Cpu Intel Celeron e analisi della loro overcloccabilità

Guida all'overcloccabilità delle differenti versioni di cpu Celeron: 300, 333, 366, 400 e 433 Mhz di clock. I test effettuati mirano ad individuare il miglior processore per l'overclock estremo, soprattutto tenendo in considerazione la variazione delle prestazioni al variare della frequenza di bus.
di Paolo Corsini pubblicato il 14 Maggio 1999 nel canale ProcessoriIntel
Introduzione
La cpu Intel Celeron è stata introdotta alla fine del mese di Giugno 1998 nella versione a 266 Mhz di clock, nel tentativo di contrastare il successo commerciale del processore AMD K6-2 presentato poco meno di un mese prima. Tale processore aveva la particolarità di utilizzare il Core Deshutes a 0.25 micron delle cpu Pentium II ma di essere privo di cache di 2° livello; questa soluzione tecnica permetteva di ottenere elevate prestazioni con calcoli in virgola mobile, per via dell'unità di calcolo in virgola mobile (nota anche come FPU, Floating Point Unit) identica a quella utilizzata nelle cpu Pentium II, ma un netto gap prestazionale con calcoli interi, sia nei confronti delle cpu K6-2 che dei Pentium II, per via della mancanza della cache L2. Nel mese di Luglio 1998 è stata presentata la versione a 300 Mhz di clock, sempre priva della cache L2, mentre agli inizi di Settembre hanno visto il loro debutto le versioni 300A e 333 Mhz, dotate di cache L2 di 128 Kbytes operanti alla frequenza di clock (contro i 512 Kbytes alla metà della frequenza di clock delle cpu Pentium II) e poste all'interno del Core stesso del processore (on die). L'introduzione della cache L2 ha permesso di colmare la lacuna nelle prestazioni con calcoli interi delle precedenti cpu Celeron, facendo di questo processore un'ottima soluzione in tutti i campi di impiego. Le caratteristiche tecniche delle cpu Celeron al mese di Settembre 1998 possono essere riassunte in questi punti chiave:
core di tipo Deshutes a 0.25 micron (come per le cpu Pentium II), che prende il nome di Mendocino nelle cpu dotate di cache L2 e di Covignon in quelle prive di cache L2;
cache L1 di 32 Kbytes, divisa in due unità da 16 Kbytes rispettivamente per istruzioni e dati (esattamente come per il Pentium II);
cache L2 di 128 Kbytes operante alla frequenza di clock e posta on die (nel Pentium II è di 512 Kbytes, operante a metà della frequenza di clock e posizionata sulla cartuccia del processore);
moltiplicatore di frequenza bloccato sia verso l'alto che verso il basso (il blocco dei processori Intel è stato introdotto per la prima volta proprio con le cpu Celeron);
frequenza di bus di 66 Mhz, contro i 100 Mhz delle cpu Pentium II;
package del tipo SEPP, cioè basato su cartuccia, e impiego con motherboard Slot 1 (le stesse utilizzate dalle cpu Pentium II).
Il marketing Intel ha sempre mantenuto basso il presso dei processori Celeron, da una parte per contrastare l'AMD K6-2 nel mercato dei sistemi di fascia bassa, dall'altra parte per non creare sovrapposizioni con il ben più costoso Pentium II. Vi sono a questo proposito da segnalare due elementi:
il Celeron utilizza la frequenza di bus di 66 Mhz mentre il Pentium II quella di 100 Mhz; se all'atto pratico le differenze prestazionali tra le due soluzioni, a parità di frequenza di clock, sono estremamente ridotte, agli occhi del potenziale acquirente la prima soluzione appare di tipo economico, la seconda per così dire più "professionale"; questo spinge l'utenza all'acquisto di sistemi basati su Pentium II, con maggiori margini di profitto per Intel.
le prestazioni di Celeron Mendocino e Pentium II, a parità di frequenza di clock, sono pressoché allineate; il Pentium II ha un notevole vantaggio solo se utilizzato in server, nei quali la presenza di una cache L2 di dimensioni 4 volte superiori, anche se funzionante alla metà della frequenza di clock, si fa sentire parecchio. E' per questo motivo che Intel ha da sempre mantenuto un divario di clock massimo tra le due cpu, così da evitare che i power users acquistassero i Celeron di frequenza più elevata, meno remunerativi, a discapito dei Pentium II.
All'inizio del 1999 è stata introdotta una nuova versione della cpu Celeron mendocino; se le caratteristiche tecniche sono rimaste invariate, ad essere cambiato è stato il package della cpu, non più del tipo SEPP ma PPGA:
Ufficialmente le motivazioni che hanno portato all'introduzione del package PPGA sono state quelle di ridurre i costi produttivi del processore, in quanto la basetta in PCB di sostegno del processore, eredità del Pentium II, non aveva più senso di esistere, essendo la cache L2 non più montata su quest'ultima ma direttamente all'interno del Core della cpu. Altro motivo, più legato al marketing, è quello scremare il mercato dell'offerta di processori: Slot 1 per i sistemi più "professionali" basati sui processori Pentium II e Pentium III, Socket 370 per quelli più economici basati su cpu Celeron. Fino alla versione a 433 Mhz sono state disponibili entrambe le varianti, SEPP e PPGA, del Celeron, mentre a partire dalla versione a 466 Mhz la linea SEPP è stata del tutto abbandonata.
La cpu Celeron ha avuto un vasto successo commerciale sia a motivo delle buone prestazioni complessive in tutti i campi, sia per l'elevata overcloccabilità che ne ha caratterizzato pressoché tutte le versioni; con questi processori è stato possibile raggiungere frequenze di clock particolarmente elevate, molte volte superiori a quelle dei processori Pentium II disponibili, con un investimento particolarmente ridotto. Scopo di questo articolo è l'analizzare l'overcloccabilità delle cpu Celeron e individuare, se possibile, quale sia la miglior versione di cpu Celeron in rapporto al prezzo e alle prestazioni; questa pagina non vuol essere una guida a come overcloccare le cpu Celeron, per la quale si rimanda alla sezione sull'overclock dei processori.