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Risultati sondaggio: Volete una Universita' privata? | |||
Universita' totalmente statale e pubblica (come ora, ma ristrutturata) | 111 | 73.51% | |
Universita' prevalentemente regionale | 7 | 4.64% | |
Universita' totalmente regionale | 8 | 5.30% | |
Universita' prevalentemente regionale anche con intervento privato | 10 | 6.62% | |
Universita' totalmente privatizzata | 15 | 9.93% | |
Votanti: 151. Non puoi votare in questo sondaggio |
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Strumenti |
11-04-2010, 14:05 | #21 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2000
Città: La città più brutta della Toscana: Prato
Messaggi: 6677
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ok siamo su 2 piani diversi ciao
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11-04-2010, 14:06 | #22 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2007
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11-04-2010, 14:11 | #23 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
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Quote:
Ovviamente il povero che “se la cava” (stragrande maggioranza della popolazione), si fotte, perché il ricco a lui equivalente ha il diritto di appartenere ereditariamente alla stessa classe sociale nella quale è nato. Comunque le università private ci sono già in Italia, solo che sono scadenti. Auspico che si segua il modello Finlandese/Norvegese per l'università, che è il meno classista in assoluto. |
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11-04-2010, 14:12 | #24 |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2007
Messaggi: 1620
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Scusa se te lo dico ma non hai capito nulla dell'università tu, le università servono per dare una forma mentis, quello che vuoi tu si ottiene con un qualsiasi corso professionale
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11-04-2010, 14:16 | #25 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
Messaggi: 565
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Quote:
Ed è un bene per tutti, perché piú colta è la popolazione, meglio si vive: visto che maggior cultura implica maggior comprensione della realtà, e maggior capacità di riflessione, cose che sono vantaggiose nella convivenza quotidiana, e per l'indirizzo politico del Paese. È chiaro che queste persone non andranno certo ad occupare i posti nelle facoltà piú prestigiose, o in quelle a numero chiuso, e quindi non fanno alcun danno. Sono persone che pagano le tasse scolastiche, spesso integralmente, e non vedo perché si dovrebbe impedir loro di frequentare l'università. |
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11-04-2010, 14:18 | #26 |
Senior Member
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Messaggi: 1620
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Dai, lo dice anche il nome: università universale, del tutto, il sapere in generale; altrimenti le avrebbero chiamate specificità.
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11-04-2010, 14:22 | #27 | |
Member
Iscritto dal: Feb 2007
Città: Romagna ma col cuore in Toscana, e spero nel prossimo futuro in Spagna
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Per il resto quoto Blamecanada
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Chiesa Valdese - Remember, my child: Without innocence the cross is only iron, - Grazie Daniele di regalarmi ogni giorno il tuo amore! - Per l'Alternativa - Chi ci pensa nel miele, annega - La Filosofia è come la Russia, piena di paludi e spesso invasa dai tedeschi. (Roger Nimier) |
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11-04-2010, 14:25 | #28 | |
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Iscritto dal: Apr 2002
Città: VR-PD
Messaggi: 11057
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Strano che i tanto vituperati laureati in Università pubbliche italiane siano così ricercati dalle Università private statunitensi , forse che il privato in questo campo sia sinonimo di bassa qualità ?
A vedere i risultati parrebbe di sì . Ci si dimentica poi spesso che le ricerche delle università private USA sono quasi totalmente finanziate dallo stato , in Italia si continua a parlare di ricerca finanziata da privati senza neppure capire che i privati non finanziano mai un bel niente che non garantisca ritorno immediato e sicuro , oltretutto siamo il paese con le aziende in assoluto meno disposte a sborsare per la ricerca e quei pochi soldi che arrivano sono tutti finalizzati a "mi prendo un laureando per 6 mesi , lo faccio sgobbare come uno schiavo aggratis per me e poi me ne prendo un altro ..." Conoscendo i nostri polli al governo è facile prevedere quale sarà il risultato della privatizzazione : - Baroni senza nessun limite al loro dominio - Totale mancanza di meritocrazia - Totale assenza di ricerca - Tasse alle stelle e poi ovviamente aumenteranno anche le spese pubbliche perché : Come sempre questo governo è specializzato nel privatizzare i guadagni e statalizzare le perdite . Quote:
Un poveraccio può prendere 110 e lode in una università prestigiosa , tanto lo prendono solo al call center
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Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn Ultima modifica di Cfranco : 11-04-2010 alle 14:28. |
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11-04-2010, 14:41 | #29 |
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Guarda che siamo già uno dei paesi con la più alta spesa per-studente al mondo, triplicandola cosa pensi di ottenere?
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«Uomini belli fecero belle statue e la città aveva belle statue in parte grazie ai bei cittadini» (Lessing) |
11-04-2010, 14:48 | #30 | |
Junior Member
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Quote:
Ma, guarda caso, quei migliori studenti sono pure quelli che non hanno alcuna difficoltà a trovare buoni impieghi, pure in Italia. Mentre sono solo i mediocri ad avere i ben noti problemi. Ma è ovviamente più facile dare la colpa al mondo corrotto, sporco e cattivo.
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11-04-2010, 14:53 | #31 |
Junior Member
Iscritto dal: Oct 2009
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a prendersi "il pezzo di carta", ovviamente. Soprattutto in Italia.
Non esiste alcuna diritto esclusivo della università sulla cultura. Anzi, un discorso simile denota una ben bassa concezione della cultura.
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11-04-2010, 14:57 | #32 | |
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Iscritto dal: Jun 2007
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Quote:
nessuno a diritto esclusivo alla cultura, ma sicuramente ne ha più diritto l'università che il bar |
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11-04-2010, 14:58 | #33 | |
Member
Iscritto dal: Aug 2005
Messaggi: 58
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Quote:
In ogni caso posto qualche dato, su base eurostat. EUROSTAT: INVESTIMENTI SULL'UNIVERSITÀ, SPENDE MENO SOLO LA BULGARIA 11.09.2009 - Roma In media, i paesi dell'Ue spendono per l'istruzione il 5,05% del Pil: noi siamo al 4,73%. Danimarca al primo posto, Slovacchia ultima Quanto si spende nell'Unione europea per l'istruzione primaria, secondaria e universitaria? Secondo gli ultimi dati Eurostat, in media, i paesi dell'Ue spendono per l'istruzione il 5,05% del Pil. La spesa più alta è in Danimarca (7,98%) e a Cipro (7,02%). La più bassa in Slovacchia: 3,79%. Italia al 18^ posto: 4,73%. Per l'istruzione post-secondaria (università) meno dell'Italia spende soltanto la Bulgaria. Dopo il rapporto Ocse dei giorni scorsi, che raccomandava ai governi dei paesi industrializzati di investire di più nell'educazione per superare prima e meglio la crisi economica, e che ha messo a nudo i tanti problemi della scuola italiana, l'Eurostat ha reso noti oggi i dati della spesa pubblica per l'istruzione primaria, secondaria e universitaria nei paesi Ue. Si tratta dei dati comparabili più recenti basati sugli indicatori messi a punto, con una metodologia comune, da Eurostat assieme a Unesco e Ocse per il 2006. I paesi dell'Ue spendono in media per l'istruzione di uno studente a tempo 5.970 euro l'anno (a parità di potere d'acquisto). Più nel dettaglio, 4.921 euro per un bambino della scuola elementare, 6.038 per un allievo delle scuole superiori e 8.591 per uno studente dell'insegnamento universitario o equivalente. La spesa più elevata è in Austria (8.583 euro), la più bassa, sempre a parità di potere d'acquisto, in Bulgaria (2.139 euro). In Italia, per uno studente universitario lo stato spende in media 6.984 euro l'anno, circa la metà di quanto si spende in Svezia, Danimarca e Olanda, 3 volte meno di quanto si spende a Cipro: 18.353 euro. Le spese per il personale rappresentano in media il 78% del totale (Italia 80%). Le spese correnti il 91% del totale (Italia 94%, mentre le spese in conto capitale rappresentato il 9%, Italia 5,7%). La spesa pubblica per l'istruzione varia dal 3,8% al 7,9% del Pil. Scarsi i fondi privati a disposizione della scuola italiana. Nella media dei 27 paesi Ue i fondi privati rappresentano infatti il 12,5% delle risorse complessive a disposizione degli istituti di istruzione. In Italia siamo appena al 7,7%. In media, il 6% della spesa totale finisce direttamente nelle tasche degli studenti e delle famiglie sotto forma di aiuti (borse di studio, buoni libro ecc.). In Danimarca gli aiuti coprono oltre il 16% della spesa pubblica totale, in Italia il 4%. Sotto la media è anche la spesa italiana per la scuola privata: 7,7%, contro una media Ue del 12,5%. Ma l'indicatore che permette meglio di raffrontare l'investimento pubblico, tenendo conto delle diverse ricchezze nazionali di ogni paese, è la spesa per l'istruzione espressa in percentuale rispetto al Pil. In media, i 27 paesi dell'Ue dedicano a questa voce importante di spesa il 5,05% del Pil. La spesa più alta è in Danimarca (8%), a Cipro (7%) e in Svezia (6,8%). L'Italia è al 18° posto: 4,7%. Spendono meno dell'Italia soltanto Bulgaria (4,2%), Repubblica Ceca (4,6%), Germania (4,4%), Spagna 4,3%) e Slovacchia (3,8%). Per quanto riguarda l'istruzione post-secondaria (università) meno dell'Italia spende soltanto la Bulgaria. I 27 paesi Ue, nel loro insieme, spendono infatti per le università l'1,1%% del PIL, l'Italia lo 0,8%. La Danimarca spende per le università il 2,3% del Pil, Finlandia e Svezia l'1,8%. Fonte: Agenzia di stampa Dire
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"...tutti ci amano, e tutti ci odiano." Ultima modifica di sid_yanar : 11-04-2010 alle 15:01. |
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11-04-2010, 15:03 | #34 |
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università statale e profondamente riformata per evitare gli sprechi , ben vengano anche gli investimenti dei privati nella ricerca .
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11-04-2010, 15:05 | #35 |
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Non e' vero. Fornisci dati se vuoi provarlo...
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11-04-2010, 15:06 | #36 |
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Gli investimenti privati al momento sono gia' una realta'. Se una ditta vuole finanziare una ricerca ha tutta la possibilita' di farlo gia' adesso tramite convenzioni. Non serve privatizzare l'Universita'.
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11-04-2010, 15:09 | #37 | ||
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11-04-2010, 15:13 | #38 | |
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Quote:
però a mio parere un valutazione su chi spende meno non può essere effettuata in relazione al rapporto in percentuale rispetto al pil. e poi bisogna considerare anche i servizi offerti. io ho messo una università regionale nella speranza che il più diretto contatto con il popolo bue possa effettivamente essere d'aiuto nel controllo della spesa (ma in linee più generali mi pare evidente che è necessario comunque una politica di contenimento della spesa (e quindi della raccolta di denaro) pubblica affinchè il federalismo sia efficace). una università privata (o con apporto privato) mi richiama alla mente immagini catastrofiche (sia ben chiaro che ciò dipende dal meccanismo in base al quale questa opera e in funzione della società nella quale opera). |
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11-04-2010, 15:13 | #39 |
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Quoto...
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11-04-2010, 15:21 | #40 | |
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Qual'e' la differenza? che i soldi arrivano dalla regione anziche' dallo stato. Okay. Ma non siamo noi lo stato? Se gia' ora non siamo capaci di limitare la corruzione e non riusciamo a gestire adeguatamente le risorse pubbliche, ad evitare gli sprechi, a razionalizzare le risorse, cosa garantisce che ad un livello regionale le cose funzioni meglio? Non mi risulta che a livello regionale la gestione sia migliore. Invece le possibilita' di sfuggire ad una logica che vorrebbe una gestione razionale dei soldi pubblici sono maggiori. Insomma, non rischiamo di consegnare al signorotto locale un mezzo di corruzione ed una fonte economica senza nessun controllo, o, meglio, con minor controlli di quelli che ci possono essere adesso?
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