Stampanti Laser e LED

Analisi delle tecnologie di stampa sia Laser che LED; per ognuna di esse sono statti approfonditi aspetti quali la velocità e qualità di stampa, il costo per pagina e i materiali di consumo.
di Luca Ruiu pubblicato il 04 Gennaio 2001 nel canale PerifericheQualità di stampa
Andremo ora ad analizzare cosa
si intende per qualità di stampa in stampanti laser e LED, e quali sono gli accorgimenti
che i vari produttori hanno escogitato per aumentarla.
Nelle stampanti laser e LED la stampa avviene per punti, dato che sia il fascio laser che
la luce emessa da un LED caricano elettricamente dei singoli punti sulla superficie del
tamburo di stampa; è ovvio che date le piccole dimensioni dei punti anche il risultato
finale della stampa sarà teoricamente buono.
Possiamo definire due differenti risoluzione: una reale, funzione delle caratteristiche
della stessa stampante e quindi dispositivo laser o LED, motore che governa l'avanzamento
del foglio, elettronica, software e così via, ed una virtuale ottenuta adottando
particolari accorgimenti atti a migliorare l'effetto visivo di quanto stampato e anch'essa
inevitabilmente legata alle caratteristiche della periferica.
Risoluzione reale:
come detto è funzione delle caratteristiche della stampante e del processo di stampa;
sappiamo che per risoluzione intendiamo il numero di punti per pollice che vanno a formare
il testo o l'immagine, e maggiore è questo numero maggiore sarà la qualità della
stampa. La risoluzione si divide tra quella orizzontale e quella verticale ed in genere
viene espressa come 300x300 dpi, o 600x1200 dpi e così via; la risoluzione orizzontale, e
quindi la capacità di definire un certo numero di punti per pollice, dipende da molti
fattori tra cui il sistema ottico; per quest'ultimo aspetto possiamo distinguere i
seguenti casi:
stampante laser: dipende dal dispositivo laser e dal movimento dello
specchio che deve indirizzare in modo opportuno il fascio sul rullo; è ovvio che tutto è
condizionato dall'elettronica della stampante e dalla sua capacità di gestire
l'accensione della sorgente laser nell'unità di tempo (frequenza di accensione), dalla
velocità con cui vengono elaborati e poi inviati i segnali al dispositivo ottico, dalla
movimentazione dello stesso specchio
stampanti LED: dipende dal numero di LED per pollice ed anche
dall'elettronica della stampante
La risoluzione verticale dipende per entrambi i casi dal motore della stampante, e quindi
dall'avanzamento del rullo o passo dello stesso, nonché dalla possibilità di modificare
in modo opportuno la sua velocità di rotazione; anche qui software ed elettronica giocano
un ruolo di fondamentale importanza.
Risoluzione virtuale:
la stampa avviene per punti e quindi possono manifestarsi problemi relativi alle
scalinature delle linee curve, sia per grafica che per testo, e quindi situazioni che
fanno diminuire la qualità visiva delle stampe; a questo proposito i vari costruttori
hanno ottimizzato particolari algoritmi e tecniche di stampa in grado di migliorarne
visivamente la qualità, rendendola confrontabile con quella generata da stampanti di
maggiore risoluzione hardware.
Vediamo su quali basi si fondano queste soluzioni:
in generale possiamo dire che tutte le tecniche mirate al raggiungimento dell'obiettivo di
migliorare la qualità visiva delle immagini stampate vanno sotto il nome di
"resolution enhancement", ed hanno come caratteristica comune quella di gestire
nel migliore dei modi sia la dimensione dei punti sul foglio che la loro posizione. La
domanda è: come si può agire per raggiungere questo obiettivo? La risposta va ricercata
nelle caratteristiche dello stesso processo di stampa, cioè raggio luminoso che carica
elettricamente un punto su un rullo di materiali fotosensibile, e Toner che viene attratto
da queste zone elettricamente cariche; in pratica agendo sul dispositivo laser, e quindi
regolando l'accensione dello stesso, è possibile decidere la durata dell'accensione e
regolare di conseguenza la dimensione del punto sul tamburo; ad un tempo di accensione
inferiore corrisponde un punto di dimensioni più piccole e viceversa; allo stesso modo
anticipando o posticipando l'accensione della sorgente laser è possibile modificare la
posizione del punto sul rullo rispetto a quella inizialmente fissata. Combinando in modo
opportuno questi due effetti è possibile ridurre in modo significativo il classico
effetto scalinato dei tratti curvi, aumentano di conseguenza la qualità della stampa. Lo
stesso discorso è valido anche per le stampanti LED. E' ovvio che la realizzazione di
punti più piccoli comporta l'uso di Toner con polveri di dimensioni inferiori e di forme
più regolari; è per questo che i vari produttori di stampanti ne hanno realizzati di
molto particolari, vedi ad esempio l'immagine sotto, tratta dal sito OKI, dove si evidenziano le differenze tra un tradizionale
Toner e quello Microfine ottimizzato dalla stesa società; elementi più piccoli e forme
più regolari per limitare anche l'effetto "bordo" sui caratteri stampati.
L'insieme degli accorgimenti adottati dai vari costruttori assumono particolari denominazioni quali ad esempio: HP RET (Resolution Enhancement Technology) e HP Ultra Precise Toner per Hewlett Packard, EPSON MicroGray 1200 BiRITech (BiResolution Improvement Technology) per Epson, A.I.R. (Rifinitura Automatica delle Immagini) per Canon e così via.
E' ovvio che anche queste tecnologie hanno dei limiti fisici e tecnologici quali ad esempio:
- la formazione di piccoli punti ha come limite la capacità del rivestimento fotosensibile, con cui è realizzato il rullo di stampa, a mantenere la conseguenziale piccola carica elettrica ad essi associata
- il Toner deve essere molto fine per consentire una adeguata copertura dei piccoli punti elettricamente caricati sul rullo
- la frequenza con cui è possibile accendere il laser è ovviamente funzione dell'elettronica della stampante, e quindi della velocità del processore di elaborare l'immagine e di comandare il laser per la formazione della stessa sul rullo; si deve altresì considerare il limite fisico del dispositivo stesso, e quindi velocità di accensione abbinata alla movimentazione dello specchio per indirizzare il raggio nel punto voluto.
Le stampanti oggi in commercio partono da un minimo di 300 dpi, portati ai virtuali 600 dpi con le tecniche sopra specificate, fino ai 1200 dpi reali. E' bene ricordare che le tecniche sopra descritte aumentano considerevolmente la qualità dei documenti stampati nel caso di testo, ma non garantiscono buoni risultati in immagini stampate con le classiche scale di grigio; qui la reale risoluzione della stampante farà sentire il suo peso.