MacBook Pro 15 Touch Bar: tanta batteria e portabilità, con qualche limitazione

Il nuovo MacBook Pro 15 con Touch Bar è l'ultimo nato di un percorso di innovazione lungo 25 anni: concretizza idee progettuali molto interessanti, anche se dal punto di vista hardware manca il vero salto prestazionale
di Andrea Bai pubblicato il 21 Dicembre 2016 nel canale AppleAppleMacBook
MacBook Pro 15 con Touch Bar

Il processo di rinnovamento cui è stato sottoposto MacBook Pro non fa perdere uno dei tratti stilistici e costruttivi di maggior distinzione: l’impiego dell’alluminio quale materiale predominante per lo chassis. Con questa generazione, però, MacBook Pro si arricchisce di una livrea precedentemente resa disponibile solo con il modello ultraportatile MacBook da 13 pollici che la Mela ha presentato lo scorso anno: il colore Space Gray, che va ad affiancare il tradizionale e consolidato Silver.

Il nuovo MacBook Pro è anch'esso vittima dello spasmodico inseguimento della riduzione dello spessore. Questa missione ha portato Apple a praticare, negli anni passati, varie epurazioni dai suoi MacBook: l’unità ottica, gli hard disk meccanici, le porte Ethernet e FireWire: tutti elementi la cui rimozione ha permesso di conquistare millimetri importanti. Con il nuovo MacBook Pro il cimitero delle tecnologie passate si arricchisce della porta USB “standard”, a favore unicamente dell'interfaccia Thunderbolt 3 su connettore USB Type-C (ce ne sono quattro, due per ciascun lato del portatile) che supporta protocolli Thunderbolt 2, USB-C, USB 3.1 Gen2 e integra anche la linea di alimentazione del portatile. Il ridotto profilo del connettore di consentire di guadagnare ancora qualche millimetro nella missione dell’assottigliamento. Resiste ancora il jack per altoparlanti (ma non ci sbilanciamo troppo sul suo futuro, visto il destino che gli è stato riservato su iPhone...).

Larghezza di 34,93cm, profondità di 24,07cm, spessore di 15,5 millimetri e 1,83kg di peso rendono l'ingombro del nuovo MacBook Pro inferiore del 20% rispetto al modello di precedente generazione. Lo schermo ovviamente da 15,4 pollici di diagonale (le cui caratteristiche saranno approfondite più avanti nell'analisi), ha una risoluzione di 2880x1800 pixel ed è caratterizzato dallo spazio colore P3.

E' innegabile che l'ultaportatile MacBook dello scorso hanno ha rappresentato un modello a cui ispirarsi per determinare alcuni tratti progettuali del nuovo MacBook Pro: oltre alle già citate porte USB Type-C e la colorazione Space Gray, ritroviamo qui una versione aggiornata della tastiera con meccanismo a farfalla, con tasti isolati e dallo spessore e corsa particolarmente ridotti. I tasti sono ampi e retroilluminati individualmente a tutto vantaggio del comfort di digitazione anche in condizioni di scarsa luminosità.

Viene destinato maggior spazio al trackpad Force Touch, che risulta veramente enorme su questo portatile: rispetto ai modelli precedenti (che già avevano visto un trackpad maggiorato rispetto alle prime versioni) lo spazio a disposizione praticamente raddoppia. Nuovi anche gli speaker integrati, che sono in grado di sviluppare maggior volume senza distorsione e conquistano anche qualcosa in più sulla gamma dinamica, sebbene per ovvie limitazioni fisiche la resa risulta piuttosto ricca nella fascia medio-alta delle frequenze. Abbastanza convincente la separazione stereofonica.
Sotto la scocca del modello analizzato in questa prova si nasconde un processore Intel Core i7 da 2,7Ghz di frequenza operativa e basato su core "Skylake": si tratta di una soluzione quad-core che può spingersi fino a 3,6GHz in modalità Turbo Boost e provvista di 8MB di cache di terzo livello e di 256KB di cache di secondo livello per ciascun core. Il processore integra l'unità GPU Intel HD Graphics 530, con frequenza operativa di 350MHz che si spinge fino a 1,05GHz e che dispone di un massimo di 1,5GB di memoria condivisa con quella di sistema.

Sotto la scocca del nuovo MacBook Pro - Fonte: FixIt
Non si tratta dell'unica GPU presente su questo sistema, in quanto Apple ha selezionato quale GPU discreta la soluzione AMD Radeon Pro 455: basata sul progetto Polaris 11 e su architettura GCN di quarta generazione, l'unità offre una frequenza operativa di 850MHz , 2GB di memoria dedicata e dispone di 12 unità di elaborazione per un totale di 760 stream processor, per una capacità di calcolo fino a 1,3TFLOPS e una bandwidth della memoria di 80GB/s. Si tratta di una GPU pensata espressamente per il mondo dei professionisti, in particolare produttori video, fotografi, animatori, modellatori 3D e progettisti.
Per quanto riguarda la memoria di sistema, questo esemplare dispone di 16GB di memoria LPDDR3, organizzata in due banchi da 8GB ciascuno, operanti alla frequenza di 2133MHz. La memoria è saldata direttamente sulla scheda e non è, pertanto, espandibile dopo l'acquisto. Per altro il sistema non supporta più di 16GB di memoria, una scelta che ha fatto molto discutere e che Apple ha giustificato con la decisione di preservare l'autonomia operativa. Il motivo è tecnologico e legato alla scelta del processore: lo vedremo meglio in seguito. Anche l'unità SSD è saldata direttamente sulla scheda logica (nei modelli precedenti era installata in uno slot mini PCI Express), e in questo caso offre una capacità di 512GB ed una elevata velocità di trasferimento dati grazie all'interfaccia PCI Express.
All'interno della confezione, come da tradizione Apple, troviamo solamente l'alimentatore da 87W e il cavo di ricarica USB Type-C da 2 metri. Non ci siamo dimenticati della Touch Bar: gli dedichiamo la prossima pagina.