismi dello slicer fornito a corredo della stampante è naturale cominciare a voler entrare più in dettaglio nel processo di stampa: qui la entry level di casa MakerBot comincia a mostrare alcuni dei suoi limiti. Selezionando Replicator Mini come stampante all'interno del software MakerBot Desktop diverse opzioni passano dal nero al grigio e non possono essere in prima battuta utilizzate. Quella più evidente e che per i meno 'smanettoni' risulta più limitante è l'impossibilità di stampare senza base ("raft"), opzione che risulta sempre selezionata, in colore grigio e non deselezionabile. La base non è di norma presente nel modello CAD dell'oggetto da stampare, ma viene calcolata automaticamente dal programma di stampa: generalmente con stampanti mono-estrusore viene realizzata con lo stesso materiale usato per stampare l'oggetto.
La base di stampa (sotto sopra) dopo essere stata separata dall'oggetto (un porta tappi per fotocamere)
Probabilmente il motivo di queta scelta è quella di rendere ogni stampa a prova di neofita: avere una base di stampa, infatti, generalmente aiuta a ottenere più facilmente stampe che vadano a buon fine, non abbiamo problemi di aggancio alla base e soprattutto non richiedano la regolazione fine del livello del piatto di stampa, che avviene in modo automatico.
Il tipico riempimento a nido d'ape: è possibile personalizzarlo per ogni stampa in modo parametrico da 0 (oggetto cavo) a 100 (oggetto completamente pieno)
Per chi ha più esperienza con la stampa 3D avanzata è possibile creare dei profili di stampa personalizzati aprendo il file del profilo in un editor di testo e cambiando la voce in questione: è probabile però che poi sia necessario modificare altri parametri come ad esempio il primo posizionamento del piatto, visto che la macchina è impostata per lavorare sempre con la base. Anche per quanto riguarda la presenza dei supporti in caso di stampa di parti aggettanti il discorso è simile: questi possono essere sì attivati e disattivati, ma non è possibile in prima battuta variarne le caratteristiche: il risultato sono supporti creati dallo slicer ottimizzati per la perfetta riuscita della stampa, ma decisamente meno per la successiva rimozione degli stessi dal modello creato.
Test di stampa per verificare fino a che angolo è possibile stampare parti aggettanti (è fotografato sotto sopra)
Queste due limitazioni si sono dimostrate decisamente impattanti nella stampa di due modelli: in quella di un piccolo aereo da lanciare è stato impossibile staccare il modello dalla base (soprattutto in corrispondeza delle ali, costituite da un monostrato di filamento) senza rovinarlo in modo irreparabile. Discorso simile per la parte finale delle zampe del drago che si è dimostrata più attaccata alla base che al resto della zampa del modello, rendendo di fatto praticamente impossibile staccarle senza provocare danni, e per le antenne della farfalla che potete vedere qui sotto.
Abbiamo poi notato la lentezza con cui il programma di slicing crea i modelli, richiedendo diversi secondi anche per quelli più semplici, fino ad arrivare a contare il tempo in minuti per quelli più complessi: essendo la fase di ottimizzazione del modello (supporti, parametri di stampa, posizione) quella in cui si va maggiormente per tentativi, dover attendere minuti ogni volta per vedere applicate modifiche anche piccole al progetto di stampa può portare ada allungare di molto il tempo di preparazione dello stesso. Per un utilizzo commerciale della stampante è un fatto da tenere in seria considerazione, dato che 'il tempo è denaro'.
Un'altra limitazione evidente fin da subito è la compatibilità dichiarata solo con PLA e non con altri materiali di stampa, che risultano non selezionabili dal pannello delle impostazioni di cui abbiamo parlato più sopra. Anche in questo caso chi se la sente di andare a modificare i parametri avanzati della stampa direttamente nel file di configurazione potrà trovare adeguate soluzioni, ma come già detto è necessario sapere bene cosa si sta andando a fare quando si maneggia nell'editor di testi quel documento. D'altro canto è sempre la semplicità il rovescio della medaglia: a fronte di stampanti che richiedono un intervento fisico sull'estrusore in caso di blocco del filamento, con MakerBot Mini è sufficiente utilizzare il comando 'Unload Filament' per sbloccare il sistema e ripartire subito a stampare.
Effettuare le prime stampe con MakerBot Replicator Mini è davvero un gioco da ragazzi, ma con il procedere dei lavori ci si accorge che per arrivare ai risultati sperati è necessario costruirsi un bagaglio di esperienza e di conoscenze tecniche non indifferente per lo più procedendo per prove ed errori. Velocità di stampa e di movimento della testina, spessore di strati e muri, entità del riempimento sono tutti parametri che diventano cruciali man mano che i progetti si fanno più complessi e grandi. Ad esempio lesinare sui tempi di stampa potrebbe portare a risultati da buttare via, d'altra parte essere troppo conservativi in lacuni parametri ha come risultato l'esplosione del tempo necessario per portare a termine il lavoro, che possono facilmente cadere oltre le 10 ore anche per parti di dimensioni medie. La rumorosità operativa è superiore rispetto a quanto ci aspettassimo, ma l'esemplare in prova era privo di alcuni degli sportelli di chiusura, per cui per questa specifica caratteristica il giudizio rimane sospeso.