Come godersi l'Audio Spaziale con Apple Music e i dispositivi Apple

Come godersi l'Audio Spaziale con Apple Music e i dispositivi Apple

Fin dal lancio di iTunes, Apple ha sempre cercato di fornire la migliore esperienza di ascolto possibile agli appassionati di musica. Lo ha fatto prima con Digital Masters a 24 bit e ha raggiunto l’apice con l’Audio Spaziale in Dolby Atmos. Dalle AirPods ad HomePod passando anche per Apple TV 4K o iPhone, Mac e iPad: abbiamo provato a capire come Apple sia riuscita a cambiare il modo di ascoltare la musica. 

di pubblicato il nel canale Apple
Apple
 

Era il 9 gennaio 2001 quando un entusiasta Steve Jobs annunciò sul palco del MacWorld Expo il "jukebox software" più sorprendente che il mondo avesse mai visto: iTunes. Interfaccia pulita, semplice ed immediata. Capacità di rippare (in gergo, trasferire il materiale digitale da un supporto per trasferirlo su un altro) un CD in MP3 e organizzare la musica in una sorta di vera libreria personale. Lo slogan fu "Rip. Mix. Burn" sottolineando proprio la possibilità di creare un mix con la propria musica, e di 'tostare' un CD. 

Qualche anno più tardi (era il 2003), iTunes si arricchì di un vero e proprio negozio on-line per la vendita di musica digitale: iTunes Store. Supportato dalle cinque maggiori case discografiche dell’epoca (BMG Music, EMI, Sony Music, Universal e Warner Bros) ed oltre 300 etichette indipendenti, offriva più di 43 milioni di canzoni con anche alcune tracce esclusive. Ogni canzone poteva essere scaricata singolarmente o in un album, chiaramente pagando. Un passo epocale, come tutti quelli che Steve Jobs e la sua Apple ha realizzato nel corso degli anni in campo musicale. 

iTunes fu il primo vero passo di una immensa strategia dell’Hub digitale elaborata da Steve Jobs, che mirava a trasformare i prodotti Apple non solo in device per il lavoro, ma anche nel centro degli interessi degli utenti non professionisti. Un primo passo verso un cambiamento nell’ascolto della musica che, come vedremo, ancora non si è esaurito ma che ha visto nel corso degli anni due fondamentali passaggi: l’arrivo del Mastered for iTunes divenuto poi Apple Digital Master e l’Audio Spaziale con il Dolby Atmos e l’audio lossless. 

Apple e il suo programma Mastered for iTunes

Il programma Mastered for iTunes è stato attivato nel 2012 e ha fornito a case discografiche e tecnici del suono gli strumenti e le linee guida necessari a trasporre in digitale, nel miglior modo possibile, i brani nel proprio catalogo, così da poterli mettere a disposizione su iTunes nella forma più vicina possibile alle registrazioni originali. Dopo la messa online i file ricevevano un marchio di certificazione che permetteva agli utenti di riconoscerli tra gli altri all'interno del negozio digitale.

La musica che viene ascoltata, indipendentemente dal formato, suona sempre peggio di quanto non suoni nello studio in cui è stata registrata. Questo non solo perché i musicisti e gli ingegneri del suono hanno attrezzature migliori di chi ascolta, ma perché le registrazioni stesse contengono più informazioni. La maggior parte delle tracce in studio sono registrate a 24 bit. Per questo il processo di masterizzazione di una registrazione consiste nel prendere la canzone grezza e mixata e copiarla in un altro formato, con aggiustamenti nella quantità di informazioni che possono essere trasferite al nuovo supporto con modifiche conseguenti per garantire che suoni più al meglio possibile. 

Per farla breve e semplice, quando si eseguiva il ripping di un brano da un CD in iTunes come file "con perdita" come un MP3 (o AAC, il formato preferito di Apple), si utilizzava un codec di compressione, un programma progettato per eliminare le parti del suono in un brano che l’utente poteva non sentire o che risultava di poco conto per chi non fosse esperto di musica. Il trionfo dei formati MP3 e AAC stava nel fatto che rimuovevano un'enorme quantità di informazioni senza che l'ascoltatore riscontrasse troppe differenze rispetto all'originale. Per cui quando ascoltiamo un file digitale (soprattutto su un sistema audio migliore), potremmo essere in grado di dire che manca qualcosa, ma che quel qualcosa potrebbe essere così marginale rispetto a ciò che consideriamo più "divertente" o "attraente" della musica, tanto da essere disposti a scambiare il leggero degrado qualitativo con la maggior praticità. 

Abbiamo visto come nel corso degli anni l’avvento della musica digitale ha portato ad una drastica diminuzione della vendita dei CD. Un cambiamento in parte guidato da Apple che ai tempi del lancio del programma Mastered for iTunes affermava: "La distribuzione digitale non è più un ripensamento. È il mezzo dominante di oggi per il consumo di musica e come tale deve essere trattato con la massima cura e attenzione". Sostanzialmente Apple chiedeva agli artisti e alle loro etichette discografiche di inviare allo store brani codificati come file AAC direttamente dalle registrazioni originali in studio a 24 bit. E padroneggiare un brano o un album "per iTunes" significava avere un qualcosa che effettivamente suonava meglio, pur rimanendo portatile, come i file codificati che siamo abituati a caricare a migliaia sui nostri telefoni e dispositivi mobili.  

Il 7 agosto 2019 Apple ha deciso di rinominare Mastered for iTunes (MFiT) in "Apple Digital Masters". Una modifica nel nome che non ha però cambiato le carte in gioco perché le informazioni MFiT sono state rese valide anche per lo standard Apple Digital Masters e dunque un processo di masterizzazione come formato di distribuzione che permette agli ingegneri di mixaggio e mastering di pubblicare musica con una fedeltà più elevata (distorsione e rumore inferiori), garantendo ad artisti e consumatori di ricevere il massimo beneficio proprio da questo formato.

Apple Music per battere Spotify ma non solo

Durante l’Apple Worldwide Developers Conference 2015, Tim Cook, annunciò un ulteriore passo in avanti epocale per Apple e il mondo musicale: Apple Music. Una vera e propria piattaforma di musica in streaming pronta a dare battaglia ai vari Spotify, Amazon Music e tutti gli altri servizi in giro per il mondo. L’utente poteva scegliere inizialmente tra 70 milioni di brani musicali dietro il pagamento di un abbonamento mensile. Aveva però anche dei contenuti esclusivi come la stazione radio Beats 1, che trasmetteva continuamente 24 ore su 24 da Los Angeles, New York e Londra. 

Fu un successo come lo è tuttora con più di 90 milioni di brani, con oltre 30.000 playlist odierne e tante funzionalità che si sono aggiunte con il passare dei mesi. Parliamo della possibilità di usare Siri per chiedere di riprodurre brani di un artista, una playlist o anche suggerire qualcosa in base al nostro umore. Ancora la possibilità di cantare seguendo le parole con i testi che scorrono in automatico. Chiaramente personalizzare al massimo la propria libreria di brani con la possibilità di creare playlist o anche di seguire le raccomandazioni di Apple. 

L’audio spaziale che si muove con chi ascolta

Mancava però qualcosa che potesse effettivamente distinguere ancora una volta Apple Music dagli altri servizi di streaming. E se in principio ci fu l’audio mono e poi arrivò quello stereo, ecco che Apple decise di proporre ai propri utenti un nuovo standard di ascolto che potesse essere coinvolgente con il suono e capace di muoversi intorno a chi ascoltava musica, provenendo da più direzioni. Era il 2021 ed Apple introdusse l’audio spaziale. 

In tempi moderni, la musica è spesso sinonimo di innovazione. Registrazioni multicanale, chitarre elettriche, microfoni e sintetizzatori, tape echo e campionatori, MIDI, iPod: sono state inventate tantissime tecnologie per riprodurre, acquisire, registrare, mixare e condividere la musica. Con l’audio spaziale, musicisti, ingegneri e produttori hanno un nuovo straordinario strumento per offrire un’inedita esperienza 3D a milioni di utenti.

Tecnicamente l’idea parte dalle cosiddette Motion API per gli AirPods Pro. Queste permettono infatti di sfruttare gli auricolari, una volta indossati, come veri e propri sensori di movimento. Le Motion API dunque sono state utilizzate da Apple per introdurre proprio l’audio spaziale ossia questa nuova modalità di ascolto della musica che si attiva con specifici auricolari come AirPods Pro, AirPods 3 e AirPods Max (ci sono anche gli auricolari Beats Fit Pro che lo supportano).  

Cercando di capire come funziona l’Audio spaziale sappiate che è l’evoluzione dell’audio surround ossia il famoso audio 5.1 o 7.1 che viene riprodotto con un set di altoparlanti fisici e composto da 5+1 o 7+1 speaker, dove lo speaker +1 è sempre il subwoofer dedicato ai bassi, e posizionati in varie posizioni all'interno di un ambiente. L’audio spaziale di Apple prende i segnali 5.1 e 7.1 con Dolby Atmos, vi applica degli speciali filtri audio direzionali, regolando le frequenze che ogni orecchio sente, in modo che i suoni possano essere posizionati praticamente in un spazio 3D. Ovviamente si tratta di un’illusione: i suoni sembrano provenire da un determinato punto di una stanza, ma in realtà provengono dalle cuffie che abbiamo sempre sulle nostre orecchie. A questo Apple aggiunge anche i sensori di movimento, tenendo conto dunque dell’inclinazione e dei movimenti della testa di chi ascolta. Così facendo è possibile adattare dinamicamente la conversione, inserendo anche il fattore di movimento del fronte sonoro e rendendo questa elaborazione audio decisamente più realistica.

Tutto questo è possibile grazie ai dati provenienti dagli accelerometri e dai giroscopi presenti negli auricolari di Apple compatibili con l’audio spaziale. Ma non solo, perché vengono letti anche i dati provenienti dagli accelerometri e giroscopi del device sul quale è in riproduzione la musica, ad esempio l'iPhone, l'iPad o anche il Mac o la Apple TV. Quindi se l'ascoltatore sposta il dispositivo durante la riproduzione l'audio spaziale verrà adattato di conseguenza, anche se la testa è ferma.

L’ecosistema ''continuo'' per ascoltare la musica ovunque 

Hai mai desiderato di poter ascoltare il Concerto per violino in re maggiore di Beethoven dal podio del direttore? O ascoltare i Blink-182 così dettagliati da poter misurare la distanza tra il rullante di Travis Barker e il piatto Sweet Ride? Apple ci sta provando e l’audio spaziale con Dolby Atmos presente su Apple Music permette proprio di sperimentare un audio 3D coinvolgente collegando gli auricolari a iPhone, iPad o Mac supportati. E si può godere del Dolby Atmos anche sulla propria Apple TV 4K con l'ultima versione di tvOS e un sistema home theater compatibile o una soundbar o ancora con AirPods Max. 

Apple ha pensato agli utenti e all’ecosistema che da tempo ormai ha creato per loro. Ecosistema che significa hardware e software in simbiosi ossia device e sistemi operativi ma anche servizi pronti a collaborare e creare una cosa unica tra di loro. Apple Music con il suo audio spaziale, ma anche Apple TV+, percepisce proprio tutto questo e lo fa in modo totale coinvolgendo l’utente ad utilizzare qualsiasi suo prodotto creando una continuità che solo l’azienda di Cupertino al momento è riuscita a portare in modo completo, funzionante e soprattutto unico all'utente. 

Si sta ascoltando un brano musicale su iPhone con AirPods Max indossate per sfruttare al meglio l’audio spaziale e ci si vuole spostare su HomePod mini? Niente di più semplice. Basterà selezionare su AirPlay proprio l’HomePod mini oppure, ancora più velocemente, basterà avvicinarsi allo smart speaker con l’iPhone e la musica automaticamente si sposterà su HomePod mini in un attimo. E se invece si vuole ascoltare il brano seduti sul divano di casa in totale libertà? Basterà attivare AirPlay e inviare il brano sulla Apple TV 4K che immediatamente riprodurrà musica in Dolby Atmos. E se si vuole anche l’audio spaziale basterà indossare le AirPods Max anche mentre la musica è in riproduzione sulla TV. Questa passerà direttamente sulle cuffie di Apple attivando anche la spazialità, se il brano lo permette. È questa l’esperienza musicale continua di Apple ed è questo il vero significato di ecosistema. 

Come si fa ad usare l’audio spaziale? Domanda semplice ma anche fondamentale per capire se effettivamente si sta ascoltando un audio spaziale quando lo si incontra. La cosa più importante è assicurarsi di avere l’hardware giusto. I dispositivi audio compatibili con l’audio spaziale al momento sono: 

  • AirPods Pro
  • AirPods 3
  • AirPods Max
  • Beats Fit Pro

Tuttavia, per i contenuti video, sarà necessario oltre ad uno di questi modelli di AirPods o auricolari anche un dispositivo sorgente compatibile. 

  • Altoparlanti integrati di iPhone 7 o successivi
  • iPad Pro da 12,9 pollici (3a generazione) e modelli successivi
  • iPad Pro da 11 pollici
  • iPad Air (3a generazione) e modelli successivi
  • iPad (6a generazione) e modelli successivi
  • iPad mini (5a generazione) e modelli successivi
  • Apple TV 4K con tvOS 15
  • Mac con processore Apple Silicon M1, M1 Max, M1 Pro o M1 Ultra, 

Per quanto riguarda invece il sistema operativo sarà necessario iOS o iPadOS 15.1 o versioni successive. 

Come si attiva l’audio spaziale su iPhone o iPad? Semplice. Basterà indossare uno dei dispositivi compatibili con la funzionalità di Apple, aprire il Centro di Controllo su iPhone o iPad e tenere premuto il controllo del volume. Qui appariranno le icone e quando sarà attivo l’audio spaziale con il tracciamento della testa, l’audio verrà regolato in base al movimento appunto della testa. Importante in questo caso capire effettivamente che l’audio spaziale è attivo e funzionante perché può capitare che sia attivo ma non stia funzionando perché il contenuto non è compatibile. In tal caso l’icona animata indicherà che effettivamente stiamo ascoltando un brano con audio spaziale con tracciamento della testa e potremo dunque goderci la spazialità del suono. 

Attivarlo su Mac con processore Apple è altrettanto semplice. Basterà agire sull’icona del dispositivo che si sta indossando nella barra dei menu per vedere Audio Spaziale elencato durante la riproduzione di contenuti multicanale o Simula audio spaziale durante la riproduzione di contenuti stereo a due canali. Facendo clic su Segui la testa per attivare l'audio spaziale e il tracciamento della testa dinamico si può attivare il tutto. E stessa cosa anche per la Apple TV perché andando sulle Impostazioni (sezione Telecomandi e dispositivi e Bluetooth) si potrà scegliere il proprio device indossato e scegliere Audio Spaziale durante la riproduzione dei contenuti multicanale durante la riproduzione visualizzando anche le icone di stato. 

AirPods Max, HomePod mini ed Apple TV 4K: la triade per l’audio spaziale

La prerogativa di poter godere della tridimensionalità dell’audio spaziale di Apple o anche dell’ecosistema di musica continua creato dall’azienda di Cupertino è senza dubbio quella di utilizzare un dispositivo che possa supportarlo. Abbiamo visto prima quali device sono compatibili con tutto questo ma ci piacerebbe soffermarci su alcune qualità o anche caratteristiche di AirPods Max, di HomePod mini e anche di Apple TV 4K: i tre prodotti che si sposano alla perfezione con tutto quanto esposto prima. 

AirPods Max

Partiamo da quello che a nostro avviso rimane sicuramente uno tra i prodotti più lussuosi di Apple. E non lo diciamo per il suo prezzo, comunque importante, ma per le qualità, i materiali e l’impatto che ha avuto. Parliamo di AirPods Max ossia le prime vere cuffie over-ear di Apple che hanno fatto parlare molto al loro lancio, sia positivamente che negativamente. Quando Apple ha presentato e lanciato sul mercato le sue AirPods Max ad un prezzo di 629€ è sembrato a molti che questo fosse esagerato visti i prezzi decisamente più bassi della maggior parte delle cuffie della concorrenza della stessa tipologia ossia con soppressione del rumore wireless. Ma sappiamo che il mercato delle cuffie è un mercato decisamente particolare dove si passa da prezzi da poche centinaia di euro a quelli di migliaia di euro con una differenza che spesso la fa più il marchio che la vera qualità.

Le AirPods Max sono cuffie wireless con Noise Cancelling attivo decisamente sofisticate. Posseggono 8 microfoni posizionati sull’intera scocca della cuffia, è presente un processore a 10-Core per ogni padiglione e sono state progettate con una struttura interna dalla cura maniacale proprio come con ogni prodotto Apple ci ha abituato ad avere. 

Esteticamente le AirPods Max sono un prodotto Apple. Originali rispetto alle altre cuffie presenti sul mercato per quei due padiglioni enormi che grazie alle diverse colorazioni, alla presenza di materiale premium come l’alluminio anodizzato (oltretutto i padiglioni sono realizzati come pezzo unico) ma anche alla Digital Crown che permette di controllare il volume con precisione, fanno si che siano subito riconoscibili, un po’ come avvenuto con molti altri prodotti Apple. Peccato forse per la custodia che sì, è estremamente scenica, ma decisamente poco comoda per il trasporto, poco protettiva e soprattutto un po’ delicata. Insomma qui ci saremmo aspettati qualcosa di più ma si sa che il genio di Apple (o di Jony Ive) a volte fa cose che noi umani non possiamo capire.

C’è lo snodo che aggancia l’archetto al padiglione che è in acciaio inossidabile ed è stato realizzato con una meticolosa lavorazione sulla cerniera con regolazione a pistone che non solo risulta fluida ma anche precisa. E poi ancora il cuscinetto magnetico che è realizzato in materiale memory foam per una resa acustica elevata, creando isolamento avvolgente che poi è fondamentale per l’ascolto di qualità. Superiormente invece c’è una fascia traforata sull’archetto che è stata realizzata in tessuto a rete traspirante, e capace di distribuire il peso in modo uniforme permettendo anche una riduzione della pressione sulla testa. 

L’uso delle AirPods Max potrebbe far storcere il naso agli audiofili per il motivo che sono cuffie costose ma completamente wireless. Non hanno un jack audio ma solo una porta Lightning che però le ricarica e basta e non permette di collegarle ad un ipotetico device o impianto tech audio. Ma non sono cuffie per veri audiofili. Sono cuffie nate per ascoltare musica comunque di qualità in wireless con stile mantenendo due priorità: la cancellazione del rumore e la comodità di utilizzo.

Ed è proprio quest’ultima che permette di ricollegarci all’ecosistema di continuità musicale di cui abbiamo parlato finora. iOS e macOS garantiscono un collegamento immediato, passaggi da un device ad un altro senza dover fare nulla oltre al supporto all’audio spaziale. Sono tutte peculiarità che fanno la differenza soprattutto nell’uso di tutti i giorni. E poi la cancellazione del rumore è davvero notevole grazie a padiglioni estremamente grandi, comodi ma anche isolanti: con le AirPods Max si riesce a trovare il giusto equilibrio per ascoltare la musica o i contenuti senza alcun disturbo esterno e con la qualità per percepire anche dettagli che con altre cuffie non si ottengono sempre. 

C’è la modalità Trasparenza che agisce in modo da non dover togliere sempre le cuffie ma riuscendo ad ascoltare tutto quello che riguarda l’ambiente circostante. La qualità audio è molto elevata con la possibilità da parte delle cuffie di reggere bene l’alto volume, di non distorcere e di avere dunque una resa più che soddisfacente. E poi l’audio spaziale le rende davvero interessanti: pochi minuti di ascolto di un brano realizzato ad hoc o anche un contenuto multimediale rendono giustizia a ciò che Apple ha realizzato e che continuerà probabilmente a spingere in futuro. 

Apple TV 4K

Audio spaziale che è un tutt'uno anche con Apple TV 4K. L’azienda l’ha rinnovata lo scorso anno anche se a dire la verità ha cambiato sostanzialmente qualche componente hardware ma soprattutto ha introdotto un nuovo telecomando, forse l’unica vera cosa che doveva rinnovare sul serio (e che ha fatto per fortuna). 

Apple TV 4K è un set top box ossia un piccolo scatolotto che per forma e anche per design praticamente non è cambiato da ormai 4 anni a questa parte. Possiede una scocca davvero ben fatta, robusta e completamente nera, lucida sulla cornice e opaca invece sulla parte sopra e sotto. Oltretutto nella parte inferiore è presente anche un piccolo rialzo, con una superficie antiscivolo, che permette il posizionamento di una fessura circolare per l'aerazione.  

Il telecomando la fa senza dubbio da padrone. È stato rinnovato proprio con questa ultima versione ed è ora finalmente all’altezza della Apple TV 4K e di tutti gli altri prodotti Apple. Il motivo? È molto elegante, bello da vedere, comodo da usare e semplice da capire. La sua scocca è innanzitutto completamente in alluminio, capace di renderlo robusto più di prima. Un telecomando ergonomico dove gli utenti troveranno pochi pulsanti ben studiati: la barra del volume sulla destra accanto al tasto play/pausa e a quello del mute. Tutti al di sotto dei pulsanti per attivare Apple TV+ e anche per tornare indietro. In alto invece primeggia la circolare clickpad sensibile al tocco: è una grossa struttura ideata da Apple e che riprende proprio ciò che era presente sui primi iPod, ossia una ghiera sensibile al tocco che permette di muoversi ovunque sull’interfaccia della Apple TV 4K e di accedere ai contenuti o confermare la scelta premendo il pulsante fisico al centro di essa. 

Sul retro della Apple TV 4K troviamo ciò che riguarda la connettività e che qui è sicuramente al passo con i tempi: porta HDMI compatibile con le specifiche 2.1 sebbene Apple al momento non la stia ancora sfruttando a pieno perché non c’è ancora supporto per i 120 Hz, quello che Apple chiama "High Frame Rate". C’è poi una porta Gigabit Ethernet di cui ci piace sottolineare la presenza per il fatto che la Apple TV 4K è uno dei rarissimi set top box con porta ad elevata velocità, indispensabile per determinati tipi di file da riprodurre tramite la rete locale. E se esternamente è simile alle precedenti generazioni è internamente che la Apple TV 4K cambia: c’è il passaggio al Wi-fi 6 e a Thread, il protocollo di rete mesh a basso consumo pensato per sostituire Zigbee all’interno della casa. Trend già in essere con molti produttori e che potrebbe divenire in futuro una parte fondamentale per la domotica. 

Non solo perché c’è anche un processore performante: Apple A12 Bionic, ossia lo stesso chipset presente su iPhone XS. Un processore che ancora può dire la sua e anzi qui lavora a perfezione con una buonissima velocità di avvio delle applicazioni e dei giochi che girano bene sulla Apple TV 4K. Chiaramente quello che interessa maggiormente a tutti gli utenti è il fatto di usare il device come un set top box e dunque per la riproduzione dei video e dell’audio e per questo il lavoro svolto dal processore è perfetto con la possibilità non solo di riprodurre nell’immediato ma anche tutti i tipi di codec più conosciuti. 

E continuando nella disamina tecnica sappiate che la Apple TV 4K si comporta sicuramente meglio di molti altri set top box su questa fascia di prezzo perché riesce a gestire ogni risoluzione e frame rate in uscita, con l’automatico adattamento alla sorgente e al contenuto sia per il frame rate che per la gamma dinamica.

Perché Apple TV 4K rappresenta un elemento importante di quell’ecosistema musicale che stiamo esaminando? Essenzialmente perché permette di riprodurre audio in tutta la casa su dispositivi che fanno parte proprio del mondo Apple come AirPods Max o anche HomePod mini. In questo caso ecco che se stiamo riproducendo un brano musicale sulla Apple TV 4K e vogliamo ascoltarlo sulle nostre AirPods Max, l’idea di Apple è quella di non fare alcun tipo di sforzo ma di indossare le cuffie, premere il pulsante TV sul Siri Remote e automaticamente si aprirà il Centro di Controllo sul quale sarà possibile scegliere i controlli audio e dunque decidere su quali cuffie indirizzare la musica. E la stessa cosa potremo farla anche su di un prodotto quale HomePod mini, scegliendolo sempre dalla lista dei controlli audio. 

Non solo perché una volta accoppiate le AirPods Max, se si sta ascoltando musica o si sta riproducendo un film, indossando le cuffie automaticamente la Apple TV 4K le riconoscerà (indossate) e l’audio passerà direttamente in cuffia non perdendo tempo tra i menu, impostazioni varie o altro. Una volta che le AirPods Max verranno tolte dalla testa, i sensori delle stesse riconosceranno il movimento oltre al fatto che non si stanno più utilizzando e automaticamente garantiranno l’audio sul sistema incorporato della TV. Ed è proprio questo il concetto che vuole far passare Apple: utilizzare qualsiasi prodotto dell’ecosistema per avere subito e senza ricorrere a stratagemmi quello che si vuole, che sia musica, film o altro. 

HomePod mini

Quando si parla di ecosistema musicale non si può oggigiorno non parlare di smart speaker ossia uno strumento che permette non solo di ascoltare musica ma anche di rispondere ad alcune richieste dell’utente o anche di effettuare alcune azioni come accendere o spegnere la luce di casa. Apple è entrata relativamente da poco in questo mondo perché lo ha fatto nel 2018 con il primo HomePod: ottimo a livello musicale ma meno a livello di funzionalità con la limitazione oltretutto di non essere disponibile in tutti i mercati (in Italia non è mai arrivato) e di costare non poco rispetto alla concorrenza. 

La svolta però avviene nel 2020 con una versione aggiornata di questo primordiale HomePod. Una versione più piccola nelle dimensioni, con un rapporto qualità/prezzo decisamente buono e con una distribuzione più allargata comprensiva anche dell’Italia, e con il supporto di Siri in italiano. HomePod mini è anch’esso un prodotto che ci fa capire alla perfezione cosa significa ecosistema per Apple. Tecnicamente si tratta di una sfera con un diametro di quasi 10 cm. È completamente rivestita da una tela a trama romboidale morbida tranne che nella parte superiore dove trova posto una superficie in plastica lucida touch composta da 19 LED RGB con due piccolissimi pulsanti touch per il volume. 

Internamente l’HomePod mini è una sorta di sfera smart: possiede un cervello comandato da un chip S5 che l’azienda aveva precedentemente utilizzato su Apple Watch serie 5 o serie SE. Presente un altoparlante che indirizza l’audio verso il basso, quindi due diffusori passivi che diffondono la musica a 360 gradi. Non mancano chiaramente i microfoni: ce ne sono 4 per l’ascolto dei comandi dell’utente e il funzionamento di Siri. Ciò che ci piace di HomePod mini è intanto l’estetica visto che Apple ha deciso di ‘’colorare’’ la sfera smart proponendo cinque diverse colorazioni (Grigio Siderale, Blu, Bianco, Giallo e Arancione), rendendo dunque l’oggetto divertente, giovanile, moderno, al passo con i tempi e soprattutto utilizzabile in qualsiasi abitazione e con qualsiasi arredamento.

Chiaramente sono le funzionalità e il suo suono a determinare ancora di più la piacevolezza d’uso di questo HomePod mini. A livello musicale ciò che ci trasmette è di essere superiore a molti altri device in commercio. La musica viene riprodotta in modo ottimale soprattutto considerando le sue dimensioni. La sensazione è di suono limpido con buona separazione degli strumenti e soprattutto un ottimo bilanciamento delle basse frequenze come quelle medie e alte. Il tavolo non vibrerà anche ad alto volume ma questo non implica che HomePod mini sia scarso nella riproduzione dei bassi anzi c’è corposità del suono, fondamentale per rendere più accogliente la musica in casa o in ufficio. Se parliamo tecnicamente sappiate che la musica riprodotta dal piccolo speaker smart viene analizzata 180 volte al secondo dal processore S5 e questo permette dunque di avere in uscita una dinamicità e una sonorità precise in base al contenuto riprodotto. 

Sappiate che HomePod mini potrà farvi da interfono ossia permetterà agli utenti di comunicare a voce con altri HomePod in casa o anche con gli iPhone e iPad abbinati alla stessa casa tramite HomeKit. Addirittura sarà possibile farlo anche con Car Play in auto. Chiaramente può effettuare chiamate telefoniche, inviare messaggi o anche fissare appuntamenti o promemoria direttamente con l’interazione tramite Siri a voce. Non c’è ancora il riconoscimento degli utenti tramite la voce in Italia ma, vista la presenza in altri paesi, è palese che questa possa giungere anche da noi a breve. 

Quello che ci interessa sottolineare però è la sua forte presenza nell’ecosistema musicale Apple. Sì, perché HomePod mini una volta installato nell’app Casa può essere utilizzato come un qualsiasi altoparlante AirPlay. Questo significa che semplicemente inviando un audio che provenga da Apple Music, Netflix, YouTube, Spotify o altro questo inizierà a riprodurlo. E HomePod mini, lo sottolineiamo, è stato reso compatibile con l’audio lossless e Dolby Atmos presente su Apple Music. Cosa significa questo? Riuscire ad avere la stessa qualità musicale che abbiamo con AirPods Max, viste prima. 

E ci piace ancora di più sottolineare il fatto che con HomePod basterà veramente un gesto per passare la musica dal proprio iPhone allo smart speaker. Un gesto che rende ancora più tangibile la continuità musicale di Apple. Basterà avvicinare l’iPhone ad un HomePod mini per far comparire una piccola vibrazione accompagnata da un piccolo popup a schermo pronto ad indicare il passaggio da iPhone ad HomePod mini della musica. A questo punto basterà confermare la prima volta o automaticamente, in quelle successive, la musica verrà riprodotta sullo speaker smart. Oltretutto su iPhone sarà possibile visualizzare tutte le informazioni di ascolto come anche i controlli senza il bisogno di sbloccare l’iPhone. 

Apple e la magia della musica ''continua''

iTunes, Mastered for iTunes, Apple Digital Master, Apple Music, Audio Spaziale con Dolby Atmos e audio lossless. Sono questi i passaggi fondamentali della storia della musica di Apple. Una storia nata nel lontano 2001 quando il suo ideatore, Steve Jobs, decise che fosse arrivata l'ora di rendere disponibile a tutti gli utenti Apple un nuovo modo di ascoltare la musica. Un processo lungo e fatto di tappe prestabilite che ha visto l’avvicendamento di soluzioni software ma anche hardware con l’introduzione non solo di programmi atti alla catalogazione della musica stessa ma anche prodotti specifici per la sua fruizione. 

Oggi si è arrivati ad un punto in cui l’ecosistema di Apple sembra vincere nel proporre un insieme di soluzioni che incontrino quella che è la comodità e la quotidianità degli utenti. Alzarsi la mattina, accedere alla playlist del risveglio vista su iPhone direttamente passandola sull’HomePod per ascoltarla durante la colazione. Quindi uscire di casa e continuare l’ascolto veramente a 360 gradi indossando le AirPods Max ed utilizzando il loro Audio Spaziale. E ancora immergersi completamente nella storia di un film da guardare su Apple TV 4K grazie all’ascolto dell’audio tramite AirPods Max. 

La concezione del prodotto Apple non è più fine a se stesso ma facente parte di un ecosistema capace di migliorare l’esperienza d’uso della tecnologia. 

2 Commenti
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Cappej04 Giugno 2022, 07:05 #1
dado197906 Giugno 2022, 09:34 #2
Ed ecco che Apple ha creato un altro bel bisogno che le farà vendere hardware.
Sono pronto a confrontare con chiunque il mio sistema con le mie Sundara con le Airpods Max (che ricordiamo costano 200 euro meno delle Airpods).

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