Recupero dati, un'operazione da camera bianca

Le operazioni necessarie al recupero di dati da un supporto di storage danneggiato sono delicate e complesse: è necessario un ambiente appositamente approntato con determinate caratteristiche di qualità dell'aria. Un tour nella Camera bianca di Kroll Ontrack, realtà specializzata nel recupero dati, per osservare da vicino queste operazioni
di Andrea Bai pubblicato il 08 Novembre 2012 nel canale Periferiche
27 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infocapitato simile anche a me. Hd da 20gb esterno, caduto da scrivania e che non partiva più. agitandolo, si sentiva il rumore dei braccetti che si muovevano: evidentemente non erano più parcheggiati al loro posto e quindi il fw non lo inizializzava.
Sbatacchiato un po' in modo da far andare i braccetti "a casa" e il disco è ripartito. Funziona ancora adesso e lo uso per backup, dato che i diagnostici lo danno in perfetta salute.
Ovviamente non l'ho aperto. Cmq non mi stupisce che anche aprendoli per un po' funzionino ancora: prima che si accumuli tanta polvere da inchiodare le testine qualche dato immagino si riesca a tirar fuori.
non lavoro nel settore, ma è ovvio che se al posto dei dati c'è un solco, i dati non esistono più, quindi anche solo ipotizzare di recuperarli è totalmente impossibile.
Io una camera bianca l'ho bazzicata per parecchio tempo e quel che posso dire è che visto che i dischi sono lavorati in uno spazio ben definito in apposite postazioni di lavoro, come si vede dalle foto, ed è lì che viene ricreato l’ambiente classe 100, è normale che non sia assolutamente necessario vestirsi come un’astronauta per recuperare i dati.
Il camice, calzari, guanti e piani di appoggio antistatici permettono di proteggere i dispositivi da problemi elettrostatici.
Nella camera bianca di classe 100 di cui si parla nell’articolo non c’è assolutamente nulla di strano anzi!
Piuttosto mi vengono in mente tutti quei siti di recupero dati dove si vedono tecnici bardati da capo a piedi che hanno un hard disk aperto in mano e si parla di camera bianca magari di classe 10 (a cosa servirebbe?) solo per impressionare le persone non esperte e far credere a chissà a quali laboratori che tra l’altro nemmeno si vedono.
A me hanno fatto mettere camice, scarpe (anche se non antistatiche), cuffia e guanti, tutto dell' azienda dove dovevo fare una manutenzione! E cosa faceva questa azienda? PIZZETTE!
Nelle vicinanze di queste persone e nella scia del riciclo d'aria l'asticella del inquinamento della camera bianca sale in maniera esponenziale. Altroche' 100!!!
Senza la mascherina davanti ad un piatto nudo del disco? Le ghiandole salivari non funzionano a queste persone?
A nessuno succede che involontariamente qualche puntino di saliva vada a finire su qualcosa che avete davanti quando proprio non ci vuole?
Pulendo l'obiettivo della fotocamera o cose simili potrebbe non essere un problema ma sui piatti del disco non credo sia una bella cosa.
Molte cose discordanti o scappa qualcosa a me?
PS. hai messo un punto nel posto sbagliato o uno zero in piu' o è veramente 10!!!!. E' una camera 10 e basta, 10mila o 100mila?
A proposito di 10, 100, 1000...io sono un rivenditore e purtroppo in passato ho mandato dei dischi a fenomeni che sul sito avevano tute e maschere e poi nella pratica non hanno fatto altro che farmi fare pessime figure con i miei clienti, magari aprivano gli hard disk in cantina! Kroll ontrack la conosco, ho fatto qualche lavoro con loro e datemi retta che professionalità, serietà e strutture tecniche professionali sono assicurate, almeno so a chi vanno a finire i dati dei miei clienti e non è poco per me.
immagino che il problema diventino i pezzi scavati dal solco e le condizioni delle testine che hanno scavato il solco. le testine magari le possono sostituire, ma i pezzetti sparati qua e là magari hanno fatto danni altrove.
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