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Old 10-11-2005, 11:24   #121
Ewigen
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10 Novembre 2005
CINA-VATICANO
Il vescovo Jia Zhiguo arrestato per una “sessione di studio”

E’ l’ottava volta per il presule, 70 anni, che ne ha trascorsi quasi 20 in prigione. La polizia ha preso anche 2 sacerdoti della sua diocesi.

Roma (AsiaNews/KF) – Mons. Giulio Jia Zhiguo, vescovo non ufficiale di Zhengding (Hebei), è stato arrestato dalla polizia. É l’ottava volta che il prelato viene arrestato dal 2004. Questa volta la polizia lo ha preso in casa sua, a Pechino, alle 8 di mattina dell’8 novembre. Gli agenti gli hanno ordinato di prendere le sue cose e li hanno condotto nella città di Jinzhou, dove altri uomini della sicurezza lo stavano aspettando per portarlo a Shijiazhuang, capoluogo dell'Hebei.

La polizia ha pubblicamente sostenuto che il vescovo era stato portato via per una “sessione di studio”. Vengono chiamati così i ripetuti tentativi delle autorità di convincere il vescovo ad aderire alla Associazione Patriottica. Non si ha idea della durata della “sessione”.

Il giorno prima dell’arresto del vescovo, padre Li Suchuan, 40 anni, e padre Yang Ermeng, 35 anni, entrambi della diocesi del vescovo Jia, Zhengding, sono stati catturati da agenti della sicurezza e portati via dalle loro parrocchie dei villaggi di Zhoujiazhuang e di Zhoutou, entrambi della zona di Jinzhou. Da allora non hanno fatto ritorno.

Jia, che ha 70 anni, è vescovo dal 1980. Ha trascorso in prigione circa 20 anni e per altri è stato tenuto sotto stretta sorveglianza. Un controllo particolare gli è stato dedicato al momento della morte di Giovanni Paolo II, il 2 aprile, dal momento che le autorità si aspettavano lotte intestine tra i vescovi, analogamente a quanto accade alla morte di un capo del partito.

Il vescovo Jia, tra l’altro, tiene in casa un centinaio di handicappati orfani.



ARABIA SAUDITA: Paese di particolare preoccupazione in fatto di persecuzione religiosa

[Agenzie 10/11/05]

U.S.A. Per il secondo anno consecutivo, il rapporto annuale del dipartimento di stato assegnerà all’Arabia Saudita il triste titolo di “paese di preoccupazione particolare”. Tale demerito è da attribuire alle restrizioni che questo paese applica alla libertà di culto.

Secondo alcune misure adottate nel 1998 in materia di libertà religiosa, tale designazione potrà risultare in conseguenti sanzioni economiche, anche se poi la decisione spetta direttamente al segretario di stato. Dopo alcuni mesi di ritardo, la Rice ha recentemente autorizzato altri sei mesi di attesa per giungere ad una decisione conclusiva. L’obiettivo è quello di consentire che si verifichino ulteriori momenti di discussione nella speranza che si raggiungano poi dei risultati positivi per la libertà di culto.
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Ultima modifica di Ewigen : 10-11-2005 alle 11:29.
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Old 10-11-2005, 12:08   #122
Blue Spirit
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10 Novembre 2005
CINA-VATICANO
Il vescovo Jia Zhiguo arrestato per una “sessione di studio”

E’ l’ottava volta per il presule, 70 anni, che ne ha trascorsi quasi 20 in prigione. La polizia ha preso anche 2 sacerdoti della sua diocesi.

Roma (AsiaNews/KF) – Mons. Giulio Jia Zhiguo, vescovo non ufficiale di Zhengding (Hebei), è stato arrestato dalla polizia. É l’ottava volta che il prelato viene arrestato dal 2004. Questa volta la polizia lo ha preso in casa sua, a Pechino, alle 8 di mattina dell’8 novembre. Gli agenti gli hanno ordinato di prendere le sue cose e li hanno condotto nella città di Jinzhou, dove altri uomini della sicurezza lo stavano aspettando per portarlo a Shijiazhuang, capoluogo dell'Hebei.

La polizia ha pubblicamente sostenuto che il vescovo era stato portato via per una “sessione di studio”. Vengono chiamati così i ripetuti tentativi delle autorità di convincere il vescovo ad aderire alla Associazione Patriottica. Non si ha idea della durata della “sessione”.

Il giorno prima dell’arresto del vescovo, padre Li Suchuan, 40 anni, e padre Yang Ermeng, 35 anni, entrambi della diocesi del vescovo Jia, Zhengding, sono stati catturati da agenti della sicurezza e portati via dalle loro parrocchie dei villaggi di Zhoujiazhuang e di Zhoutou, entrambi della zona di Jinzhou. Da allora non hanno fatto ritorno.

Jia, che ha 70 anni, è vescovo dal 1980. Ha trascorso in prigione circa 20 anni e per altri è stato tenuto sotto stretta sorveglianza. Un controllo particolare gli è stato dedicato al momento della morte di Giovanni Paolo II, il 2 aprile, dal momento che le autorità si aspettavano lotte intestine tra i vescovi, analogamente a quanto accade alla morte di un capo del partito.

Il vescovo Jia, tra l’altro, tiene in casa un centinaio di handicappati orfani.



ARABIA SAUDITA: Paese di particolare preoccupazione in fatto di persecuzione religiosa

[Agenzie 10/11/05]

U.S.A. Per il secondo anno consecutivo, il rapporto annuale del dipartimento di stato assegnerà all’Arabia Saudita il triste titolo di “paese di preoccupazione particolare”. Tale demerito è da attribuire alle restrizioni che questo paese applica alla libertà di culto.

Secondo alcune misure adottate nel 1998 in materia di libertà religiosa, tale designazione potrà risultare in conseguenti sanzioni economiche, anche se poi la decisione spetta direttamente al segretario di stato. Dopo alcuni mesi di ritardo, la Rice ha recentemente autorizzato altri sei mesi di attesa per giungere ad una decisione conclusiva. L’obiettivo è quello di consentire che si verifichino ulteriori momenti di discussione nella speranza che si raggiungano poi dei risultati positivi per la libertà di culto.

l'ho sempre detto che cina e arabia saudita sono i problemi peggiori, in termini di libertà religiosa
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«Sono cristiano con Copernico, Descartes, Newton, Leibniz, Pascal, Eulero, Gerdil, con tutti i grandi astronomi e fisici del passato. E se mi si chiedessero le mie ragioni sarei felice di esporle» (Cauchy) /// I shall fear no evil, for Thou art with me /// CLIO COMMUNITY /// AF inside /// Sehnsucht
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Old 10-11-2005, 12:38   #123
Spectrum7glr
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l'ho sempre detto che cina e arabia saudita sono i problemi peggiori, in termini di libertà religiosa
purtroppo manca la volontà ed il coraggio politico di fare determinate scelte...personalmente trovo vergognoso fare affari con paesi dove non è rispettato nemmeno un contenuto minimo di diritti umani...e ancora più vergognoso è il silenzio della società civile su queste cose: sempre pronti a scendere in piazza quando fa comodo a loro, mentre quando scendere in piazza potrebbe voler dire una condanna a determinate nazioni tutti si tirano indietro e si barricano dietro a parole di circostanza
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Old 10-11-2005, 14:34   #124
Blue Spirit
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purtroppo manca la volontà ed il coraggio politico di fare determinate scelte...personalmente trovo vergognoso fare affari con paesi dove non è rispettato nemmeno un contenuto minimo di diritti umani...e ancora più vergognoso è il silenzio della società civile su queste cose: sempre pronti a scendere in piazza quando fa comodo a loro, mentre quando scendere in piazza potrebbe voler dire una condanna a determinate nazioni tutti si tirano indietro e si barricano dietro a parole di circostanza
Dici benissimo. Purtroppo l'ipocrisia e il "doppiopesismo" sono la regola, ormai.
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Old 10-11-2005, 18:00   #125
Ewigen
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10 Novembre 2005
INDIA
Rapporto Usa: in India passi in avanti verso la libertà religiosa

L'annuale Rapporto sulla libertà religiosa internazionale segnala progressi nell'operato del governo. Padre Joseph Babu e John Dayal ricordano che ancora sono molti i problemi da risolvere

New Delhi (AsiaNews) - L’annuale Rapporto sulla libertà religiosa internazionale (Rlri) redatto dall’amministrazione Bush ha riconosciuto al governo di New Delhi di aver "dimostrato di impegnarsi a favore di una politica religiosa di non discriminazione sia ai più alti livelli di governo che in ogni parte della società".

Padre Joseph Babu, portavoce della Conferenza episcopale indiana, ha dichiarato ad AsiaNews che è d’accordo con "i riferimenti fatti nel rapporto dall’amministrazione americana riguardo l’India. Dopo l’avvento al potere nel 2004 di Manmohan Singh ci sono stati dei passi in avanti: è stata adottata una politica religiosa non discriminatoria nei livelli più alti dell’amministrazione, è stato abrogato il Pota (legge per la prevenzione del terrorismo) e i libri di testo discriminatori sono stati revisionati. Ciò nonostante la situazione delle minoranze non è cambiata molto. Le minoranze ed in modo particolare i cristiani e le loro istituzioni - continua padre Babu - hanno subito degli attacchi. Alcuni individui che sostengono la lotta alle minoranze devono ancora essere combattuti: solo questo può infondere sicurezza nelle menti delle minoranze indiane".

Anche John Dayal, segretario generale dell’All India Christian Council e presidente dell’All India Catholic Union, sigle che radunano milioni di cristiani e cattolici indiani, giudica in modo positivo il rapporto americano, ma esprime delle riserve. "Il governo ha fatto molto, in modo particolare nel campo dell’educazione, ma ancora di più è quello che è rimasto da fare. Bisogna organizzare commissioni per l’educazione delle minoranze, per far fronte alla situazione economica dei musulmani e il recupero del consiglio di integrazione nazionale. Chiediamo anche un riassestamento della situazione economica dei cristiani, e chiediamo che vengano assistiti e che gli siano riconosciuti libertà e diritti". "Dal punto di vista dei cristiani - continua - molti punti sono ancora da chiarire: la commissione nazionale per le minoranze rimane ostile, le leggi personali sull’adozione devono ancora essere approvate e continuano gli atti di violenza, in modo particolare negli stati governati dal Bharatiya Janata Party (Bjp).

Il Rapporto sulla libertà religiosa internazionale è stato presentato l’8 novembre dal segretario di Stato Condoleeza Ricee e trasmesso al Congresso degli Stati uniti. Nel rapporto viene elogiato il governo del primo ministro Manmohan Singh in modo particolare per il "lavoro condotto nello stato occidentale del Gujarat", governato da nazionalisti indù, "per aver arginato gli scontri fra musulmani e indù", e ha evidenziato che "gli attivisti per i diritti delle minoranze hanno rilevato che i casi di violenza nelle città sono diminuiti". Nel rapporto sono citate le insurrezioni che hanno interessato lo Stato nel 2002, quando oltre 2000 persone persero la vita in scontri urbani. Il rapporto valuta in modo positivo che il governo si sia rifiutato di "approvare il piano di controllo della criminalità organizzata del Gujarat nel giugno 2004, criticato dai gruppi musulmani che temevano sarebbe stato utilizzato in maniera selettiva contro di loro". Inoltre il governo indiano, continua il rapporto, ha sostituito la controversa legge sulla prevenzione al terrorismo, criticata da musulmani perché considerata un’arma da utilizzare contro di loro, con una legge giudicata "più garantista nei confronti delle minoranze". Inoltre "per quel che riguarda l’educazione scolastica, il governo ha sostituito libri di testo discriminatori con edizioni più moderate". Lo stesso rapporto riconosce però che "in alcuni Stati controllati dalle opposizioni rimangono ancora dei problemi".

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Tuttavia quando si finirà a livello pratico con la divisione della società civile in caste e del dare più volore alla vita di una vacca che di centinaia di milioni di esseri umani forse finalmente lì vi sarà vera libertà.
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Old 10-11-2005, 20:52   #126
kaioh
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Lo so bene che è uscita l'ultima versione ! Ricordatevi di fare il backup della cartella di configurazione dopo ogni modifica, o almeno una volta al mese, sia di Firefox che Thunderbird.
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Old 10-11-2005, 21:10   #127
Ewigen
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l'ho sempre detto che cina e arabia saudita sono i problemi peggiori, in termini di libertà religiosa
E tanto per accentuare la notizia:

10 Novembre 2005
USA - ARABIA SAUDITA
Arabia Saudita, ancora “preoccupazione” per la libertà religiosa

Per il secondo anno consecutivo, il Dipartimento di Stato Usa accusa Riyadh di soffocare le minoranze religiose. Attivisti per i diritti umani e cristiani ricordano gli ultimi casi di persecuzione e sottolineano la minaccia della propaganda wahabita esportata fuori dai confini del Regno.

Washington (AsiaNews) – L’Arabia Saudita è rientrata anche quest’anno nella lista dei paesi “oggetto di preoccupazione particolare” (CPC) per Washington; la sigla classifica le realtà in cui la grave violazione della libertà religiosa è passibile di sanzioni. Attivisti per i diritti umani confermano la grave situazione delle minoranze religiose nel Regno e pongono dubbi sulla possibilità di considerarle Riyadh un’alleata nella lotta al terrorismo internazionale.

Lo scorso 8 novembre il Dipartimento di Stato Usa ha presentato al Congresso il 7° Rapporto annuale sulla libertà religiosa nel mondo. Lo stesso dossier, nel 2004, conteneva per la prima volta dure accuse all’Arabia Saudita, dove “non esiste libertà religiosa”. Accanto all’Arabia Saudita tra i paesi CPC appaiono quest’anno: Myanmar, Cina, Eritrea, Iran, Corea del Nord, Sudan e Vietnam.

Il 30 settembre il Segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, ha dato al Regno saudita 180 giorni per progredire nel rispetto della minoranze religiose, pena restrizioni economiche. Alla fine di questa settimana è previsto l’arrivo delle Rice in Arabia, come parte di un più vasto tour in Medio Oriente.

Il Centro per la democrazia e i diritti umani in Arabia Saudita – organismo nonprofit, che lavora a fianco degli Usa – sottolinea che a 139 giorni alla scadenza del termine “il governo saudita non ha proposto né applicato nessun provvedimento”. Anzi, il Centro ricorda l’ultimo caso di persecuzione contro i cristiani nel Paese. Il 7 ottobre scorso, l’indiano Samuel Daniel, leader di una chiesa domestica, è stato arrestato a Riyadh e portato allo Shumesi Deportation Center. L’ambasciata indiana è riuscita a farlo scarcerare dopo soli due giorni, a condizione che l’uomo lasciasse il paese. Samuel è stato costretto a partire lasciando la sua famiglia in Arabia Saudita. L’uomo era nel gruppo degli 8 cristiani arrestati a fine maggio dalla muttawa (la polizia religiosa saudita) e rilasciati dopo 10 giorni. La polizia aveva trovato e confiscato nelle loro case materiale religioso.

Il Centro punta il dito anche contro lo Shumesi Deportation Center e cita lettere di detenuti che raccontano di ogni tipo di violenze e soprusi e di condizioni di vita inumane: “Siamo 200 in una piccola stanza – si dice - non c’è posto per sedere o sdraiarsi; sulle scarse razioni di pane che ci portano c’è scritto ‘cibo per i maiali’”.

In Arabia Saudita è proibita la libertà di espressione a tutte le religioni, meno che all’Islam. Ogni manifestazione pubblica (avere Bibbie o portare un crocifisso) è proibita. Negli ultimi anni, grazie alle pressioni internazionali, la corona saudita ha permesso la pratica di altre religioni ma solo in privato. La muttawa, però, continua ad arrestare, imprigionare e torturare persone che praticano altre fedi anche se in privato.

Ma il problema della libertà religiosa, soffocata dall’integralismo wahhabita, non è limitato ai confini del Regno e rappresenta un pericolo anche in altri paesi. A denunciarlo già all’inizio dell’anno è stato il Centro per la libertà religiosa, Freedom House, con il suo Rapporto: “Le pubblicazioni saudite sull’ideologia dell’odio invadono le moschee americane”. Di questo studio, due giorni fa, la direttrice di Freedom House, Nina Shea, ha riferito al Comitato giudiziario del Senato americano. Nel suo intervento l’attivista cattolica si chiede se gli Usa possono considerare l’Arabia “un alleato o un nemico nella guerra al terrorismo”.

Secondo il Rapporto, condotto su decine di moschee nelle principali città americane, circolano varie e numerose pubblicazioni, che istigano all’odio contro “gli infedeli” occidentali e alla violenza verso sciiti e sufi; il materiale arriva ed è finanziato da Riyadh, che – nonostante le promesse – non si preoccupa di controllare il contenuto dei testi. Per questo la Shea chiede a Washington di monitorare più da vicino il reale impegno della Corona saudita contro la diffusione dell’odio interreligioso e del fondamentalismo islamico.
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Old 11-11-2005, 18:44   #128
Ewigen
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Eritrea: Raddoppiato il numero dei cristiani in carcere
(Porte Aperte) Il numero dei cristiani imprigionati a causa della loro fede è ora di 1752, il doppio di sei mesi fa, ma molti ritengono che questa cifra sia ben al di sotto della realtà. Ventisei pastori e responsabili di chiesa sono detenuti ed i loro conti correnti sono stati bloccati dal governo. "Le loro famiglie soffrono enormi disagi per questa situazione" ci ha riferito un testimone. Alla fine di settembre, tre responsabili di chiesa sono stati arbitrariamente condannati a due e tre anni di reclusione.
Negli ultimi mesi, la polizia ha effettuato molti interventi nella regione di Asmara, procedendo all'arresto di 51 cristiani.

U.S.A.: CRESCE L'ATTENZIONE PER LA PERSECUZIONE DEI COPTI IN EGITTO
Il numero crescente di attacchi in chiave anti-copti in Alessandria d'Egitto non sta sfuggendo a politici e leader religiosi che ora chiedono interventi perchè si arresti l'ondata di persecuzioni. In un incontro con la stampa, il senatore Sen. Sam Brownback (Kansas), presidente della commissione Helsinki per la US.Copts Association, ha dichiarato: "Siamo qui per occuparci della persecuzione in atto contro la comunità dei Copti. La situazione in Egitto non è migliorata; è invece peggiorata".

CINA:Gao Zhisheng: l'attivista perseguitato riceve segni di solidarietà

In seguito alle notizie diffuse dalla nostra associata per i diritti umani, China Aid Association, sulla persecuzione delle autorità cinesi a carico di Gao Zhisheng, il legale-attivista ha ricevuto numerose telefonate ed e-mail da tutto il mondo. Sei pastori cinesi hanno telefonato a Gao e con la voce rotta dal pianto hanno espresso parole d'incoraggiamento a lui ed alla sua famiglia. I leader religiosi hanno assicurato che oltre 100 milioni di cristiani cincesi pregheranno per lui ininterrottamente. Il giovane attivista ha risposto con una lettera aperta nella quale ringrazia "Dio e gli uomini per il loro amore e solidarietà verso di lui e verso la sua famiglia in un momento così duro". Dichiarazione di Bob Fu, fondatore e presidente di Chiana Aid: "Ringraziamo le persone di ogni fede per il loro profondo amore e cura per Gao e la sua famiglia. Vi chiediamo di continuare a pregare per loro e per tutti coloro che sono oggetto di persecuzione".

UZBEKISTAN: PERSECUZIONE PER TUTTI!
Queste le ultime misure decise dalle autorità dell'Uzbekistan e tutte dirette ai cristiani, "registrati" e non, in particolare se appartenenti al gruppo etnico uzbeko. Il caso più recente riguarda la Chiesa del Pieno Vangelo "Emanuel" di Nukus, nella parte nord-occidentale del paese e la Congregazione del Pieno Vangelo "Fores" a Tashkent, la capitale. In barba ai canoni dei diritti umani sanciti a livello internazionale, tutte le attività delle chiese protestanti sono ora considerate illegali. La Chiesa "Emanuel" intende difendere il proprio diritto a riunirsi. La Chiesa "Fores" s'è detta "stanca ed arrabbiata" ed ha deciso comunque di non arrendersi all'idea di vedersi privata dei propri diritti religiosi".
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Old 11-11-2005, 18:47   #129
Ewigen
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11 Novembre 2005
IRAN
Pastore iraniano convertito dall'Islam potrà visitare la famiglia
Hamid Pourman, detenuto perchè convertito dall'Islam, dopo oltre un anno di carcere, ha il permesso di vedere la famiglia per tre giorni al mese: permesso concesso per “buona condotta”.

Teheran (AsiaNews/Compass) – Hamid Pourmand, il pastore protestante iraniano in carcere per la sua fede, in 14 mesi di detenzione ha avuto il permesso di vedere la sua famiglia solo una volta al mese.

Pourmand, ex militare, continua a rifiutare di abiurare il cristianesimo, ma grazie alla sua buona condotta le autorità carcerarie gli hanno concesso 3 giorni ogni mese per visitare la famiglia.

Il cristiano avrebbe instaurato buoni rapporti con i secondini e i carcerati della prigione Evin, dove sono detenuti anche dissidenti politici, incluso il giornalista Akbar Ganji.

Fonti anonime dichiarano che il legale di Pourmand ha deciso di ritirare l’appello alla Corte Suprema per paura che il processo duri troppo, dando così alle autorità una scusa per tenerlo in carcere. Nel Rapporto 2004 sul sistema giudiziario in Iran, Human Rights Watch denuncia che “a molti prigionieri politici viene detto che se fanno appello verranno rispediti in galera o sarà loro aggiunta qualche accusa”.

La Difesa del pastore protestante spera che il governo accetti una petizione per concedergli l’amnistia o in occasione dell’anniversario della Rivoluzione islamica (11 febbraio) o delle feste per il Now Ruz iraniano (il nuovo anno – 20 marzo).

Il 28 maggio un giudice islamico del tribunale di Bandar-I Busher, città di origine di Pourmand, ha sollevato il pastore dall’accusa di apostasia e proselitismo, per le quali rischiava la morte. Dal 13 dello stesso mese per 2 settimane è apparso ogni 2 o 3 giorni davanti alla corte islamica di Teheran. In questo periodo ha subito numerose pressioni per tornare all’islam. Il 16 maggio scorso è stato trasferito dalla capitale iraniana a Bandar-I Busher.

Pourmand si è convertito al cristianesimo nel 1980. È stato arrestato a settembre 2004 in un raid della polizia iraniano contro un raduno dell’Assemblea di Dio, una denominazione protestante della quale egli fa parte in qualità di pastore. All’epoca era colonnello dell’esercito iraniano.

Il 16 febbraio scorso il pastore, accusato di aver tenuto nascosta la sua conversione ai superiori, è stato condannato a 3 anni di detenzione. La legge islamica vigente in Iran non permette che un non musulmano faccia parte dell’esercito con il grado di ufficiale. In seguito alla condanna Pourmand è stato licenziato e privato del suo stipendio, della pensione e dell’alloggio per la sua famiglia.
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Old 11-11-2005, 19:04   #130
Ewigen
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 11/11/2005 4.17
CONCLUSO PROCESSO PER OMICIDIO MISSIONARIO BELGA


Si è concluso il processo sull’omicidio del missionario gesuita René de Haes, assassinato il 7 maggio scorso a Kinshasa. Lo hanno riferito alla MISNA fonti della radio diocesana Elikya, precisando che l’udienze sono terminate ieri dopo aver ascoltato tutte le parti in causa e adesso non resta che attendere il verdetto che verrà emesso mercoledì 16 novembre prossimo dal tribunale militare distrettuale di Matété, nella capitale congolese. I due imputati – due soldati disertori, Marcel Lengè e Tumba Manza Issa – si sono dichiarati innocenti; se riconosciuti colpevoli i due rischiano la pena di morte. Il missionario belga, originario di Heist-op-den-Berg (Anversa) è stato ucciso a colpi di arma da fuoco mentre si dirigeva nel suo quartiere, Kimwenza, al ritorno da una riunione di un gruppo religioso presso l’università di Kinshasa. Professore di teologia e animatore spirituale da oltre 40 anni, padre De Haes al momento della sua morte era rettore della Casa internazionale di studi filosofici dei Padri Gesuiti a Kimwenza.(Fonti:UAAR,Politikon,Anticlericale)












vabbè,fonte vera e ragionevole:Misna
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Ultima modifica di Ewigen : 11-11-2005 alle 21:53.
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Old 11-11-2005, 19:10   #131
FastFreddy
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11 Novembre 2005
IRAN
Pastore iraniano convertito dall'Islam potrà visitare la famiglia
[CUT]
Questa storia mi ha particolarmente colpito..

Dev'essere terribile essere imprigionato e separato dai propri cari per la sola colpa di voler professare un'altra religione.

Da veramente da pensare a cosa siano in realtà i diritti civili fondamentali
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La mia config: Asus Z170 Pro gaming, Intel i5 6600k @4.5Ghz, cooler master 212x, corsair vengeance 8Gb ddr4 2133, SSD sandisk ultra II 480Gb, Gainward GTX960 4Gb, Soundblaster Z, DVD-RW, ali Corsair CX750M, Case Thermaltake Suppressor F31

Ultima modifica di FastFreddy : 11-11-2005 alle 19:12.
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Old 11-11-2005, 22:59   #132
Ewigen
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Originariamente inviato da FastFreddy
Questa storia mi ha particolarmente colpito..

Dev'essere terribile essere imprigionato e separato dai propri cari per la sola colpa di voler professare un'altra religione.

Da veramente da pensare a cosa siano in realtà i diritti civili fondamentali
Più che l'essere di un'altra relgione (in Iran le altre religioni tollerate sono:cristianesimo,ebraismo e mazdeismo) è il fatto di aver abbandonato l'Islam cosa che in quei paesi è punibileanche perviua legale (in un paese occidentale se il pastore non ti da più la comunione e nè tifa entrare in chiesa non finisci di certo dietro le sbarre!).
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Old 12-11-2005, 17:23   #133
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12 novembre 2005 18.08
PAKISTAN, MIGLIAIA DI MUSULMANI INCENDIANO CHIESE E CONVENTO

Infuriati per informazioni secondo le quali un cristiano avrebbe bruciato copie del Corano, migliaia di musulmani hanno attaccato e dato alle fiamme tre chiese cristiane, un convento e la casa di un prete presso Lahore, nel Pakistan orientale.

Lo ha annunciato la polizia pachistana precisando che gli incidenti si sono verificati a Sangla Hill, circa 70 km a ovest di Lahore e che non si segnalano feriti.

"In apparenza l'attacco sembra stato preordinato, anche perchè gli assalitori sono giunti sul posto a bordo di autobus", ha detto l'arcivescovo cattolico di Lahore, Lawrence Saldanaha.

Secondo testimoni la folla di musulmani ha saccheggiato e poi incendiato tre chiese, un collegio femminile, un albergo e un dispensario, "tutti ridotti in cenere". Gli attacchi sono stati innescati dalla notizia che un cristiano, tale Yusaf Masih, aveva bruciato copie del Corano, un reato passibile di pena di morte in Pakistan, ma secondo alcuni tutto sarebbe cominciato a causa di contrasti economici e di gioco tra la comunità cristiana e quella islamica.(Avvenire)



Complementi all'idiozia (se confermata) di Yusaf e al QI degli anticlericali mezzalunari
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Old 12-11-2005, 17:41   #134
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Eritrea: Raddoppiato il numero dei cristiani in carcere

U.S.A.: CRESCE L'ATTENZIONE PER LA PERSECUZIONE DEI COPTI IN EGITTO

UZBEKISTAN: PERSECUZIONE PER TUTTI!

aggiornamento:



Eritrea - Pastore rilasciato dopo 10 mesi di cella d'isolamento è in condizioni critiche

[CD 12/11/05]

Arrestato quasi dieci mesi fa nel corso di un matrimonio nella parte occidentale dell'Eritrea, il pastore Oqbamichael Tekle-Haimonot è stato finalmente rilasciato.

Le sue condizioni di salute, però, sono molto critiche. Il ministro della Chiesa Parola di Vita a Cale Hiwot è crollato fisicamente ed emotivamente sotto il peso dei maltrattamenti subiti in carcere dove era rinchiuso in cella d’isolamento. Scarcerato su cauzione, il pastore Tekle-Haimonot ha dovuto firmare una dichiarazione redatta dalle autorità militari con cui s'impegna a non frequentare alcuna riunione cristiana "illegale". Dal mese di maggio del 2002, il governo eritreo ha messo al bando ogni tipo di riunione religiosa che non sia legata alla Chiesa Ortodossa, a quella Cattolica, Luterana ed all'Islam. Ha chiuso tutte le chiese indipendenti. Le autorità hanno perfino impedito semplici riunioni di preghiera fatte in casa e la celebrazione di matrimoni protestanti in sale pubbliche.


EGITTO - I legislatori americani avvertono: niente aiuti se Mubarak non protegge la comunità cristiana


Foto: Una suora copta giace al suolo dopo essere stata pugnalata e ferita da uno studente musulmano durante una manifestazione di protesta contro i cristiani, davanti alla chiesa di S.Giorgio.
A Washington, Frank Wolf, un membro del congresso americano, ha affermato che "le autorità egiziane, nel migliore dei casi, sono state negligenti"




UZBEKISTAN - Aggredito un giornalista

[PrimaNews 12/11/05]

UZBEKISTAN, Tashkent. (Press center IGNPU) La sera del 9 novembre scorso, cinque sconosciuti hanno aggredito e percosso Aleksey Volosevich di Internet publication Fergana.ru., nei pressi della sua abitazione a Tashkent, nella regione di Yunusabad.
Gli assalitori hanno scaraventato a terra Volosevich, lo hanno presso a calci e gli hanno poi immerso testa e vestiti nella vernice. Prima di dileguarsi gli hanno gridato: "Non venderai la nostra patria". Rialzatosi, dall'androne di casa il giornalista ha visto uscire di corsa quattro ragazzi, sicuramente gli stessi che avevano scritto sulle pareti e con la stessa vernice: "Volosevich - giornalista ebreo corrotto. Qui vive un ebreo che non conosce l'Islam".
Gli attivisti di diritti umani credono che l'attacco sia stato eseguito dai Servizi Speciali su ordine delle autorità e che in ogni caso è da mettere in relazione con la professione esercitata da Volosevich. Recentemente il giornalista si era occupato in loco degli eventi di Andizhan. I suoi articoli pubblicati in internet durante i fatti dei !15 ribelli" contraddicevano apertamente la versione ufficiale data dalle autorità.
Dopo i fatti di Andizhan nei giorni 12-14 maggio, le autorità uzbeke avevano organizzato la cosiddetta "stagione aperta" contro i giornalisti indipendenti che scrivevano da Andizkan. Diversi giornalisti sono stati aggrediti, denunciati, arrestati, detenuti e messi sotto censura. Parecchi di loro sono stati costretti ad emigrare in altri paesi.
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Old 13-11-2005, 00:36   #135
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Old 13-11-2005, 11:18   #136
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12 novembre 2005 18.08
PAKISTAN, MIGLIAIA DI MUSULMANI INCENDIANO CHIESE E CONVENTO

Più dettagliata:

13 Novembre 2005
PAKISTAN
Migliaia di musulmani bruciano chiese, conventi, scuole e case cristiane nel Punjiab
di Qaiser Felix

La Commissione Giustizia e Pace accusa la”negligenza criminale” della polizia (che non è intervenuta) e quella dei ministri e politici che non si decidono a eliminare le leggi sulla blasfemia.

Lahore (AsiaNews) – Tre chiese, un convento di suore, due scuole cattoliche, la casa di un pastore protestante e quella di un parroco, un ostello per ragazze, alcune case di cristiani sono stati prima vandalizzati e poi incendiati da una folla rabbiosa di circa 2 mila persone nel villaggio di Sangla Hill, distretto di Nankana nel Punjiab. Almeno 450 famiglie cristiane del villaggio sono fuggite e non sono ancora tornate per paura di ulteriori violenze.

Mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo di Lahore e presidente nazionale della commissione Giustizia e Pace, ha detto in una conferenza stampa (v. foto) che “gli attacchi sono stati pianificati e organizzati. Secondo testimoni, la folla è stata portata sul luogo con degli autobus e istigata a compiere violenze e a bruciare”. “La nostra gente è in ansia – ha detto ad AsiaNews – e desideriamo che il governo faccia qualcosa”.

Le violenze sono avvenute ieri circa alle 10 del mattino (ora locale) e in apparenza sono motivate da un ulteriore caso di blasfemia. Secondo gli accusatori, venerdì 11 novembre, il cristiano Yousaf Masih, ha bruciato alcune copie del Corano ed è ora scomparso. Un fratello di lui, Salim Masih è stato arrestato il giorno prima. La Commissione Giustizia e Pace di Lahore ha dichiarato che le accuse di blasfemia sono false: gli accusatori hanno con la famiglia degli accusati alcuni problemi economici da risolvere.

Anche Saqib Sohail Bhatti, consigliere generale di Sangla Hill, cristiano, ha dichiarato ad AsiaNews che le accuse di blasfemia sono false: Yousaf Masih è un analfabeta e non saprebbe nemmeno distinguere il Corano da un altro libro religioso.

A provocare le violenze non sono estranei i capi religiosi locali. Ieri le moschee hanno continuato a chiamare a raccolta i fedeli davanti alla Jamia Madni Masjid, la moschea centrale, spingendoli ad agire contro i cristiani. I leader religiosi, con discorsi violenti, hanno spinto la folla a bruciare ogni luogo cristiano.

Obbedendo agli ordini, la folla ha prima saccheggiato la casa di Yousaf Masih e quella di suo fratello. Poi si sono mossi verso la chiesa presbiteriana incendiando l’edificio, i libri, e la casa di Tajamal Perveiz, il pastore locale. La folla piena di rabbia è poi giunta alla chiesa cattolica dello Spirito Santo e hanno vandalizzato l’edificio di culto, l’adiacente convento delle suore e la casa del parroco di Sangla Hill, il p. Semson Dilawar.

Il gruppo di circa 2 mila musulmani ha anche danneggiato la scuola elementare e il liceo St Anthony, distruggendo mobili, archivi, laboratori e biblioteca. Anche la chiesa dell’Esercito della Salvezza ha subito molti danni.

Un parlamentare cristiano, Akram Gill, punta il dito contro la polizia: egli ha telefonato di persona alle forze dell’ordine chiedendo protezione per i cristiani, ma non ha ottenuto nulla. Anwar Sohail, un testimone degli incidenti, ha detto ad AsiaNews che “la polizia era presente quando la folla ha attaccato la chiesa cattolica, ma sono andati via lasciando che i manifestanti penetrassero nell’edificio”

La Commissione di Giustizia e Pace ha diffuso una dichiarazione in cui si afferma che “la polizia locale sembra essere parte in causa di questi atti di terrore, che usano la religione per diffondere odio contro le minoranze religiose”. Per questo si chiede “un’immediata inchiesta giudiziaria per stabilire cause, effetti e responsabilità di questi vergognosi incidenti. Inoltre occorre prendere provvedimenti contro i poliziotti per la loro criminale negligenza”.

La dichiarazione riafferma che “le leggi sulla blasfemia sono la causa principale e lo strumento per creare squilibri settari e interreligiosi nella società . La negligenza di ministri e responsabili di dipartimenti ne permette l’abuso in larga scala, provocando una valanga di ingiustizie. Per questo si domanda al governo di “fare dei passi per educare le masse alla tolleranza e alla pace, eliminando elementi discriminatori verso le religioni nelle scuole e nei media, e cancellando le leggi discriminatorie come quelle sulla blasfemia”.

Giustizia e Pace ricorda anche che molte organizzazioni cristiane stanno lavorando fianco a fianco con altri pakistani nei soccorsi alla popolazione terremotata. “In un momento in cui abbiamo bisogno della solidarietà di tutto il mondo – si afferma – questa mancanza di rispetto per la legge è una cattiva notizia per il paese”.
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Old 14-11-2005, 11:33   #137
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India, estremisti indù minacciano di morte una famiglia cristiana

[CD 14/11/05]

Estremisti indù hanno fatto irruzione in una riunione di preghiera, nella casa di una famiglia cristiana accusata di convertire gli indù al cristianesimo. Il fatto è successo nello stato di Uttar Pradesh. Gli assalitori hanno tenuto braccate per alcune ore le 200 persone che partecipavano all'incontro di preghiera ed hanno minacciato di uccidere i membri della famiglia se vedranno altri indù a "simili riunioni". Secondo testimoni oculari, gli estremisti appartengono al Bharatiya Janata Yuva Morcha (BJYM), il ramo giovanile del Bharatiya Janata Party (BJP), il partito nazionalista.



Vietnam - Persecuzione dei protestanti Hmong: Ci sono le foto

[ICN-News 14/11/05]

Il Centro per la Libertà Religiosa della Freedom House ha pubblicato foto che confermerebbero il trattamento brutale al quale sono sottoposte le minoranze cristiane dalle autorità Vietnamite.

La diffusione delle immagini di tortura avviene in seguito alle smentite di Hanoi i cui servizi di sicurezza sono accusati di aver messo in atto una campagna di repressione nei confronti dei cristiani Hmong.



Le ferite che si vedono nelle foto confermano il rapporto, del 3 novembre scorso, del Centro secondo cui diversi cristiani dell'etnia Hmong sono stati percossi pesantemente con bastoni elettrici dalle guardie di confine e dai servizi di sicurezza. Si parla, in un caso, di una costola rotta e di frattura dello sterno in un altro, come pure di ferite di altro genere. Il Centro per la Libertà Religiosa è anche in possesso dei nomi delle persone fotografate. Le persone che hanno riportato le ferite più gravi sono Vang Seo Dung e Ly Van Dung. I fatti si riferiscono alla campagna di repressione messa in atto contro i Protestanti nella provincia di Ha Giang, alla fine di agosto, primi di settembre del 2005.



Notizia invece molto "curiosa"


PAKISTAN - Lo "straniero infedele" non può visitare le donne
Sulle montagne del Pakistan colpito dal sisma fa freddo e nevica. I medici cristiani volontari incontrano anche difficoltà culturali. La maggior parte delle donne musulmane in questa zona non permetterà mai ad un medico di sesso maschile di visitarle. In un caso, un genitore musulmano non ha concesso il permesso ad un medico di amputare la gamba della figlia nonostante ci fossero segni di cancrena. Ha asserito che è meglio che la figlia muoia che permettere ad uno straniero infedele di toccarla. Non ci sarebbero stati problemi se si fosse trattato, invece, del figlio maschio.(Icn)
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Old 14-11-2005, 20:42   #138
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13 Novembre 2005
PAKISTAN
Migliaia di musulmani bruciano chiese, conventi, scuole e case cristiane nel Punjiab
14 Novembre 2005
PAKISTAN
Solidarietà dei capi delle Chiese cristiane al villaggio cristiano attaccato
di Peter Jacob

Lahore (AsiaNews) – Un gruppo di leader cristiani ha visitato oggi la comunità cristiana di Sangla Hill dove lo scorso sabato una folla di 2 mila musulmani ha distrutto chiese e case di cristiani, accusati di blasfemia.

Fra i visitatori vi era Mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo cattolico di Lahore; Alexander John Malik, moderatore della Chiesa del Pakistan (protestante); Victor Azraiah, del National Council of Churches in Pakistan; Samuel Azariah, rappresentate dell’Esercito della Salvezza; parlamentari e membri della Commissione Giustizia e Pace (NCJP).

Anche il Ministro federale per le ferrovie, segretario generale della Lega Musulmana del Punjab, ha visitato il villaggio.

Sabato 12 novembre una folla irata di circa 2 mila musulmani, incitata dai capi religiosi, ha marciato verso il villaggio. Essi hanno prima distrutto e poi bruciato 3 chiese cristiane, un convento, 2 scuole cattoliche, la casa di un pastore protestante e quella del parroco cattolico, un ostello per ragazze e alcune case di cristiani. L’arcidiocesi di Lahore ha accusato la polizia di non aver fatto nulla per fermare le violenze.

Il Ministro del Punjab, Chaudhary Pervaiz Elahi, ha incontrato oggi i leader cristiani radunati nell’episcopio di Lahore. Egli ha espresso dolore per l’incidente e ha promesso provvedimenti contro i colpevoli, come anche di sostenere le spese per la ricostruzione delle chiese e degli edifici distrutti.

I vescovi hanno invitato Chaudhary a visitare il luogo e a fare dei passi per sradicare l’intolleranza religiosa, il terrorismo e rifiutare la legge sulla blasfemia.

Per protesta i leader delle Chiese cristiane hanno anche deciso di indire per il 17 novembre una giornata di sciopero delle scuole cattoliche.

L’ufficio della NCJP di Rawalpindi ha organizzato una conferenza stampa per diffondere la notizia – non riportata sui giornali. L’ufficio di Karachi ha diffuso una dichiarazione sull’incidente. A Quetta, Giustizia e Pace ha organizzato per domani un seminario–protesta insieme a organizzazioni locali.

Solidarietà verso i cristiani pakistani giunge anche dal resto del mondo. Yaqoob Anjum Bhatti e Ernest Paul, hanno organizzato assieme a diversi gruppi un sit-in di protesta all’ambasciata pakistana a Washington, se il governo non prende provvedimenti entro 3 giorni. Shadab Khokhar e altri pakistani hanno incontrato parlamentari canadesi a Toronto. Anch’essi hanno in programma una dimostrazione davanti all’ambasciata pakistana.
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cmq la situazione in Pakistan è davvero grave
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Ritiro ciò che ho detto su Yusaf


UNA COMUNITÀ ASSEDIATA
Dopo gli attacchi «premeditati» a chiese e conventi è stata indetta per giovedì una Giornata nazionale di protesta e di preghiera, in cui la gente marcerà e pregherà nelle strade


Pakistan, cristiani sotto tiro

Da Islamabad (R.E.)

Cresce la paura nella comunità cristiana del Pakistan dopo la violenza che ha colpito la Provincia del Punjab nei giorni scorsi e aumentano le denuncie contro le continue intimidazioni contro i cristiani. Sabato scorso la chiesa cattolica dello Spirito Santo, assieme ad altre due chiese protestanti, un convento di suore, la scuola cattolica di Sant'Antonio, un collegio per ragazze e una canonica sono stati dati alle fiamme da una folla di musulmani a Sangla Hill, località situata circa settanta chilometri ad ovest della città di Lahore. «I fedeli cristiani sono terrorizzati - afferma Fides - anche se hanno intenzione di reagire pacificamente: per questo è stata indetta per giovedì una Giornata nazionale di protesta e di preghiera, in cui i fedeli pachistani marceranno e pregheranno nelle strade in tutto il Paese». «L'attacco sembra essere stato pianificato, visto che gli autori sono stati portati sul posto con i pullman», aveva spiegato monsignor Lawrence Saldanha, arcivescovo di Lahore e presidente della Conferenza episcopale del Pakistan. Al raid avevano preso parte oltre 1.500 musulmani, in maggioranza giovani, per vendicare il presunto gesto di un cristiano della zona che, secondo voci infondate, avrebbe profanato un Corano. Oltre 450 famiglie cristiane (cattoliche e protestanti) sono fuggite da Sangla Hill terrorizzate, raggiungendo i parenti in altri luoghi. «Sono come stranieri o sfollati nel loro stesso Paese», ha aggiunto monsignor Joseph Coutts, vescovo di Faisalabad, che ha trascorso due giorni a Sangla Hill, dove ha incontrato il parroco della chiesa cattolica attaccata e le suore dell'annesso convento che, riferisce «hanno perso tutto quello che avevano e sono vive per miracolo». I cristiani locali denunciano l'immobilismo delle forze di polizia che, pur preallertate, non hanno impedito che i manifestanti devastassero i numerosi edifici colpiti. La polizia locale ha arrestato circa 90 persone per gli incidenti, affermando che l'ordine è stato ristabili to. Secondo alcuni, anche i leader musulmani locali hanno incitato alla violenza, basandosi su false informazioni di copie del Corano bruciate. I cristiani chiedono al governo maggiore protezione e garanzie per la comunità cristiana pachistana, che ha annunciato per il 17 novembre una Giornata nazionale di protesta e di preghiera, con marce per la pace in tutto il paese. Per l'occasione le scuole e gli istituti cristiani resteranno chiusi in segno di protesta. Un parlamentare cristiano, Akram Gill, punta il dito contro la polizia: ha telefonato di persona alle forze dell'ordine chiedendo protezione per i cristiani, ma non ha ottenuto nulla. La Commissione di Giustizia e Pace - cita l'agenzia Asianews ha diffuso una dichiarazione in cui si afferma che «la polizia locale sembra essere parte in causa di questi atti di terrore, che usano la religione per diffondere odio contro le minoranze religiose»(Avvenire).
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