La recensione di Star Wars Il Risveglio della Forza

Questo articolo sarà differente rispetto ai soliti: una vera e propria recensione cinematografica di Star Wars Il Risveglio della Forza, l'evento dell'anno per quanto riguarda tutto il mondo dell'intrattenimento. Ci sforzeremo di ridurre al minimo gli spoiler, mentre nelle pagine successive trovate dettagli più tecnici su come sono stati realizzati i vecchi Star Wars, oltre che Il Risveglio della Forza.
di Rosario Grasso pubblicato il 16 Dicembre 2015 nel canale MultimediaStar WarsDisney
Gli effetti speciali
Le spade laser sono l'icona forse per eccellenza di Star Wars, insieme ai Jedi e ai Sith. George Lucas voleva creare un'arma che trasmettesse la dignità e la forza dei Cavalieri Jedi, unendo allo stesso tempo la tradizione fantasy giapponese e la contestualizzazione fantascientifica occidentale su cui poggia saldamente Star Wars. All'inizio doveva trasmettere l'idea di un'epoca fatta di onore e regole, oltre che di avanzamento tecnologico, che ovviamente era stata dimenticata o quasi ai tempi della trilogia originale. Inoltre, come Yoda ripete a più riprese, i Jedi non attaccano, ma si difendono solamente, per cui la spada laser doveva essere anche il simbolo della difesa nel combattimento. Doveva essere un'arma di energia che produceva delle piccole esplosioni quando entrava in contatto con un'altra spada laser o altre superfici metalliche, e tutto questo si traduceva ovviamente in ulteriore lavoro sul piano degli effetti sonori. Quando la spada veniva roteata avrebbe dovuto produrre dei bagliori e allo stesso tempo doveva lasciare una scia quando agitata repentinamente, e il tutto doveva sposarsi con gli effetti sonori. Questa esigenza spinse i tecnici di George Lucas a catturare effetti sonori differenti a seconda della velocità con cui si muovevano le spade e del tipo di movimento. Suoni che poi sono stati riutilizzati anche per i film successivi.
I suoni di Star Wars sono stati creati originariamente in maniera molto più artigianale di quanto si possa pensare. Il verso di Chewbecca, ad esempio, è stato prodotto combinando quelli di diversi animali, mentre i suoni emessi da R2D2 sono originariamente delle voci umane combinate nella maniera opportuna. Nel caso di Chewbecca George Lucas partì dal suo cane Indiana, per poi combinare suoni emessi da leoni, orsi e tassi. I suoni delle spade laser provenivano invece dai vecchi televisori, precisamente dal sibilo che emettevano quando non riuscivano a captare correttamente il segnale. Infine, il mitico suono dei TIE Fighter era, ed è, frutto della combinazione tra il verso degli elefanti e lo stridio prodotto dagli pneumatici sull'asfalto bagnato.
Per realizzare tutto questo a quei tempi venivano utilizzate delle tecniche molto diverse rispetto a quelle della trilogia mediana e, nonostante le dichiarazioni di Abrams, anche della nuova trilogia che debutta con Il Risveglio della Forza. Si tratta del rotoscoping, una tecnica che consentiva agli animatori di ricalcare dei dettagli a partire da una scena girata in precedenza. Le immagini filmate, infatti, venivano proiettate su un pannello di vetro traslucido, e su queste veniva praticata una vera e propria attività di disegno.
La parte di effetti speciali digitali è stata curata ovviamente da Industrial Light & Magic, la società che lo stesso George Lucas aveva fondato proprio per realizzare l'originale trilogia, un progetto che nel 1977 era assolutamente senza precedenti. Non solo per lo sforzo tecnico, ma anche perché in quell'epoca non si riteneva possibile poter realizzare un film con tutti quei personaggi inesistenti nella realtà così spiccatamente fantasy. Star Wars, con la prima trilogia, segnava un grosso passo in avanti per gli effetti speciali, cosa che probabilmente non si è ripetuta con la seconda trilogia e neanche con questa terza trilogia. Questo, d'altronde, non dipende né dal lavoro di Industrial Light & Magic né dalle scelte di Abrams: semplicemente si è ormai giunti a un livello tale di sofisticazione che è molto difficile per Star Wars fare la differenza da questo punto di vista.
Proprio nella prospettiva di realizzare al meglio Il Risveglio della Forza, Industrial Light & Magic apre nuovi studi di effetti visivi a Londra ed espande ulteriormente la sua storica sede di Vancouver, anche per servire al meglio la serie di Avengers, un'altra delle più competitive sul piano degli effetti visivi digitali. Fra i principali sforzi di Industrial Light & Magic per questo film vi è anche uno dei nuovi droidi del film, BB-8, che è stato sviluppato da Disney Research in collaborazione con Sphero, ed è stato creato dall’esperto di animatronica Neal Scanlan, che lo ha manovrato anche sul set.
Industrial Light & Magic nasce nel 1975 a Van Nuys, in California. Per girare l'Episodio IV, infatti, Lucas si era rivolto alla squadra tecnica utilizzata da Stanley Kubrick per girare 2001 Odissea nello Spazio, che in quel periodo era il film tecnicamente più avanzato. Un membro di quella squadra, John Dykstra, lo aiutò a realizzare Una Nuova Speranza. Ma i risultati non erano soddisfacenti rispetto alle ambizioni di Lucas e per il film successivo, L'Impero Colpisce Ancora, si rendeva necessario qualcosa di molto più stratificato. Nasce così la Industrial Light & Magic, quando al servizio di Lucas si forma un intero studio di post-produzione. Da quel momento in poi la ILM farà letteralmente la storia del cinema, con 15 premi Oscar per gli effetti speciali. E anche Star Wars Il Risveglio della Forza è stato inserito nella lista dei film papabili per la candidatura all'Oscar per i migliori effetti speciali (verranno annunciate il prossimo 14 gennaio). La ILM, negli ultimi 30 anni, ha realizzato la gran parte dei film che hanno segnato un consistente passo in avanti in termini di realismo degli effetti speciali, come Jurassic Park, Indiana Jones, Terminator, Pirati dei Caraibi, Harry Potter e molti altri.
All'inizio la Industrial Light & Magic era poco più di un grosso scantinato adattato a studio cinematografico. Lì venivano realizzate lunghe sessioni di preparazione, durante le quali venivano preparati bozzetti, storyboards, schizzi, disegni, modellini, dei quali solo una parte venivano poi effettivamente utilizzati per girare le scene dei film. Gli enormi camminatori AT-AT della scena della battaglia su Hoth, ad esempio, erano in realtà piccoli giocattolini alti qualche centimetro. Oggi, gran parte di questi modellini e di questi bozzetti si trovano nello Skywalker Ranch a Marin County, una sorta di museo-laboratorio che si trova in California.
Per creare i modellini venivano messi insieme materiali provenienti da oggetti differenti come plastica, metallo, legno, generalmente rivestiti con pellicole di plastica e ricoperti di pezzi di parti ricavate da kit per modellismo. E molti di questi modellini venivano dotati di luci, sia interne che esterne. Luci che, però, potevano produrre eccessivo surriscaldamento, e che per questo richiedevano l'installazione di mini-ventilatori all'interno dei modellini. Le animazioni, invece, venivano realizzate con la tecnica dello Stop-Motion, ed è per questo che ancora oggi sono grossolane e approssimative: si può scherzare dicendo che le animazioni di un videogioco, quelle di Star Wars Battlefront, sono decisamente superiori rispetto a quelle dei primi film di Star Wars.
Ai tempi della trilogia originale si parlava di fotocomposizione ottica per riferirsi alla combinazione delle varie riprese necessarie per allestire il fotogramma finale. Si tratta delle riprese con gli attori, ma anche di quelle con i soli modellini, le miniature e lo Stop-Motion. Per velocizzare tutte queste operazioni basate sulla tecnica del blue-screen veniva utilizzato un macchinario, chiamato Quad. Questo permetteva di stampare una moltitudine di sequenze sullo stesso negativo, in modo da creare effetti di sovrapposizione complessi. I modelli in scala ridotta poi venivano combinati con degli sfondi con fondali in matte paintings completi di nuvole, cielo e altri elementi di sfondo, come i fan ricorderanno aver visto nella famosa scena della battaglia su Hoth o nella suggestiva location di Bespin, la Città delle Nuvole.
Inoltre queste scene che coinvolgono piccoli oggetti in miniatura dovevano essere registrate con macchine da presa in grado di riprendere un maggior numero di fotogrammi al secondo. Si trattava, proprio per via delle piccole dimensioni, di movimenti molto più rapidi rispetto a quelli naturali, e per questo motivo da rallentare nella versione finale del film. Tutto questo rese la realizzazione della scena della battaglia di Hoth una delle più complesse di sempre, richiedendo ai tecnici di Lucas ben 5 mesi di lavoro ininterrotto. La colonna sonora della trilogia originale, inoltre, fu registrata, per la prima volta nella storia del cinema, in Dolby System.
Insomma, per tutti questi motivi la trilogia originale è un gioiello che non ha eguali, combinando l'uso di tecniche innovative e ampiamente coraggiose per l'epoca in cui venne girata. Il fascino, ovviamente, è decisamente minore se si passa a parlare di realizzazione di effetti speciali nell'era del digitale, dove gran parte di questi accorgimenti vengono demandati al computer. Da Toy Story in poi il cinema è cambiato nuovamente e adesso è possibile combinare all'interno della stessa pellicola attori in carne ed ossa con attori frutto di complessi calcoli matematici, come nel caso di Jar Jar Binks. Nella trilogia di mezzo, inoltre, anche alcuni personaggi umani sono stati completamente renderizzati in certe scene, come nel caso di Anakin che cavalca un Bantha su Naboo.
Nell'era del digitale tutti gli effetti speciali vengono aggiunti in post-processing, e sono frutto del rendering di enormi server farm ottimizzate per i più corposi calcoli di grafica CGI. Navi spaziali, laser, interi fondali, personaggi e molto altro nella trilogia nuova e in quella di mezzo semplicemente non esistono, tanto che vedere le condizioni in cui recitano gli attori in carne e ossa alle volte mette tristezza, visto che si ritrovano a recitare da soli o quasi rispetto a uno sfondo blu o verde. Nei film più recenti per ogni scena ci possono essere tra 40 e 80 oggetti ricreati al computer, mentre queste scene devono essere registrate a 300 fotogrammi al secondo per poter essere rallentate opportunamente e miscelate con gli oggetti renderizzati.
Dopo aver completato la trilogia originale, infatti, lo stesso Lucas si rese conto che senza tecnologia digitale, allora agli albori, non sarebbe stato possibile allestire la seconda trilogia. È per questo che decise di aspettare ben 16 anni (dal 1983, anno de Il Ritorno dello Jedi al 1999, anno de La Minaccia Fantasma) prima di continuare la sua creazione. La tecnologia digitale, infatti, non solo permetteva di combinare gli elementi filmici in maniera molto più semplice e immediata che in passato, ma di creare da zero personaggi altrimenti irrealizzabili, come abbiamo già detto. E questo vale anche per la parte sonora, oltre che per gli effetti visivi. La grafica generata dal computer diventava inoltre sempre più fotorealistica e sempre più presente in ogni scena man mano che aumentava la potenza di calcolo a disposizione.
Il processo di creazione di certi mondi che vediamo al cinema, così, diventa molto simile al processo di creazione di un livello di un videogioco. Dove gli artisti possono configurare liberamente gli elementi digitali, cambiare le texture o ad esempio personalizzare il cielo o i colori. Possono muovere i personaggi come vogliono e gestire esplosioni o altri tipi di movimenti sfruttando motori capaci di calcolare le relazioni fisiche tra gli oggetti in tempo reale. In questo modo i liquidi o la distruzione possono rispondere alle reali leggi della fisica. Inoltre sono liberi di spostare le inquadrature lungo tutto lo scenario digitale, oltre che implementare riflessioni della luce che si comportano in maniera realistica a seconda delle proprietà dei materiali con i quali si trovano a interagire.
Insomma, la serie di Star Wars è sempre stata protagonista quando si è trattato di portare la tecnologia per il mondo dell'intrattenimento a un nuovo livello, sperimentando e ridefinendo sempre nuove forme di narrazione e di creazione di mondi alternativi. Il Risveglio della Forza, come con ogni probabilità decreteranno anche i prossimo Oscar, è l'ultimo gradino di questo percorso.